Renzi riceve Juncker a Roma: «Sulla flessibilità linea condivisa»

Venerdì 26 Febbraio 2016
Juncker e Renzi
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Il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha visto oggi a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Al centro del colloquio i principali nodi dell'Unione Europea, dalla crescita all'immigrazione alla trattativa sulla flessibilità chiesta dall'Italia.

L'Italia ha tenuto «una condotta esemplare» nella crisi dei migranti e potrebbe essere «da modello» per altri Paesi europei molto più «esitanti», ha detto il presidente della Commissione Ue.

«Molto raramente mi sono visto proporre un documento di riflessione di questo livello. Tranne poche divergenze rispetto alle posizioni della Commissione, è un documento pro-Europa, è un piano che dà un nuovo coraggio a coloro che non smettono di credere all'Europa. Mi rallegro con il governo italiano per aver presentato in questa forma e in questo momento il documento», ha continuato Juncker commentando il documento sull'Eurpa presentato dall'Italia.

«Oggi Juncker ha detto che l'austerità è stupida, io sottoscrivo e firmo», ha sottolineato Renzi.

«Credo che sia per noi un momento importante quello della visita di Juncker: gli abbiamo dato il benvenuto con una notizia. Per l'Italia siamo al record storico di infrazioni in senso di riduzione delle procedure. Siamo passati da 199 procedure di infrazione quando siamo andati al governo alle 83 di oggi», ha detto il premier al termine dell'incontro. «Il governo è dalla parte delle regole, crede nel rispetto delle regole e fa di tutto per essere all'avanguardia». «L'Italia a testa alta e senza paura è impegnata perché l'Europa torni ad essere un luogo delle anime e non solo del mercato unico», ha aggiunto.

«Come è normale nella dialettica, abbiamo avuto elementi di visione diversa sulle banche e sulle polemiche per gli aiuti di stato». «Condividiamo la linea della Commissione sulla flessibilità», ha proseguito. «Per noi il riferimento è quello che ha scritto la Commissione europea sulla flessibilità, non chiediamo di cambiare». «Noi condividiamo la linea della commissione sulla flessibilità, vorrei fosse scolpito sulla pietra. La commissione Juncker ha parlato di flessibilità nel documento del 13 gennaio 2015, noi lo condividiamo, siamo sempre per maggiore flessibilità ma va bene: hic manebimus optime».

«Non possiamo immaginare la solidarietà monodirezionale, o si è solidali sempre non lo si è mai», ha aggiunto parlando di migranti. «Mi auguro che Juncker possa vincere la sfida anche con altri capi di governo che non hanno la stesso sensibilità», ha aggiunto, ricordando che noi «abbiamo fatto la nostra parte su hotspot» ma lo stesso non hanno fatto altri «su ricollocamenti e rimpatri.

Auspico che nei prossimi incontri vi sia una forte iniziativa europea», ha aggiunto.

«Felice di vedere il mio amico Matteo Renzi durante la mia visita in Italia», ha twittato il presidente della Commissione europea, aggiungendo: «Prepariamo il vertice del 7 marzo. Insieme per un'Europa più forte».

«È importante che ci sia stato l'accordo» tra Unione Europea e Gran Bretagna, «che il Regno Unito sia in Europa. Dopo di che le condizioni dell'accordo in alcuni frangenti preoccupano. In particolar modo l'erosione dei diritti dei lavoratori che da un Paese dell'Unione europea vanno a lavorare in altro Paese dell'Unione», ha affermato la presidente della Camera, Laura Boldrini, al termine dell'incontro con il presidente della Commissione Ue.

«Rischiamo di avere - ha detto ancora Boldrini - lavoratori di serie A e di serie B, cosa che oggi non è. Oggi un cittadino italiano che va a lavorare in Germania ha gli stessi diritti dei cittadini tedeschi, il tedesco che va a lavorare in Spagna ha gli stessi diritti dei lavoratori spagnoli. Con queste modalità che sono state negoziate per alcuni anni cittadini di un Paese che andranno a lavorare in un altro Paese europeo non avranno gli stessi diritti, se ci sono determinate circostanze e quindi se la Commissione darà il via ad applicare queste norme che sono state discusse. Questo è preoccupante, perché erode i diritti dei lavoratori che invece dovrebbero usufruire degli stessi diritti in tutte le circostanze. Si poteva negoziare su tanti punti, non credo - ha concluso Boldrini - che l'Europa oggi abbia bisogno di diritti a velocità diverse, eventualmente ha bisogno di più garanzie per i lavoratori».







 

Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 10:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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