Sempre più forte il divario tra Nord e Sud anche nella medicina. Più di 8 strutture su 10 che usano le tecniche di sequenziamento genico di nuova generazione (che modificano la scelta di una più corretta terapia nei pazienti oncologici) è nel Centro Nord Italia.
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«Il sequenziamento di nuova generazione è una tecnologia innovativa sempre più utilizzata nei centri diagnostici per la valutazione simultanea di numerose alterazioni molecolari e la selezione dei pazienti per l'oncologia di precisione», spiega Antonio Marchetti, ordinario di anatomia patologica e direttore del Centro di diagnostica molecolare oncologica dell'Università di Chieti. Dal 2017, le attività della Rete nazionale Ngs Siapec sono state progressivamente implementate. Al lavoro hanno partecipato 30 centri, 17 al Nord, 7 al Centro e 6 al Sud. Il rapporto laboratorio diagnostico/popolazione è di 1/1,6 milioni di abitanti al Nord, 1/1,7 milioni al Centro e 1/3,4 milioni al Sud o nelle isole. Tredici centri sono considerati altamente produttivi (da 500 a 2.500 test eseguiti ogni anno), 6 presentano una produttività media (da 200 a 500) e 11 si caratterizzano per scarsa attività o sono definiti in fase di implementazione (meno di 200 test). La produttività è strettamente connessa alla disponibilità di procedure automatizzate. Inoltre, ai responsabili dei centri è stato chiesto se il laboratorio fosse connesso funzionalmente a un «Molecular Tumor Board» (Mtb), cioè al gruppo multidisciplinare per la gestione dei dati molecolari e il trattamento dei pazienti. Due terzi dei centri sono connessi a un Mtb, ma solo nel 30% dei casi quest'ultimo è ratificato con decreto regionale. I professionisti più frequentemente coinvolti nel core team del Mtb sono il patologo, l'oncologo, il biologo molecolare, il genetista, il farmacologo e il bioinformatico. Specifiche figure con competenze bioinformatiche sono presenti solo nel 40% dei centri.