Spostamenti tra Comuni a Natale, Speranza frena: «Peggio dell'estate». Scontro con Conte

Giovedì 10 Dicembre 2020
Spostamenti tra Comuni a Natale, Speranza frena: «Peggio dell'estate». Scontro con Conte

Il premier Giuseppe Conte avrebbe aperto una riflessione sull'opportunità di allargare le possibilità di spostamenti tra Comuni, in particolare i piccoli comuni, a Natale. È quanto apprende l'Ansa da fonti parlamentari. Il divieto di uscire dal Comune in cui ci si trova è previsto il 25 e 26 dicembre e l'1 gennaio. La riflessione aperta da Conte, secondo le stesse fonti, potrebbe portare a modifiche al decreto legge sul Covid o a un aggiornamento delle Faq del governo, con un'interpretazione estensiva delle situazioni di necessità che giustificano lo spostamento tra Comuni.

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Conte vedrà i capi delegazione al suo rientro dal Consiglio europeo di Bruxelles ma anche i capigruppo delle forze di maggioranza.

E proprio da Bruxelles il presidente del Consiglio avrebbe chiamato i capi delegazione per confrontarsi rapidamente con loro sull'ipotesi di aprire una riflessione sul tema, trovandoli concordi a un nuovo momento di discussione su una delle norme che ha suscitato maggior dibattito.

È una regola «un pò assurda e di difficile comprensione» quella che vieta gli spostamenti tra comuni a Natale. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nel corso di una diretta Facebook. «Mi auguro che la mobilità tra piccoli comuni sia assicurata», ha aggiunto Di Maio, auspicando che si «metta mano» a questa norma e indicando come un paradosso la possibilità di muoversi in una città da quasi tre milioni di abitanti come Roma e non tra piccoli comuni.

Lunedì potrebbe arrivare una proposta della maggioranza che oggi invece ha rifiutato di calendarizzare con urgenza la mozione per modificare il decreto sulla mobilità natalizia del centrodestra. «Si vuole solo politicizzare la discussione sul divieto di spostamento tra Comuni a Natale», accusano in una nota congiunta i capigruppo di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia al Senato, Massimiliano Romeo, Anna Maria Bernini, Luca Ciriani.

Allo stato attuale valgono ancora queste indicazioni riassunte nelle domande e risposte (le famose Faq) formulate dal governo.

I sindaci del Mugello

«Rivedere il divieto e consentire gli spostamenti nelle festività natalizie individuando degli ambiti di libero spostamento». È la richiesta che gli otto sindaci del Mugello - Giampiero Mongatti, Paolo Omoboni, Stefano Passiatore, Giampaolo Buti, Tommaso Triberti, Philip Gian Piero Moschetti, Federico Ignesti, Filippo Carlà Campa - hanno rivolto in una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ed anche al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. «Ci rivolgiamo a voi - si legge nella lettera - dopo che in queste ore abbiamo raccolto il dispiacere di molti nostri concittadini nel non poter passare queste festività con i propri genitori o figli. Capiamo bene lo sforzo e la grande responsabilità che avete nel fare il possibile per contenere questa pandemia e siamo grati per il vostro lavoro. Tuttavia riteniamo che gli ultimi provvedimenti, quelli inerenti le festività, siano molto severi e poco equi». I sindaci hanno precisato che «più piccola è una comunità e più è cosa ordinaria avere parenti stretti nei comuni limitrofi. Riteniamo opportuno, quantomeno per le festività, permettere il ricongiungimento dei genitori soli con i propri figli anche se non residenti nello stesso comune. Tanto più che, in caso di Regione in area gialla, la misura varrebbe solo per i tre giorni indicati». Secondo i primi cittadini «un ragionevole compromesso è di individuare degli ambiti nei quali applicare il divieto di spostamento per permettere a genitori e figli di passare insieme le festività».

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Di chi è l'idea

La suggestione di una revisione delle norme sugli spostamenti era stata rilanciata stamattina dal senatore renziano Andrea Marcucci: «Spero ancora di riuscire a modificare il decreto del Governo, per allargare il raggio degli spostamenti di chi vive nei piccoli Comuni, durante le giornate del 25, 26 dicembre e 1 gennaio. L'Italia non è fatta solo di grandi città. Lunedì spero che la maggioranza abbia una proposta concreta da sottoporre al Governo, durante la capigruppo in Senato». 

Zone gialle imminenti. Galli: «Ma in alcune aree della Lombardia virus ancora molto presente» 

Intanto domenica Piemonte e Lombardia passeranno in zona gialla, cosa che ha scatenato ottimismo ma anche prudenza.

