Trivelle, il premier: in gioco il futuro di 11.000 lavoratori. I vescovi in campo

Sabato 16 Aprile 2016 di Diodato Pirone
Trivelle, il premier: in gioco il futuro di 11.000 lavoratori. I vescovi in campo
ROMA - Secondo il premier Matteo Renzi il referendum di domani «non è politico» mentre vanno difese le ragioni di chi diserterà le urne perché «si tratta della via più semplice per farlo fallire». La consultazione, osserva il presidente del Consiglio riguarda solo una scelta ben precisa: se continuare a far funzionare piattaforme che «già ci sono». In gioco, ribadisce nel corso di una visita al Resto del Carlino a Bologna, c'è «la vita di 11mila lavoratori».
«Noi siamo tutti per le rinnovabili - ha aggiunto Renzi - ma queste da sole non basteranno nei prossimi 5 anni, perché la macchina la prendono tutti, l'ascensore si prende, l'aria condizionata e il riscaldamento servono. Noi abbiamo detto no al nucleare e no al carbone, ma qualcosa devi tirare su. Si tratta di far funzionare le trivelle che ci sono fino a quando c'è gas e petrolio. Altrimenti prendiamo le petroliere russe e arabe che portano in Italia il loro petrolio».

Ecco su cosa si vota

GLI APPELLI
Per il resto quella di ieri è stata una giornata di appelli elettorali in vista del voto. Poche le voci per il "no", mentre ha mostrato qualche segnale di vitalità il fronte del ”sì” concentrato però soprattutto nella battaglia contro Renzi. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è stato durissimo. «L'articolo 48 della Costituzione dice che il voto è un dovere, e soprattutto che i pubblici ufficiali non possono indurre all'astensione i cittadini perché è vietato dalla legge», ha detto. I 5Stelle poi sparano cannonate mediatiche e annunciano una denuncia per Renzi e per Napolitano per il loro invito all'astensione ma vengono preceduti da Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, che annuncia di aver «denunciato alla procura della Repubblica di Roma Matteo Renzi per il reato di induzione all'astensione».

Per il ”sì” anche Roberto Speranza, leader dell'ala sinistra del Pd. «È sempre bello quando le persone hanno la possibilità di esprimere la propria opinione - scrive Speranza sulla sua pagina Facebook - Credo che ogni singolo voto ”sì” in più sarà un messaggio forte e chiaro per cambiare il nostro modello di sviluppo».
A favore del “sì” si schierano anche nuove voci della Chiesa che tuttavia non sono monocordi. L'arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione Cei per i problemi sociali, Filippo Santoro, ad esempio, ha ribadito l'importanza di «prendere in considerazione il quesito referendario». Gli ha indirettamente replicato il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, secondo cui la Chiesa «non si è assolutamente pronunciata al di là di giudizi locali dei vescovi del luogo che conoscono le situazioni specifiche».

Sul fronte del ”no” si è mosso il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato, che ha postato un articolo secondo il quale i governanti M5S di Ragusa sono contrari al petrolio ma poi usano le royalties provenienti dal petrolio locale per «coprire spese correnti e non investimenti». Mentre il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti sottolinea di voler «votare no per ribadire che il problema non è l'estrazione del petrolio ma la riduzione del suo consumo».
C'è infine chi nella sinistra pd dà una lettura esclusivamente politica del referendum sulle trivelle come alla prova generale in vista della battaglia sul referendum sulla Costituzione: «Più sarà alto il numero di votanti domenica (e ragionevolmente anche di ”sì”) - osserva il senatore della minoranza Dem Federico Fornaro - più vicina sarà la possibilità, in autunno, di vincere il referendum contro il nuovo testo della Costituzione».
Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 20:53

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci