Terremoto Irpinia, 40 anni fa la tragedia con 2.914 morti. Mattarella: peggior catastrofe della Repubblica

Lunedì 23 Novembre 2020
Terremoto Irpinia, 40 anni fa la tragedia che fece quasi 3.000 morti. Mattarella: peggior catastrofe della Repubblica
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Quasi 3000 vittime, 8 mila feriti, 300 mila abitazioni distrutte o inagibili, 18 comuni rasi al suolo e altri 99 devastati. Il terremoto dell'Irpinia del 23 novembre 1980 fu «la peggior catastrofe della Repubblica», ricorda il presidente Sergio Mattarella a 40 anni dalla tragedia.

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«Sono trascorsi quarant'anni dall'immane tragedia provocata dal terremoto che devastò l'Irpinia e la Basilicata, colpendo anche parte della Puglia - afferma in una dichiarazione il presidente della Repubblica - Quasi tremila persone morirono sotto le macerie delle proprie case, o in conseguenza delle distruzioni di edifici.

Tante vite non poterono essere salvate per le difficoltà e i ritardi nei soccorsi. Il numero dei senzatetto si contò in centinaia di migliaia: sofferenze, disperazione, sacrifici che si sono prolungati per anni nel percorso di ricostruzione».

<h2>Mattarella ricorda il «senso di comunità»</h2>

«Nella ricorrenza del più catastrofico evento della storia repubblicana desidero anzitutto ricordare le vittime, e con esse il dolore inestinguibile dei familiari, ai quali esprimo i miei sentimenti di vicinanza. Anche il senso di comunità che consentì allora di reagire, di affrontare la drammatica emergenza, e quindi di riedificare borghi, paesi, centri abitati, e con essi le reti di comunicazione, le attività produttive, i servizi, le scuole, appartiene alla nostra memoria civile. Profonda è stata la ferita alle popolazioni e ai territori. Immensa la volontà e la forza per ripartire». 

«Permangono irrisolte antiche questioni»

«La Repubblica - aggiunge - venne scossa da quel terremoto che aveva colpito aree interne e in parte isolate del nostro Paese ma tutto il Paese seppe unirsi e, come è accaduto in altri momenti difficili, l'impegno comune divenne la leva più forte per superare gli ostacoli. Le istituzioni democratiche trassero lezione dalle fragilità emerse: dopo quel 23 novembre 1980 nacque la Protezione civile italiana, divenuta nel tempo struttura preziosa in un Paese così esposto al rischio sismico e vanto per professionalità e capacità organizzative. Oggi città allora colpite, e paesi allora distrutti, hanno ripreso vita. L'opera di ricostruzione - prosegue Mattarella - ha mobilitato energie, in un percorso non privo di problemi e contraddizioni, con insediamenti divenuti parte di una rete economica e sociale di rilevante importanza per il Mezzogiorno e l'intero Paese. Permangono irrisolte antiche questioni, come il deficit occupazionale e l'emigrazione, le insuperate sofferenze delle aree interne. Lo sviluppo sostenibile, sfida accentuata dalla attuale crisi sanitaria, quarant'anni dopo il sisma, richiama la necessità di un analogo impegno comune che sappia utilizzare in maniera adeguata risorse finanziarie e progettuali destinate alla ripartenza dopo la pandemia». 

 

«Comprendo quanto sia stato doloroso rinunciare, a causa dell'emergenza epidemiologica, a una commemorazione solenne delle 77 persone, tra cui 66 bambini e adolescenti, che hanno perso la vita nel crollo della chiesa di Santa Maria Assunta. Questo anniversario è un appuntamento con la memoria che nessuna pandemia può farci mancare. È un'occasione per rinnovare sentimenti di vicinanza ai familiari delle tante vittime innocenti del terribile sisma che il 23 novembre del 1980 ha colpito l' Irpinia e il Sud Italia», scrive il Presidente del Senato Elisabetta Casellati.

Il messaggio di Casellati

Il Presidente Casellati aggiunge: «Ma deve anche rappresentare un esortazione a non darsi mai per sconfitti persino nei momenti più bui e dolorosi. Per questo è importante ricordare soprattutto il cuore con cui Balvano seppe reagire a tanto dolore e a tanta paura, con coraggio, tenacia e incredibile spirito di solidarietà. La forza di una comunità unita che con pazienza, sacrificio e impegno ha mantenuto viva la speranza e la fiducia nel futuro». «Una speranza che, come istituzioni, abbiamo il dovere di non deludere, con interventi e investimenti concreti per rendere più agevoli le ricostruzioni dei territori colpiti dai terremoti o da altre catastrofi ambientali, ma anche per mettere in sicurezza case, città e infrastrutture pubbliche. Perché nell'Italia che riparte dopo la pandemia non ci siano più altre tragedie come quella di Balvano, ponti che crollano o morti per frane, terremoti o alluvioni» conclude il Presidente del Senato.

Ultimo aggiornamento: 09:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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