Tinder per i cattolici, arriva Catholic Match: l'app di incontri riservata ai credenti

Al momento della iscrizione chiede agli utenti di indicare, tra le varie cose, il loro grado di osservanza ai precetti

Venerdì 17 Febbraio 2023 di Franca Giansoldati
Tinder per i cattolici, arriva Catholic Match: l'app di incontri riservata ai credenti

Undicesimo: meglio non aprire un profilo su Tinder. L'amore al tempo del dating non sembra proprio essere compatibile con i precetti cristiani. Eppure su Tinder così come su OkCupid o Badoo si sono sviluppate in questi anni anche relazioni stabili sfociate (in rari casi) persino in matrimoni, tuttavia le dating-app maggiormente usate a qualsiasi latitudine da giovani e meno giovani, secondo la Chiesa cattolica, restano un fenomeno problematico visto che continuano ad obbedire «alla logica del mercato affettivo segnato dalla competizione e dalle relazioni deboli».

Una deriva che di sicuro non porta alla felicità ma – generalmente - a rapporti tendenzialmente superficiali, tipo usa e getta. Generando o alimentando «analfabetismo sentimentale ed erotico».

In questi anni è nata persino una app di incontri riservati a credenti (CatholicMatch.com) che al momento della iscrizione chiede agli utenti di indicare, tra le varie cose, il loro grado di osservanza ai precetti, il ruolo che la fede riveste nella loro vita, quante volte vanno a messa durante l'anno e in che modo i valori cristiani sono importanti. Eppure nemmeno questa app sembra essere rassicurante per annullare le resistenze della Chiesa a sdoganare completamente i siti di incontri: «Nelle dating app il concetto di amore è quasi un tabù. Sebbene manchino ulteriori studi in merito, riteniamo che ciò sia dovuto alla logica mercantile delle app per incontri, che si muove secondo i parametri del desiderio e non dell’amore. Ma di che specie di amore stiamo parlando?» si è chiesta la CivilCivi in un articolo in cui ha parametrato la realtà degli incontri nati su piattaforme alle cornici del Magistero contenute nelle encicliche papali, soprattutto nella Fratelli Tutti di Papa Francesco che in alcuni passaggi la ha dedicata proprio alle dinamiche dei rapporti umani filtrati dalla tecnologia. 

«La nostra comprensione dell’amore si pone all’interno dell’antropologia cristiana, ossia si sviluppa non secondo un gioco infantile e mercantile dominato dall’esclusività erotica, ma nell’esperienza che diventa scoperta dell’altro, superando il carattere egoistico pri- ma chiaramente dominante. Qui l’amore diventa cura dell’altro e per l’altro. Non cerca più se stesso, l’immersione nell’ebbrezza della felicità; cerca invece il bene dell’amato: diventa rinuncia, è pronto al sacrificio, anzi lo cerca» scrive la rivista dei gesuiti le cui bozze sono tradizionalmente approvate dal Vaticano prima della pubblicazione. Secondo la Chiesa le dating app possono essere sdoganate solo se gli utenti sono consapevoli delle trappole ed eviteranno di comportarsi come «nomadi affettivi» o consumatori assuefatti ai giochi affettivi offerti dal meccanismo del menù sempre aggiornato con nuovi profili. «Allora ci si deve chiedere se le dating app siano, di fatto, mezzi ideali per costruire relazioni stabili e durature». In ogni caso l'amore al tempo del dating è una realtà sempre più sviluppata e le app dedicate sono un modo diffuso per fare amicizie, incontrare potenziali partner o semplicemente per interagire. Nel corso degli anni hanno cambiato le regole delle relazioni sentimentali e sessuali per milioni di persone in tutto il mondo.

I gesuiti ricordano che la storia delle ricerche sentimentali attraverso i media risale al XVIII secolo, quando venivano fatti gli annunci matrimoniali a pagamento sui giornali. Poi sono apparsi i primi website di incontri negli Stati Uniti, fino alle app di oggi modificando il modo di approccio, aiutando nella ricerca di partner sessuali in base a interessi individfuali o caratteristiche fisiche, accelerando i tempi e rendendo tutto più immediato e diretto. Un like, un match, un messaggio, la localizzazione, lo scambio dei telefoni e l'incontro. Tutto in poco tempo. Scrive Papa Francesco nella enciclica Fratelli Tutti: «Le relazioni virtuali possono certamente accompagnarsi, ma non sostituirsi a quelle reali; quando ciò accade rischiamo di deprivare la persona [...] della elaborazione di alcune caratteristiche fondamentali del vivere insieme, come la tenerezza e l’empatia, portando a quelle situazioni di anaffettività sopra riscon- trata, all’incapacità di fare chiarezza sui propri sentimenti».

Per Francesco le relazioni che avvengono nel contesto della connessione digitale mancano di elementi affettivi intrinsecamente legati allo sviluppo di relazioni sane. C’è, quindi, la necessità di gesti fisici; per usare la terminologia proposta dallo psicologo Eric Berne, occorrono «stimoli» che il mondo digitale non è in grado di offrire con la profondità adeguata : «Quanti amori tristi, gettati all’ombra dell’inganno, del caso, del rifiuto! Agape ama senza calcolo». Possiamo chiamare il nostro tempo «un’età di riti tristi»? 

«Le dating app rappresentano la promozione di uno stato perenne di adolescenza che annulla espressioni fisico-affettive, come l’imbarazzo e l’inibizione, caratteristiche della ritualità dell’incontro amoroso, e permette di soffermarsi nello stato infantile dell’eros. Inoltre, le app per incontri possono assumere il ruolo di ladri d’immaginazione, profanando la nostra capacità di immaginarci e sognarci l’un l’altro: «Pensiamo di vedere tutto – una persona, proprio una persona –, ma poi ci spostiamo in un lampo verso le sue caratteristiche inferiori, come fosse un paio di scarpe (...)Quindi, le relazioni che si sviluppano sulle app per incontri tendono a essere fragili: di rado inaugurano una continuità. La logica commerciale dell’applicazione non favorisce le promesse di fedeltà. Se tra due utenti nasce il desiderio di costruire un’intimità e una relazione duratura, essi dovranno abbandonare quelle applicazioni e abbracciare il telos della felicità».

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 02:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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