In campo aerei e droni il piano per controllare una rete vulnerabile

Martedì 23 Luglio 2019 di Cristiana Mangani e Jacopo Orsini
In campo aerei e droni il piano per controllare una rete vulnerabile


ROMA La parola che circola tra gli addetti ai lavori è «vulnerabilità», perché il vero problema del sistema ferroviario italiano non è la gestione della sicurezza, quanto la possibilità che a mettere ko l'intero traffico su rotaia sia un evento anche banale. «Un po' come succedeva con quelli che lanciavano i sassi dal cavalcavia - è l'esempio che viene citato -. Era impossibile prevedere dove colpissero». È proprio in questo il limite di sicurezza di chi viaggia sui treni, sul fatto che nessun piano di azione sarebbe in grado di controllarli tutti da interventi esterni. Rfi, la società che gestisce l'infrastruttura ferroviaria, ritiene di avere a disposizione un impianto di controllo e monitoraggio che ha sempre funzionato, evitando il peggio davanti alle eventuali emergenze che si sono presentate. Ieri mattina, è stato proprio quel sistema a bloccare il movimento dei treni, per cercare di limitare i danni e le conseguenze più gravi.

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L'ACCORDO
Che si tratti di qualcosa che va migliorata e sempre più potenziata, alla Rete ferroviaria non ne hanno dubbi. Tanto che due settimane fa la società ha chiesto l'intervento dell'Aeronautica militare per poter visionare dall'alto binari e stazioni. È stato preparato un accordo che è in via di definizione, al quale parteciperanno anche i 4 mila uomini della Polfer, che prevede la messa in campo di aerei e di droni per monitorare la situazione ed eventualmente lanciare l'allarme in caso di presenze sospette, o di anomalie. Alla richiesta l'Aeronautica ha risposto che «è una cosa che si può fare», un po' come avviene con i pattugliamenti sul Mediterraneo. E ora si stanno definendo compiti e attuazione pratica.
Il piano di intervento prevede anche l'installazione di telecamere frontali e laterali all'esterno dei treni, che siano in grado di riprendere il viaggio e ogni altra situazione. Qualcosa che funzioni pure al buio, e nel caso in cui il treno si fermasse in campagna, di notte, possa rimandare immagini utili alle sale operative allestite nei vari compartimenti ferroviari.
 


LE VERIFICHE
Il sistema gestito da Rfi, infatti, dispone di una torre di controllo strategica, collocata a Bologna, e di varie sale operative gestite da tecnici nei diversi compartimenti. Inoltre ha una struttura interna che si occupa del monitoraggio dell'intero sistema, compresi eventuali attacchi hacker, sui quali lavora anche la Polizia postale. Da monitorare, oltre ai binari, ci sono migliaia di tombini, cavi, pozzi e cabine elettriche. Oltre 16 mila chilometri di rete ferroviaria e più di 2 mila stazioni passeggeri con servizio viaggiatori su tutto il territorio nazionale.
Alla Polfer spetta il controllo a bordo, sia di giorno che di notte, nelle stazioni, e anche all'esterno. Le pattuglie passano di continuo così come accade nelle città. Ma è chiaro a tutti che la prevenzione è la stessa che si può attuare in una piazza: sono sistemi aperti, la rete ferroviaria è accessibile a tutti. «Chi controlla - spiega un addetto ai lavori - è sempre più visibile rispetto a chi vuole sfuggire al controllo. Episodi di questo tipo succedono in Italia, ma anche in Svizzera, Francia, Germania, con le stesse modalità».
La società che sovrintende alla circolazione dei treni in Italia (sono oltre 8.500 al giorno quelli del trasporto locale a cui si aggiungono 340 convogli dell'alta velocità) insiste che in casi come quello di ieri dell'incendio doloso ai cavi di trasmissione dati del sistema di segnalamento a Rovezzano, alle porte di Firenze, la sicurezza resta la priorità. Ed è per questo che subito dopo il danneggiamento, spiega il gestore, è scattato lo stop ai treni. «Con l'incendio i sistemi tecnologici di Rete Ferroviaria Italiana hanno fermato automaticamente tutti i treni in viaggio sulle linee interessate, garantendo la massima sicurezza per i viaggiatori», spiega Rfi, puntualizzando che questo ha provocato «una forte riduzione di capacità dell'infrastruttura ferroviaria». Quindi meno treni in circolazione con ricadute pesantissime su tutta la rete. Ieri Rfi per rispondere all'emergenza ha rafforzato le sale operative in tutti i nodi, con turni straordinari, e ha inviato oltre 50 tecnici a Rovezzano per riparare i danni e far tornare la rete alla normalità. Ma i chilometri di binari e cavi da controllare e sono migliaia e il sistema, anche con tutte le protezioni messe in campo, resta vulnerabile.

 

Ultimo aggiornamento: 08:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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