Una terza ondata di Covid-19 dopo le feste di Natale e Capodanno «non l'ha necessariamente ordinata il dottore», quindi va fatto il possibile per scongiurarla. Ma «se non prendiamo tutte le necessarie precauzioni, e non continuiamo a mantenerle, non posso che accodarmi alle posizioni già espresse da alcuni miei illustri colleghi e dire che la ripresa della malattia a gennaio è un fatto quasi scontato». Parola di Massimo Galli, primario infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano e docente all'università Statale cittadina, che rilancia un richiamo alla responsabilità - individuale e istituzionale - anche in vista del passaggio della Lombardia da zona arancione a zona gialla. «Non ci possiamo permettere di non essere prudenti - spiega all'Adnkronos Salute - È una banalità, ma tutti i segnali che tirano verso il liberi tutti diventano pericolosi». Per lo specialista quella che viviamo «è oggettivamente una situazione che non consente in linea generale, e in particolare in alcune zone della Lombardia in cui il virus è comunque ancora molto presente, di applicare degli avventurismi, di avere atteggiamenti» che poi possono comportare effetti «estremamente negativi». Galli ammette che tutto sembra un pò «scaricato sui cittadini», ma innegabilmente «la responsabilità individuale è un fatto importante - ammonisce - Non possiamo andare nei luoghi dove più facilmente le persone si concentrano e rimanere stupiti dicendo "Ma guarda quanta gente c'è!". La domanda è "E tu? Anche tu sei lì insieme a loro"».

«L'imminente passaggio alla zona gialla è certamente una buona notizia. Significa infatti che la situazione continua a migliorare. Non è però né un traguardo né una condizione acquisita. Dipenderà di nuovo da noi evitare che il Natale possa provocare una nuova impennata dei contagi e consentire anzi un ulteriore abbassamento del rischio epidemiologico». Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, commenta così il prossimo passaggio della Lombardia alla nuova fascia. «La zona gialla porta con sé l'allentamento di diverse limitazioni, dall'attesa riapertura dei bar e dei ristoranti, anche se solo fino alle 18, alla possibilità di muoversi tra regioni dello stesso colore, almeno fino al 20 dicembre - aggiunge il primo cittadino -. Ma a minori limitazioni deve corrispondere maggiore responsabilità da parte dei cittadini: quella che a Bergamo non è mai venuta meno e che ci deve accompagnare anche durante le festività natalizie. A gennaio ci aspettano altri traguardi, a partire dalla riapertura di tutte le scuole e dei luoghi della cultura, che non possiamo assolutamente mancare».

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Seconda e terza ondata nel Lazio: i numeri a confronto

Una regione che è sempre stata gialla come il Lazio è per la linea della prudenza assoluta. «Non possiamo derogare dalla linea di rigore che ha accompagnato il Lazio in questi mesi con risultati che hanno evitato finora le ulteriori restrizioni di zona rossa. Venivamo guardati con sospetto quando, prima di altri, abbiamo proposto la mascherina obbligatoria sempre o quando ci siamo opposti alla riapertura degli stadi. Oggi siamo ancora in una situazione in cui bisogna essere molto prudenti e attuare misure proporzionate. Mi permetto di ricordare che quando è partita la seconda ondata avevamo un numero di casi giornalieri sei volte inferiori a quelli attuali, i ricoverati erano in media 600 a fronte degli oltre 3.000 di oggi, nelle terapie intensive un numero dieci volte inferiore ai 342 attuali e un numero dei decessi giornaliero tre volte inferiore. Con questa base di partenza di fronte ad una terza ondata il rischio è che vengano travolti gli argini. Ecco perché è fondamentale continuare ad abbassare la curva dei contagi e mantenere il massimo rigore. Guai a pensare che la battaglia è vinta». Lo ha dichiarato l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato intervenendo al XXX Congresso nazionale dell'Associazione italiana radioterapia e oncologia clinica (Airo).

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Gimbe: solo la Calabria sta migliorando

La Calabria è l'unica regione in cui tutti gli indicatori risultano in miglioramento rispetto alla settimana precedente. È quanto afferma la Fondazione Gimbe in merito al monitoraggio effettuato nella settimana 2-8 dicembre sulla diffusione del Covid 19. Dai dati della Fondazione emerge che il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva è del 16% e in area medica del 40. Riguardo ai casi attivi per ogni 100 mila abitanti, questo è di 532, con una percentuale di incremento dei casi del 10,8%. I casi testati per 100 mila abitanti sono 862 con un rapporto positivi-casi testati del 10,9%

Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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