Nuovo stop per 4 mila professori bloccati dalla riforma Fornero

Mercoledì 19 Marzo 2014 di Angela Padrone
Nuovo stop per 4 mila professori bloccati dalla riforma Fornero
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Pasquale, nato l’uno gennaio del 1952, nell’autunno del 2011 aveva gi presentato domanda di pensionamento dal suo lavoro di professore di scuola media, dopo 38 anni di onorato servizio con studenti sempre più difficili da gestire. Invece il suo pensionamento fu bloccato dalla riforma Fornero. Oggi ancora spera di essere liberato dal suo forzato congelamento in classe. Ma non ce la fa neanche stavolta: perché la Ragioneria Generale dello Stato ha detto no: non ci sono le coperture per rimediare al caso di 4 mila insegnanti che allora erano già con un piede fuori dalla porta e che invece sono rimasti chiusi in classe.





LE CIFRE

Da allora sono stati presentati vari progetti per rimediare e in Parlamento è arrivato un testo unificato, che però non ha superato il vaglio della copertura finanziaria. La Ragioneria ha calcolato che per mandare in pensione finalmente quegli insegnanti che ritenevano allora di averne diritto in base alla regola della quota 96 (anni di anzianità più età anagrafica), servirebbero 35 milioni di euro nel 2014, altri 105 nel 2015 e 101 milioni nel 2016, più (ancora) 94 milioni nel 2017 e 82 nel 2018. Oltre 400 milioni di euro. Tutti soldi che verrebbero a mancare nelle casse dell’Inps. «Allo stato - sostiene la Ragioneria - non risultando economie accertate a consuntivo che possano fare fronte ai maggiori oneri valutati per l’attuazione del provvedimento, non può considerarsi idonea una copertura finanziaria di oneri certi con economie di entità eventuale e incerta».



GIOVANI IN ATTESA

Il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, non si arrende e annuncia una nuova risoluzione, anche sulla base dell’ipotesi che, se questi insegnanti andassero via, le porte della scuola potrebbero accogliere altrettanti giovani, in questo momento forse con più energie e buona volontà.





SCATTI RIPRISTINATI

Invece è stato risolto positivamente l’altro caso degli stipendi degli insegnanti che si erano visti minacciare, poche settimane fa, un taglio degli scatti di anzianità già maturati nel 2013. Per qualcuno poteva trattarsi di una decurtazione fino a 150 euro al mese. Un errore, che fu prontamente scoperto che ora è stato sanato con l’approvazione definitiva di un testo che dà una soluzione anche alle questioni economiche del personale ausiliario Ata. Quindi sono stati ripristinati gli scatti d'anzianità per il 2014 consentendo di recuperare quelli del 2012 e 2013. Viene demandato a un'apposita sessione negoziale il riconoscimento dell'anno 2012 ai fini della progressione stipendiale dei dipendenti della scuola (insegnanti e personale non docente). E, nelle more della conclusione di questa sessione (non oltre il prossimo 30 giugno) al personale interessato è mantenuto il trattamento economico corrisposto nell'anno 2013. Infine, grazie a un emendamento è stata risolta anche la vicenda della richiesta di restituzione delle somme percepite dal personale Ata per mansioni aggiuntive.





La decisione ha fatto tirare un sospiro di sollievo al ministro, Stefania Giannini: «Con l'approvazione del decreto si è corretto il tiro rispetto ad un errore commesso in passato. Ora dobbiamo lavorare sul futuro. Dobbiamo uscire dalle emergenze continue, progettare una scuola che ridia dignità agli insegnanti, ma che metta al centro soprattutto il diritto dei nostri giovani ad una formazione adeguata per affrontare il futuro».

Ultimo aggiornamento: 20:51

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