Stadi, le regole con capienza al 75%: dai tifosi in tutti i settori al divieto di cambiare posto

Mercoledì 29 Settembre 2021 di Benedetto Saccà
Stadi, le regole con la capienza al 75%: tifosi in tutti i settori e divieto di cambiare posto
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Aumenteranno gli spettatori, decadrà la disposizione a scacchiera, crescerà il numero degli steward per limitare le code agli ingressi. Il pallone italiano corre lungo la via del ritorno alla normalità. Graduale ritorno, per l’esattezza. Come detto, verosimilmente a cominciare dalla metà di ottobre, gli stadi potranno accogliere più tifosi, visto che il Cts ha offerto al governo un parere favorevole per l’incremento della capienza massima degli impianti (all’aperto) dall’attuale 50 al 75% nelle zone bianche del Paese. E molto cambierà. La Figc è soddisfatta dell’evoluzione del quadro, mentre la Lega di Serie A assai meno perché avrebbe voluto subito la riapertura totale.

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COME IN TRENO
La crescita al 75% della capienza avrà un riflesso pratico immediato: la fine della distribuzione a scacchiera del pubblico e dunque, implicitamente, del distanziamento sociale. Avverrà, di fatto, ciò che è accaduto per i treni in occasione dell’innalzamento del riempimento delle carrozze all’80%. Niente più schieramento con una poltrona occupata e una libera, ma una disposizione che preveda due posti utilizzati e uno vuoto. Due sì e uno no. Negli stadi aperti per i tre quarti del pubblico massimo, insomma, sarà inevitabile trovare – dopo oltre un anno e mezzo – tifosi seduti gli uni accanto agli altri. Rimarrà obbligatorio, anche per questa ragione, l’uso della mascherina: da indossare all’interno dell’impianto coprendo il naso e la bocca. Naturalmente allo stadio si potrà entrare solo e soltanto con il Green pass.

In sostanza bisognerà mostrare, agli steward posizionati all’altezza dei tornelli il certificato verde che dimostri la vaccinazione contro il Covid o la guarigione dal coronavirus oppure il referto negativo di un tampone compiuto nelle 48 ore precedenti la partita. Proibito l’accesso a chiunque sia privo della certificazione verde.

LE FILE
Per evitare le code all’ingresso – e gli assembramenti – le società di calcio potenzieranno il meccanismo degli steward. Il numero crescerà in via direttamente proporzionale all’aumento del pubblico. Del resto bisogna annotare che l’incremento non sarà banale – tutt’altro. Allo stadio Olimpico di Roma, ad esempio, il totale degli spettatori crescerà da 32 mila a 48 mila con un balzo di 16 mila persone. Al “Giuseppe Meazza” di Milano si passerà dai 37.500 di oggi a quota 56 mila (+18.500 persone), mentre al “Diego Armando Maradona” di Napoli dai 27 mila ai 40 mila (+13 mila). Quanto all’Allianz Stadium di Torino, infine, sarà di 10.300 posti l’aumento che consentirà di ospitare non più 20.700 tifosi, ma circa 31 mila circa. E non è tutto. Perché alcuni club, come la Roma, già consigliano ai propri tifosi un orario (indicativo) cui presentarsi ai tornelli dello stadio proprio per evitare file, caos e assembramenti. È riportato su ciascun biglietto.

IDEA ABBONAMENTI
Va anche detto che non sempre, nel primo mese di stagione calcistica, i diversi settori degli impianti sono stati un esempio specchiato di ordine e rispetto delle norme. In alcuni casi, perfino, si sono notati interi spicchi chiusi per far confluire il pubblico in precisi settori – a quel punto pressoché stracolmi. Ecco, il Cts ha notato e osservato il panorama: e, così, ora alle società sarà chiesto – in modo netto e chiaro – di garantire il rispetto della capienza (del 75% appunto) in ciascun settore e non soltanto dell’intero stadio in termini assoluti. Non sarà concesso alcun margine interpretativo della regola. Agli steward, poi, sarà raccomandato di prestare una maggiore attenzione nella verifica dei documenti di identità degli spettatori e, soprattutto, del rispetto dei posti assegnati. Non ci si potrà spostare a piacimento. I vertici del nostro calcio, infine, ritengono possibile che gli stadi torneranno alla capienza massima del cento per centro entro la metà di novembre. Ancora sei o sette settimane, per intendersi. Solo a quel punto i club potranno valutare l’ipotesi di aprire una campagna abbonamenti per le restanti tredici partite casalinghe della Serie A.
 

Ultimo aggiornamento: 09:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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