Covid, i focolai aumentano, metà Italia richiude: «Fermiamo le scuole»

Sabato 27 Febbraio 2021 di Diodato Pirone
Covid, i focolai aumentano, metà Italia richiude: «Fermiamo le scuole»

La scuola rischia per l’ennesima volta di finire nella tenaglia della pandemia Covid rilanciata dalla variante inglese.

Ieri la Campania, flagellata da 2.000 contagi al giorno, ha annunciato la chiusura di tutte le scuole almeno fino a metà marzo quando saranno concluse le operazioni di somministrazione dei vaccini a tutti i 140.000 lavoratori delle scuole campane. Nelle Marche sono state chiuse tutte le superiori. E nelle decine di micro-zone rosse o “arancione scuro” moltissimi istituti hanno chiuso i battenti. 

 

LA SVOLTA


Di fronte a questa situazione il governo si prepara a valutare le indicazioni che potrebbero arrivare già in queste ore dal Comitato Tecnico Scientifico, pronto a tracciare un aggiornamento del quadro epidemiologico negli istituti. A prendere atto del rischio di «possibili chiusure» è lo stesso direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, per il quale considerare tali eventualità «è sempre doloroso. Ma laddove ci sono dei focolai o presenza di varianti è chiaro che tale decisione è assolutamente da considerare. Dobbiamo essere pragmatici. Il tasso di incidenza sta crescendo in età scolastica» e «ciò potrebbe essere conseguenza delle varianti che infettano di più i bambini ma senza forme gravi. Quest’ultimo è un elemento di cui tenere conto».

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L’obiettivo comune è fare chiarezza sui dati della diffusione delle nuove mutazioni del virus tra i ragazzi nelle aule: una richiesta che era arrivata nelle ultime ore dalle Regioni e che è stata portata all’attenzione dell’esecutivo - durante la cabina di Regia che si è riunita a Palazzo Chigi - dai ministri delle Autonomie e dell’Istruzione, Mariastella Gelmini e Patrizio Bianchi. Nella bozza del nuovo Dpcm le scuole restano aperte (alle superiori in presenza dal 50 al 75% degli studenti), ma il governo ha chiesto al Comitato tecnico scientifico di istituire un’apposita commissione che offra indicazioni chiare. Il Cts (preoccupato per l’andamento dell’epidemi nelle scuole) dovrebbe comunque fornire oggi il suo parere.


LO SCENARIO


La scuola è solo la punta dell’iceberg di una situazione epidemiologica pessima e che lascia intravedere una possibile terza ondata di Sars Cov-2 che renderebbe difficile anche la campagna vaccinale. Anche ieri i casi di nuovo contagio hanno superato quota 20.000, il rapporto tra tamponi e positivi è salito al 6,3%, ci sono ancora 253 morti in 24 ore. Non solo: dieci regioni hanno un Rt superiore all’1, in cinque il rischio complessivo è alto e in otto il tasso di occupazione in terapia intensiva è sopra la soglia critica. «È fondamentale - dice l’Istituto Superiore di Sanità nel suo rapporto settimanale - evitare tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo familiare e rimanere a casa il più possibile».
Sulla base delle indicazioni tecniche e dell’andamento dell’Rt il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato le ordinanze che passano le Regioni Basilicata e Molise (quest’ultima su sua richiesta) in fascia rossa e Lombardia, Piemonte e Marche in fascia arancione. La Liguria torna gialla tranne l’area di Sanremo che la Regione stessa tiene in arancione.


LE MICRO ZONE
Il quadro è completato da una miriade di micro zone rosse e arancione scure fra le quali forse finirà l’intera provincia di Frosinone dopo che ieri l’Emilia-Romagna ha chiuso quella di Bologna. La situazione più grave sembra essere quella della provincia di Brescia dove domani la Regione Lombardia ha previsto vaccinazioni di massa in alcuni comuni. 


«Alla luce del chiaro trend in aumento dei contagi - sottolinea l’Istituto superiore di sanità - sono necessarie ulteriori e urgenti misure di mitigazione sul territorio nazionale e puntuali interventi» locali «per evitare il sovraccarico dei servizi sanitari».

 

Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 12:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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