La prima dose vaccini protegge dal contagio? Tutte le differenze tra Pfizer e Astrazeneca

Venerdì 21 Maggio 2021 di Cristiana Mangani
Prima dose vaccini, quanto si è protetti dal contagio? Le differenze tra Pfizer e Astrazeneca

Dopo i dati sulla protezione dalla malattia, arrivano ora i dati sull'efficacia del vaccino nel prevenire il contagio. Quanto si è protetti dopo la prima dose? Si può risultare positivi al tampone se si è fatto il vaccino? È meglio fare la prima dose dopo le vacanze? Sono tante le domande che vengono rivolte dai cittadini agli esperti. I dati confortanti, le riaperture, rendono comunque necessario fare chiarezza fino in fondo. Uno dei primi studi condotto su 24.000 famiglie nelle quali c'era stato un contagio da coronavirus dopo la somministrazione della prima dose, è quello della Public health england (un'agenzia per la promozione della salute britannica). E ha dimostrato che una singola dose di vaccino anti Covid può arrivare a dimezzare la probabilità di trasmissione del virus Sars-cov-2 in famiglia, uno dei luoghi più a rischio per la diffusione dell’infezione, anche perché le protezioni utilizzate nella vita quotidiana tendono a essere abbassate.

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I risultati mostrano come coloro che hanno ricevuto una prima dose di vaccini Pfizer o AstraZeneca e che sono stati infettati tre settimane dopo, avevano tra il 38% e il 49% in meno di probabilità di trasmettere il virus ai familiari rispetto ai non vaccinati.

E ancora: i ricercatori dell’Università di Oxford insieme all’Office for National Statistics, hanno esaminato (tra dicembre 2020 e aprile 2021) oltre 373.000 persone adulte in Gran Bretagna scoprendo che 21 giorni dopo la somministrazione della prima dose, le infezioni da coronavirus sono diminuite del 65% (in particolare sono diminuite del 72% quelle sintomatiche e del 57% quelle asintomatiche). E l’effetto veniva potenziato con la seconda dose.

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Insomma, rischi decisamente minori se ci si vaccina. Un altro studio recente dell'Istituto superiore di sanità ha preso in esame i dati relativi a 13,7 milioni di persone immunizzate nel periodo che va dal 27 dicembre 2020 (avvio della campagna vaccinale) fino al 3 maggio 2021. Della platea di vaccinati, il 65% ha ricevuto almeno una dose del vaccino Pfizer, il 29% la prima dose di AstraZeneca e il 6% almeno una somministrazione di Moderna. «L’incidenza di diagnosi di Covid nelle due settimane successive alla prima dose di qualsiasi vaccino – si legge nel report – è stata di 2,90 per 10.000 giorni persona, che si riduce a 1,33 nel periodo superiore a 15 giorni dalla prima dose». Per gli over 80 l’incidenza cala da 2,56 entro 14 giorni a 1.46 oltre, per i 60-79enni passa da 2.15 a 1.08. I vaccini funzionano bene e per tutti: la riduzione si osserva anche considerando i vaccinati per genere, area geografica, categorie prioritarie di vaccinazione e periodo di calendario, e risulta ancora più evidente se si considera la gravità nei 30 giorni successivi alla diagnosi. 

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L’incidenza di ricovero passa da 0,44 a 0,18 per 10.000 giorni persona, quella dei decessi da 0,18 a 0,04 per 10.000 giorni persona. L’età media delle persone vaccinate con una diagnosi è di 57 anni, con un ricovero successivo alla diagnosi è di 84 anni e delle persone decedute è di 87 anni. In sostanza, analizzando buona parte degli studi in circolazione si evince che dopo la prima dose di Pfizer si è protetti al 70%, dopo quella di AstraZeneca al 51%  «Di recente – osserva ancora la ricerca – sono stati pubblicati studi osservazionali che hanno valutato l’efficacia nella pratica dei vaccini in Regno Unito, Israele e Italia. Gli studi condotti in Gran Bretagna e in Israele mostrano che alla somministrazione del vaccino Pfizer si associa una riduzione sostanziale del rischio di infezione asintomatica e sintomatica a 7 giorni dal completamento dell’intero ciclo vaccinale. Le stime riportate della prevenzione dell’infezione si attestano attorno a valori dell’85% per lo studio britannico e 92% (asintomatici) e 94% (sintomatici) per lo studio israeliano».

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«Non esiste una classifica di vaccini di serie A e B. Sono tutti validi - ha più volte dichiarato il direttore dell'ospedale Spallanzani, Francesco Vaia -. La classifica è stata creata da una cattiva comunicazione, dai balbettii e da improvvidi interventi anche in sede europea dove qualcuno ha detto: non compreremo più questo vaccino. Ma non ha spiegato perché non lo compra. Ormai è provato che i vaccini coprono le varianti e ce lo dicono gli studi avanzati e la campagna vaccinale di alcuni Paesi come Israele e Inghilterra. Chi dovesse essere di nuovo contagiato, è asintomatico, non andrà in ospedale, non rischia nulla. Ecco perché è fondamentale vaccinarsi».

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A conferma di quanto già sottolineato arriva anche un'altra analisi pubblicata sulla rivista The Lancet, secondo la quale è del 70% la protezione dal Covid 21 giorni dopo la prima dose di Pfizer, e sale all’85% a una settimana dalla seconda dose. La ricerca è stata condotta fra dicembre 2020 e l’inizio di febbraio 2021 fra più di 23.000 medici e infermieri attivi in 104 centri britannici, quindi in un periodo in cui la variante del virus sarsCoV2 più diffusa era quella inglese. Tutti e quattro i vaccini in uso in Italia (Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson & Johnson) iniziano ad avere un effetto protettivo 7-10 giorni dopo la prima dose, effetto che aumenta nel tempo. La protezione «completa» da prima dose non è stata calcolata per ogni vaccino, ma ci sono dati consolidati per le due maggiori tipologie di vaccino, a mRNA e adenovirus, che vengono dagli studi fatti su Pfizer e AstraZeneca nel Regno Unito e che possono valere anche per Moderna e Johnson & Johnson. In base alla pubblicazione del 27 aprile sulla rivista scientifica British Journal of Medicine (BMJ), bisogna aspettare 28 giorni per vedere tutta l’efficacia della prima dose (che nel caso di AstraZeneca continua in seguito a salire). Anche per Johnson & Johnson, il vaccino a una sola dose, l’efficacia maggiore si riscontra a 28 giorni dall’inoculazione. 

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Se la seconda dose di vaccino capitasse in mezzo alle vacanze, varrebbe comunque la pena fare solo la prima dose perché è molto protettiva nei confronti di me stesso e degli altri. Nessuna persona che si è sottoposta al vaccino si può considerare contagiosa. Se risulterà positiva è soltanto perché avrà avuto contatto con qualcuno a rischio e aver fatto soltanto la prima dose - sebbenne riduca gli effetti - non protegge completamente dalla malattia.

Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 14:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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