Vaccino ai bambini tra 5 e 11 anni. «Starò bene?», «Mi fa male?»: le domande (più frequenti) e le risposte del pediatra

Lunedì 11 Ottobre 2021 di Cristiana Mangani
Vaccino ai bambini tra 5 e 11 anni. «Starò bene?», «Mi fa male?»: le domane più frequenti e le risposte del pediatra
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Le società farmaceutiche Pfizer e BioNTech hanno chiesto alla Food and drug administration americana l'autorizzazione all'uso di emergenza del vaccino contro il Covid per i bambini dai 5 agli 11 anni.

I genitori sono in attesa del responso ma, nel frattempo, i bambini vogliono spiegazioni dai medici, vogliono capire di cosa si tratta e come andrà effettuata la somministrazione. «Sono preoccupato», mostra tutte le sue perplessità un ragazzino di quinta elementare al medico che gli sta spiegando le ragioni e l'uso del vaccino.

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Le domande che in tanti si stanno facendo sono le più varie: effetti, contoindicazioni, quantità, durata Potrebbero essere necessarie alcune settimane prima che i dati riguardo a questi quesiti abbiano risposte certe attraverso i protocolli della Fda, quando dovrebbe arrivare il via libera per l'uso nei bambini da parte dell'agenzia e poi dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie. Nel frattempo, per capire come si stanno muovendo i genitori, la Cnn ha contattato il pediatra ed esperto di sviluppo infantile Dr. David Hill che è l'ex presidente dell'American academy of  pediatrics council on communications and media ed è attualmente co-conduttore del podcast di punta dell'AAP, "Pediatrics on Call".

Queste le domande più ricorrenti: 

I bambini di età compresa tra 5 e 11 anni sono preoccupati dalla eventualità di dover fare il vaccino?

No, perché per loro - chiarisce il dottor Hill - è solo un altro vaccino, un'altra iniezione, visto che già ne fanno diverse. Il modo in cui reagiranno dipenderà in gran parte, se non completamente, da come gli adulti inquadreranno l'esperienza. Se esprimeranno preoccupazione o scetticismo, se ne accorgeranno e avranno più dubbi. Se, invece, i genitori mostreranno fiducia e sollievo, capiranno che non c'è nulla di rischioso o grave, perché, anche se pensiamo che non siano così, i bambini ascoltano sempre quello che gli viene detto dai genitori e percepiscono i sentimenti e le sensazioni.

I bambini vogliono anche sapere: «Starò bene?».

Le risposte dovranno essere oneste e rassicuranti. Non ci sono ancora dati sui vaccini ai più piccoli, ma in base all'esperienza con gli altri vaccini, «speriamo di poter dire - chiarisce ancora il dottor Hill -: Sì, è molto sicuro, e ti impedirà di ammalarti»

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Quale potrebbe essere la maggiore paura per un bambino?

Hill: «Quella di non avere dolore. "Non voglio che faccia male. Quanto farà male?" - chiedono - E io non mento mai ai bambini. Non dico mai loro che non farà affatto male o che non lo sentiranno, perché non è vero. Voglio essere assolutamente onesto. "Sai una cosa - gli dirò -, ti farà solo un po' male, ma non farà così male come altre cose che ti accadono di continuo, come cadere mentre corri o quando sbatti una mano o un ginocchio. Questo per dare una sensazione che stanno facendo qualcosa di importante e che conta».

Cosa gli si potrà dire?

«“Ti piace giocare a baseball e sei destrorso? Sforza il sinistro invece che il destro, provaci”. E questo per fare in modo che non si accorgano del dolore che potrebbero provare al braccio. Oppure - aggiunge Hill - gli si può suggerire di fare un lungo respiro e profondo, o anche di cantare o tenermi la mano. Ci sono molte cose che gli si può far fare, dal farli distrare alla respirazione, dal fargli pensare a cose piacevoli, come una vacanza, un gelato, un gioco, alle chiacchiere.Tutte queste cose fanno la differenza. Bisogna cercare di rassicurarli, visto che si sta facendo qualcosa di molto utile per loro».

I bambini chiedono se dopo aver fatto il vaccino potranno finalmente andare a giocare con i loro amici, visitare i nonni durante le prossime vacanze e fare foto con Babbo Natale.

