Prorogare lo stato d’emergenza in Italia fino al 31 dicembre. Per fare in modo che il premier possa ancora emanare, se ne ce fosse bisogno, nuovi Dpcm, gli ormai mitologici decreti del presidente del Consiglio che hanno accompagnato gli italiani durante la fase 1 e 2 del coronavirus. La spinta arriva dal Comitato tecnico scientifico e anche al Ministero della Salute sono consapevoli che sarà un passaggio necessario.
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CONFRONTO - Il tema è stato sollevato durante gli ultimi vertici a Palazzo Chigi con i capidelegazione.
Non è una scelta facile, com’è immaginabile. E non solo perché lascia sul tavolo i Dpcm (strumenti legislativi che non hanno bisogno di passare dal varo delle Camere, al contrario dei decreti). Il “non detto” che spinge alla cautela è dettato dal timore che a settembre ci possa essere una seconda ondata di Covid, quella di ritorno, o che, nei migliori dei casi, i focolai che iniziano a puntellare il Paese si estendano in aree più vaste. C’è poi un altro aspetto: l’ombrello dello stato d’emergenza conferisce alla Protezione civile un ruolo ancora più centrale. In vista, per esempio, del ritorno a scuola. Ma se si parla con i tecnici e gli esperti, non si vedono molte alternative. Pensiamo ad esempio a tutti i provvedimenti che si stanno studiando e che dovranno essere applicati in tempi molto rapidi per la ripresa delle lezioni, dal distanziamento all’obbligo della mascherina in determinate condizioni se l’andamento dell’epidemia non sarà rassicurante: senza lo scudo dello stato di emergenza, c’è il rischio di paralizzare gli interventi. D’altra parte, sia pure nell’ambito di legislazioni differenti, anche altri paesi come la Spagna, sono ricorsi alla dichiarazione dello stato di emergenza.
LE TAPPE - In Italia tutto comincia il 31 gennaio, dopo che il giorno prima l’Organizzazione mondiale della sanità aveva dichiarato lo «stato di emergenza internazionale» per la pandemia di Sars-CoV-2. Il Consiglio dei ministri, su proposta di Conte, quel giorno delibera non solo lo stanziamento dei fondi necessari «all’attuazione delle misure precauzionali conseguenti alla dichiarazione di “Emergenza internazionale di salute pubblica” da parte della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)», ma anche «lo stato d’emergenza, per la durata di sei mesi, come previsto dalla normativa vigente, al fine di consentire l’emanazione delle necessarie ordinanze di Protezione Civile». I sei mesi stanno per terminare, sul tavolo ora c’è una proroga fino al 31 dicembre. Simone Canettieri Mauro Evangelisti © RIPRODUZIONE RISERVATA