Unioni civili, Renzi: «Finita l'epoca dei veti. Andrò nelle parrocchie a spiegare»

Lunedì 29 Febbraio 2016
Unioni civili, Renzi: «Finita l'epoca dei veti. Andrò nelle parrocchie a spiegare»
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«Agli opposti estremismi, voglio dire che è finito il tempo in cui in Italia qualcuno aveva un diritto di veto, di blocco. Siamo andati avanti sulle riforme anche quando i più ci dicevano di fermarci. A colpi di fiducia? Sì. Anche a colpi di fiducia quando era necessario. Non ci siamo fermati nemmeno alla sacrosanta esigenza di riconoscere diritti alle coppie omosessuali perchè sarebbe stato incivile il contrario». Lo afferma il premier Matteo Renzi nella sua e-news commentando l'esito del voto sulle unioni civili.

«Come promesso abbiamo dato una forte accelerazione e la legge è finalmente passata in prima lettura al Senato, anche a costo di un voto di fiducia e di polemiche durissime. Siamo abituati alle critiche, ma confesso di essere rimasto molto colpito quando ho visto in un Tg una ragazza omosessuale dire: Oggi è una brutta giornata, perché dopo questa legge sarà peggio di prima. Mi domando fino a che punto possa arrivare il rifiuto della realtà. La legge sulle unioni civili potrà non essere perfetta, ma nessuna legge lo è. Potrà avere dei limiti, è ovvio», scrive il presidente del Consiglio. Il ddl approvato al Senato «segna oggettivamente un grande passo in avanti per i diritti dei cittadini omosessuali e quindi per i diritti degli italiani. Chi dice meglio niente che questa legge vive blindato nella propria ideologia; se invece lo fa - come penso - per ragioni di calcolo politico, auguri», sottolinea Renzi.

«Che c'entra la difesa della famiglia con la riforma del Senato?», si chiede poi il presidente del Consiglio e segretario del Pd replicando al leader del Family day, Massimo Gandolfini, che ha annunciato un no al referendum sulle riforme come forma di protesta per l'approvazione della legge sulle unioni civili. «Ho letto le dichiarazioni del professor Gandolfini, tra gli animatori del Family day, che in una conferenza stampa improvvisata, accompagnato davanti alle telecamere da autorevoli senatori, ha detto - ricorda Renzi - che il popolo che lui rappresenta farà di tutto perché al referendum sulla Costituzione - che si occupa di Regioni, di Senato, di enti inutili - passi il No. E tutto questo per mandarmi a casa, avendo io annunciato che se perderò il referendum a differenza di altri politici sarò serio e coerente e non mi aggrapperò a una poltrona di consolazione».

«Purtroppo è una caratteristica ormai consueta di molti della cosiddetta società civile (e anche qualche sindacalista): una manifestazione, tre telecamere, due talk e zac, la politica politicante li ingloba subito nel sistema. Che c'entra la difesa della famiglia con la riforma del Senato? Che c'entrano le coppie omosessuali con la cancellazione del Cnel? Che c'entrano i movimenti religiosi con le competenze regionali su energia e turismo? Nulla. Ma dobbiamo farla pagare a Renzi».

«E io con un sorriso - assicura il premier - accetto la sfida e se mi inviteranno andrò nelle parrocchie, come nelle realtà del volontariato, a dire il perché - a mio giudizio - è giusto che la riforma passi, che la politica dimagrisca, che le Regioni facciano meno ma meglio. Agli uni e agli altri, opposti estremismi, voglio dire che è finito il tempo in cui in Italia qualcuno aveva un diritto di veto, di blocco. Non ci siamo fermati nemmeno alla sacrosanta esigenza di riconoscere diritti alle coppie omosessuali perché sarebbe stato incivile il contrario. Se qualcuno vorrà mandarci a casa per questo, andremo a casa. Ma fino a quel momento, ostinati e sorridenti, continueremo a fare le cose che per noi servono all'Italia».



 

Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 17:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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