Incubo Superbonus, un Natale al gelo per i lavori fatti male. Odissea di una famiglia perugina: «Ci salva una stufetta, nel salone abbiamo soltanto tredici gradi»

Mercoledì 28 Dicembre 2022 di Luca Benedetti
Il fotovoltaico sl tetto della casa in cui i lavori hanno mandato ko una famiglia

Aveva quasi festeggiato quando ha messo mano alla pratica del Superbonus 110%: settantamila euro per rifare gli infissi, mettere i pannelli fotovoltaici, il solare, la caldaia nuova di gran marca e anche la pompa di calore. Senza tirar fuori un centesimo perché la ditta che faceva i lavori si era accollata tutto. Invece, quando l’inverno ha bussato alle porte, il sorriso è diventato un incubo. La storia la racconta a Il Messaggero un professionista perugino, Roberto S. una casa nella zona di Ponte Felcino con vista sulla strada che porta verso Gubbio.
Roberto racconta: «Mi sembrava un sogno. Adesso, invece, quello che doveva essere la svolta è un incubo. Non funziona il fotovoltaico, non funziona la caldaia e non posso attivare la pompa di calore. Giusto per darvi un’idea di quello che stiamo passando nel salone, il giorno di Natale, avevamo tredici gradi».
Un bel po’ sotto i 19 gradi massimo indicati per tenere sotto controllo le spese di riscaldamento e gestire al meglio le eventuali impennate del caro energia, gas in testa. In quella famiglia vivono 4 persone padre, madre e due ragazzi di 14 e 17 anni. «Vi dico che mia figlia, la più piccola della famiglia-racconta ancora il professionista che sfida il gelo- la notte prima di andare a dormire scalda il letto con l’asciugacapelli. Non ho il coraggio di leggere la prossima bolletta dell’energia elettrica visto che la stufetta con cui ci scaldiamo in quanto a consumi non è che sia proprio sia risparmiosa».
La corsa a ostacoli verso un inverno da paura parte a ottobre.

Quando il professionista perugino, 57 anni, inizia a telefonare alla società toscana che ha effettuato i lavori e rilevato il suo credito per il Superbonus 110%. «Ho iniziato a chiamare-racconta- perché, a parte l’acqua calda, la caldaia a gas me l’hanno lasciata in modalità estate. Non posso far intervenire nessun altro tecnico altrimenti rischio di perdere la garanzia sui lavori. Ho provato da solo ma il display dice che la caldaia non funziona e basta. Non ci è stato lasciato neanche il libretto delle istruzioni. Telefono tutti i giorni in Toscana e tutti i giorni mi dicono che il tecnico arriverà. Ma all’inizio c’è stato un rimbalzo di responsabilità tra chi ha fatto i lavori, la ditta Toscana, e una ditta della Lombardia che doveva gestire la manutenzione degli impianti. Nel frattempo oltre alla caldaia bloccata si è fermato anche l’impianto fotovoltaico. Le batterie non ricaricano e i pannelli non producono più energia. È vero, sarebbe poca in questo periodo dell’anno, ma capite meglio, adesso, perché ho il terrore della prossima bolletta della luce». Ci sarebbe la pompa di calore, ma anche quella resta ferma i box per una questione burocratica. «E su questo- sottolinea con garbo il professionista perugino che vive al gelo da quando l’inverno ha fatto capolino- non ho nulla da dire. So che il contatore che devono piazzare per lo scambio sul posto non lo posso avare dalla sera alla mattina. C’è un tempo di attesa che può essere anche lungo e su quello non ho nulla da dire. Ci mancherebbe. È tutto il resto che ci mette in crisi in maniera assurda. Considerate che a volte ci viene voglia di aprire la finestra per far scaldare casa quando c’è un po’ di sole. Perché succede spesso e volentieri che è più freddo dentro che fuori. L’unica fortuna è che non ho problemi con l’acqua calda. Ma l’impressione è di vivere in una tenda, non nella nostra casa. Gli ultimi giorni sono stati pesanti. Il Natale in questa condizione non è stato bello passarlo. E il tecnico che ha detto che sarebbe venuto di lì a poco, dopo l’ultima chiamata, non risponde neanche più. Ormai non sappiamo a quale santo votarci».

Ultimo aggiornamento: 16:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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