Cucchi, nuova consulenza: «Stefano non morì di epilessia»

Mercoledì 28 Novembre 2018 di Adelaide Pierucci
Cucchi, nuova consulenza: «Stefano non morì di epilessia»
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Stefano Cucchi non morì di epilessia. L’epilettologo di fama mondiale Federico Vigevano, in veste di consulente della procura, ha escluso che il giovane sia deceduto per una morte improvvisa causata dalla epilessia. “Escludo la morte per epilessia”, ha detto il professor Vigevano, “Non ci sono elementi indicativi di crisi epilettica. Non aveva avuto ricadute da cinque anni. Anche la posizione del ritrovamento del corpo, di fianco, naturale, esclude tale ipotesi”.

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Nel 2016 la perizia del collegio nominato dal gip - nell’inchiesta bis del caso Cucchi - invece - aveva sostenuto che la morte del detenuto avvenne “in maniera improvvisa e inaspettata a causa dell'epilessia in un uomo con patologia epilettica di durata pluriennale, in trattamento con farmaci anti-epilettici”.

 

 

Intanto è stato ufficialmente sospeso il procedimento disciplinare di destituzione del carabiniere Francesco Tedesco, che, con la sua denuncia, ha fatto luce sul pestaggio che avrebbe subito Stefano Cucchi. La circostanza è emersa oggi nella nuova udienza del processo per la morte di Cucchi, con una richiesta di acquisizione di documenti fatta dall'avvocato Eugenio Pini, difensore di Tedesco. La Corte allo stato non ha acquisito la documentazione, ritenendo la stessa potrà eventualmente transitare nel fascicolo processuale dopo l'esame dell'imputato. Cospicua la documentazione oggi posta all'attenzione dei giudici, ma non acquisita; nella stessa si ricostruisce l'iter di un procedimento disciplinare cui è da tempo sottoposto il carabiniere-imputato per la morte di Cucchi. Si parte con la nota di avvio dell'inchiesta disciplinare, e si continua con una serie di memorie, col primo diniego della richiesta di sospensione della destituzione, con la copia di un ricorso al Tar, fino all'accoglimento della nuova richiesta di sospensione del provvedimento di destituzione.

L'avvio del procedimento disciplinare è stato motivato dall'Arma col ritenere il comportamento del vicebrigadiere Tedesco «contrario ai principi di moralità e di rettitudine proprio del giuramento prestato, del grado rivestito, nonché dello status di militare in generale e di appartenente all'Arma dei carabinieri in particolare» ma anche «lesivo dell'immagine dell'Istituzione».
Nelle successive memorie proposte nel tempo, il militare nega con forza tutti i fatti-reato contestatigli, contestando anche la ricostruzione fatta della vicenda. Segue il testo di un ricorso al Tar Puglia, proposto per contestare il 'nò alla richiesta di sospensione dell'inchiesta disciplinare. Ultimo documento - quello ritenuto più importante - è il provvedimento di sospensione del procedimento disciplinare che ha fatto seguito proprio al ricorso al Tar proposto. Il Comando generale dell'Arma, considerato che Tedesco risulta imputato e che la procura di Roma ha aperto un nuovo fascicolo d'indagine successivo alle sue dichiarazioni accusatorie, prende atto «dell'indeterminatezza conseguente alla mancanza di elementi conosciutivi per definire con margini di sufficiente certezza la posizione disciplinare del militare e del concreto rischio di assumere decisioni che potrebbero rivelarsi in netto stridore con quanto sarà poi eventualmente statuito dal giudice penale», e «considerato la particolare complessità dell'accertamento relativo al fatto addebitato», determina «la sospensione dei termini del procedimento» disciplinare «fino alla data in cui l'Amministrazione avrà avuto conoscenza integrale della sentenza irrevocabile che conclude il procedimento penale».


Il geometra romano Stefano Cucchi, con problemi di tossicodipendenza, è morto il 22 ottobre 2009, a 31 anni, sei giorni nel reparto detentivo del Pertini dopo essere stato arrestato per detenzione di stupefacenti. L’11 ottobre 2018, durante il processo bis di primo grado, uno dei cinque carabinieri imputati ha confessato e accusato gli altri colleghi del pestaggio del giovane romano. Il carabiniere, Francesco Tedesco, nella sua deposizione, ha anche rivelato dell’esistenza di una nota scritta da lui stesso in cui spiegava che cosa era successo a Stefano Cucchi. La nota sarebbe stata inviata alla stazione Appia dei carabinieri e sarebbe stata fatta sparire.

 

Ultimo aggiornamento: 17:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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