Tridico, l'iter dell'aumento di stipendio fu avviato da Di Maio nel 2019: «Mi infangano con falsità»

Domenica 27 Settembre 2020
Tridico, l'iter dell'aumento di stipendio fu avviato da Di Maio nel 2019: «Mi infangano con falsità»
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«Attaccano me per colpire il governo». Pasquale Tridico, presidente dell'Inps da 24 ore sulla graticola per l'articolo di Repubblica che svelava il raddoppio del suo stipendio, si rivolge proprio al quotidiano romano per difendersi dalle critiche e dagli attacchi che anche oggi non accennano a diminuire.

Ma, assicura in una lettera, «tutto l'articolo ruota intorno a due falsi: uno, quello sulla retroattività dell'aumento di stipendio. E il secondo è sul suo coinvolgimento nella decisione poichè »non è nei poteri del presidente o di qualsiasi altro organo dell'Istituto determinarsi i compensi«. 

Tridico, stipendio raddoppiato: è bufera. Il centrodestra: dimissioni subito. Inps: aumento non è retroattivo

Argomenti che Tridico ribadisce anche in un colloquio con La Stampa in cui alla ponderazione della penna sostituisce lo sfogo delle parole di chi si sente »infangato: finora mi hanno colpito per la mia attività professionale, adesso invece mi attaccano anche sul piano personale e questo mi ferisce e mi addolora«. Addolora soprattutto quel sospetto di essersi approfittato della sua posizione per ottenere, in piena emergenza covid, uno stipendio »d'oro«. »Nello Stato - osserva però Tridico - i dirigenti di seconda fascia prendono 150 mila euro, quelli di prima fascia 200 mila. Il presidente dell'Inps, fino adesso, 60 mila euro, ma di che cosa stiamo parlando?«.

Argomento valido, certo, per Carlo Calenda, leader di Azione. Ma che non c'entra con la richiesta delle sue dimissioni: »Sono favorevole a pagare molto bene chi lavora per lo Stato«, dice, ma Tridico »si deve dimettere, anzi, si doveva esser già dimesso, per come ha gestito i programmi dell'emergenza«. Un ragionamento replicato da Matteo Salvini che torna a ricordare che ancora oggi »ci sono migliaia di madri e padri che aspettano il loro assegno dalla scorsa primavera«. Ma oggi, Tridico, non è solo nella 'bufera'. Dopo le dichiarazioni di ieri di Conte e Di Maio che hanno promesso »accertamenti« sulla vicenda, il silenzio di premier e ministro degli Esteri viene denunciato dalle opposizioni: »il provvedimento che aumenta lo stipendio del Presidente Inps sarebbe stato deciso dal Ministero del Lavoro guidato da Di Maio con una lettera del Giugno 2019 indirizzata per conoscenza anche al premier Conte. In pratica quelli che ieri dicevano di essere all'oscuro di tutto, chiedendo addirittura spiegazioni a Tridico, sarebbero in realtà i primi responsabili di questa vergognosa vicenda«, si scandalizza la leader di Fdi, Giorgia Meloni.

»Il premier dice di non saperne nulla eppure due ministri di prima fila hanno firmato l'aumento dello stipendio di Pasquale Tridico«, dichiara poco dopo Giorgio Mulè, portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato. I 5 Stelle fanno scudo e gridano alla »fake news« affiancati nella loro difesa a Tridico dal solo Stefano Fassina. Il deputato di Leu, solidarizzando col presidente dell'Inps legge »nell'ennesima campagna mediatico-politica di fango« la volontà di »far saltare l'alleanza Movimento 5Stelle-Pd e governo«. Prova invece a riportare la vicenda su più 'equi binarì, il ministro per il Sud, il dem Giuseppe Provenzano: »Quello che critico - spiega a Radio 24 - è la retorica anti-casta nelle istituzioni pubbliche. Fa male alle istituzioni e al rapporto con i cittadini«, scandisce il ministro sottolineando che queste »sono vicende da gestire con la massima trasparenza: era sbagliato che Tridico prendesse così poco. È buona regola che si mantenga lo stipendio dei precedessori. Ora il ministero si è già mosso ed aspettiamo i chiarimenti«, conclude.
 
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Ultimo aggiornamento: 22:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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