Super green pass al lavoro, obbligo a scaglioni: da febbraio l'estensione a tutto il settore pubblico

Per il privato prevista una road map. I due nodi: salvaguardare le fabbriche e non intasare gli hub. Garanzie da Figliuolo

Lunedì 3 Gennaio 2022 di Marco Conti
Super green pass al lavoro, obbligo a scaglioni: da febbraio l'estensione a tutto il settore pubblico
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La quarta ondata è meno pericolosa, ma morde più velocemente e il governo non può abbassare la guardia e prepara nuove misure in vista del consiglio dei ministri di domani. In vista di quella che ormai sembra una certezza, ovvero l’estensione del Super green pass a tutti i lavoratori, ieri a palazzo Chigi si sono intrecciare le riunioni tecniche.

L’IMPENNATA

Il tema dell’obbligo vaccinale per il lavoro è complesso soprattutto per quanto riguarda il mondo del privato, arrivando ad interrogare persino le società sportive di calcio che, contando atleti ancora non vaccinati, chiedono al governo se possono far giocare i No vax o se è possibile sospendere lo stipendio anche a loro. I tempi stringono e una decisione, soprattutto in vista di una probabile impennata di casi dopo le ferie natalizie, dovrà essere presa domani per entrare in vigore magari già dal prossimo mese in modo da dare tempo a chi non lo è di vaccinarsi o completare il ciclo con seconda dose o booster. Altrettanto certo è che sul tavolo dei consiglio dei ministri non ci sarà l’obbligo vaccinale per tutti, a partire dai 18 anni in su, così come chiedevano molti presidenti di regione. «Se non l’obbligo, almeno si introduca il super Green pass per tutti i luoghi di lavoro e si estenda l’obbligo vaccinale ad altre categorie di lavoratori e lavoratrici, a quelle che più hanno relazioni col pubblico.

Già questo aiuterebbe», sostiene il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini.

 


L’obbligo di passaporto vaccinale rafforzato - dunque solo per guariti dal Covid o vaccinati, tenendo fuori chi può certificare l’assenza del virus con il solo esito di un tampone negativo - al momento è già pronto per i dipendenti della Pubblica amministrazione che mancano all’appello. Si tratta di una platea di circa 950 mila lavoratori, visto che per le forze dell’ordine, la scuola e il mondo della sanità l’obbligo è in vigore da tempo. La stretta dovrebbe però riguardare anche il settore privato sul quale si continua a ragionare su come procedere per evitare problemi soprattutto nelle fabbriche. Il nodo è ancora da sciogliere in vista di una soluzione che il premier Mario Draghi vuole il più condivisa possibile, «senza arrivare a strappi o divisioni», viene spiegato da chi ha avuto modo di parlare nelle ultime ore con il presidente del Consiglio.


Una delle proposte è quella di prevedere per il settore privato una sorta di road map, in modo da introdurre l’obbligo procedendo per comparti senza mettere in affanno alcune realtà produttive che, complice l’impennata dei contagi, sono già in difficoltà per le assenze e le scarse presenze. D’altra parte dei 5,5 milioni di italiani che resistono alla somministrazione del vaccino anti-Covid, 3 milioni sono nella fascia di età compresa tra i 30 e i 59 anni e procedere con un’estensione dell’obbligo per tutti i lavoratori potrebbe far salire significativamente l’asticella delle iniezioni. Inevitabilmente aumenterà la pressione sui centri vaccinali anche se il generale Francesco Figliuolo è ottimista e annuncia per questo mese, a fronte di un’attuale «potenzialità da 26 milioni di somministrazioni», ben 15 milioni inoculazioni. Un numero più alto rispetto a quello del dicembre appena passato, in cui il numero di inoculazioni effettuate è stato di 14,5 milioni».


Ma il problema dell’estensione del Green pass al lavoro, resta politico. L’introduzione dell’obbligo all’intero mondo del lavoro - senza distinzioni tra pubblico e privato - nell’ultimo consiglio dei ministri prima di Natale era stata chiesta dal ministro della Pa Renato Brunetta. Non se ne fece poi nulla per i dubbi sollevati da Lega e M5S: la prima critica sull’introduzione di una nuova stretta sui vaccini, la seconda, invece, scettica sulla scelta di procedere sul solo mondo del lavoro, lasciando fuori, ad esempio, disoccupati o studenti universitari.
E’ per questo che Draghi decise di rinviare la questione alla riunione del 5, anche con l’obiettivo di arrivare a una decisione che potesse essere comunicata con più tempo a coloro che non si sono ancora vaccinati. Ma nei partiti della maggioranza le divisioni restano e oggi ne discuteranno i parlamentari del M5S.

Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 08:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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