Hill: «Gran parte della risposta a questa domanda dipenderà da come sarà la reazione generale al vaccino. Se i contagi saranno bassi, si potranno fare molte cose in sicurezza. Anche per questo è importante il vaccino per i bambini, ma è ancora più importante mantenere le distanze di sicurezza e continuare a usare le mascherine, fino a quando i numeri non scenderanno. Certamente spero che i vaccini sui bambini siano molto efficaci nel tempo, così da poter diminuire le precauzioni. Ma penso che dipenderà davvero dal fatto che tutti facciano la loro parte per contrastare il virus».

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I bambini potranno smettere di indossare le mascherine agli appuntamenti di gioco se tutti i presenti sono vaccinati? E a scuola?

Hill: «Non credo che saremo in grado di rinunciare alle mascherine fino a che il virus non sarà completamente sotto controllo. In questo momento, stiamo vedendo che con la variante Delta anche le persone vaccinate possono contrarre il Covid-19. Il vaccino ha un successo straordinario nell'impedire i ricoveri e le terapie intensive alle persone che lo hanno ricevuto, ma può anche accadere di contagiarsi dopo l'immunizzazione. Quindi, il consiglio è di tenere la mascherina sempre quando si è fuori dal contesto familiare o on un luogo chiuso. La variante Delta ci ha rimandato indietro, e così abbiamo dovuto riusare le mascherine ovunque».

Vista l'alta percentuale di vaccinati, perché un genitore dovrebbe considerare di somministrare il vaccino al proprio bambino?

«L'infezione del 2021 è diversa rispetto a quella che abbiamo avuto nel 2020. Alcune delle convinzioni che avevamo sui pericoli del Covid nei bambini da un anno a 18 mesi fa non sono più valide. All'inizio della pandemia, sembrava che i bambini fossero molto meno colpiti degli adulti e degli anziani. Ora sappiamo che possono ammalarsi gravemente e siamo particolarmente preoccupati per i bambini con problemi di base, come l'obesità, che è molto comune tra i piccoli negli Stati Uniti. Malattie polmonari, asma, malattie cardiache e, naturalmente, immunodeficienza, sono tutti fattori di rischio per i casi più gravi. Fortunatamente, il numero di bambini morti è molto basso rispetto al numero di adulti morti, ma un numero significativo è stato ricoverato in ospedale e ricoverato in unità di terapia intensiva. Mi sono occupato personalmente di bambini che si sono ammalati in modo critico e hanno dovuto essere trasferiti in terapia intensiva. Pensavamo che non diffondessero molto il virus. Ora sappiamo che possono essere serbatoi di infezione per le famiglie. In questo momento, i bambini sono il 27% di tutti i casi di Covid negli Stati Uniti».

 

Riguardo ai rischi per chi farà il vaccino?

«Sappiamo - specifica Hill - che il Covid può infiammare il muscolo cardiaco, si chiama miocardite. Se ne è parlato per i giovani, visto che c'è stato qualche caso, ma la miocardite indotta dal vaccino è straordinariamente rara e significativamente meno comune della miocardite indotta dal contagio e dalla malattia. Esiste una sindrome specifica per i bambini, chiamata sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C). E sembra comportarsi in modo molto simile alla malattia di Kawasaki, che può causare malattie cardiache pericolose per la vita e malattie prolungate e gravi. Sta emergendo ora che la maggior parte dei bambini che sono affetti da questa condizione alla fine guariscono facilmente, ma può essere un processo molto lungo e molto difficile per la convalescenza. Come genitori, stiamo tutti facendo del nostro meglio per tenere i figli al sicuro, tendiamo a essere più sospettosi, e quindi preferiamo non fare invece che fare. Ma la scienza sta andando molto avanti e le risposte ci sono, anche se sono l'evoluzione del virus ha fatto cambiare idea diverse volte. E questo genera dubbi nelle persone. Ti dicono: “Cambi idea continuamente, non posso fidarmi di quello che dici”. Ma la scienza è un processo di apprendimento costante. Ottieni informazioni, lavori su quelle e ne ottieni altre. Bisogna fidarsi del processo evolutivo e della ricerca. E quello che ormai sappiamo con sicurezza è che i vaccini in gernarale, e in particolare quello contro il Covid, sono molto sicuri, soprattutto perché è molto alta la possibilità che un bambino eviti così di contrarre il virus».

Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 13:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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