Ue dura sui conti, ma il governo tira dritto. Salvini: «Juncker? Parlo solo con i sobri»

Martedì 2 Ottobre 2018
Salvini a Juncker: «Parlo solo con persone sobrie»
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Ancora alta tensione sulla linea Roma-Bruxelles.

Di fronte alla scelta dell'Italia di innalzare il deficit al 2,4% del Pil nel prossimo triennio, per finanziare misure espansive come il reddito di cittadinanza e il taglio delle tasse, mettendo a rischio la discesa del debito, l'Europa ritrova una voce sola e fa sapere di pretendere il rispetto delle regole sul fronte dei conti pubblici. 

Spread, con l'impennata l'Italia rischia una stangata da 20 miliardi

La linea va difesa con forza in Europa, a maggior ragione dopo gli attacchi «pregiudiziali» subiti. È il messaggio che i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini portano al ministro dell'Economia Giovanni Tria, nel gabinetto di guerra convocato a Palazzo Chigi. La difesa della linea si punta su due pilastri: deficit 2019 al 2,4% e avvio da subito di quota 100 e reddito di cittadinanza. Ma per rispondere al rischio di bocciatura immediata della manovra in Ue, Lega e M5s danno al ministro un appiglio: si garantirà la discesa del debito, anche con la disponibilità ad abbassare il deficit per il 2020 e il 2021 sotto la previsione iniziale del 2,4%. 
 

Nel corso della giornata però è un'escalation di dichiarazioni, che riaccendono i timori su una possibile uscita dall'euro mentre lo spread, vale a dire il differenziale fra i btp e i bund tedeschi, sfonda i 300 punti base e Piazza Affari chiude nuovamente in rosso dopo una seduta all'insegna del nervosismo. Se il premier Giuseppe Conte prova a giocare il ruolo del mediatore promettendo un'accelerazione proprio della «discesa del rapporto debito/Pil», il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini sceglie invece la provocazione: «io parlo solo con le persone sobrie», dice commentando le affermazioni del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, che ha evocato un rischio Grecia per l'Italia. In attesa della pubblicazione della nota di aggiornamento al Def, dove saranno fissati i nuovi parametri per deficit, debito e crescita e che è attesa per domani in Parlamento (ma ulteriori dettagli - spiega in serata Di Maio - «saranno definiti domani mattina»), un nuovo vertice di governo è stato convocato a Palazzo Chigi dal premier Giuseppe Conte.

«Tutti insieme avanti determinati con gli impegni presi», twitta il presidente del Consiglio insieme alla pubblicazione di una foto della riunione dove si vedono seduti attorno ad un tavolo Salvini e Maio, il ministro dell'Economia Giovanni Tria e i suoi vice Massimo Garavaglia e Laura Castelli, il ministro degli Esteri Enzo Moavero. Ufficialmente l'esecutivo giallo-verde tiene la linea approvata nel Consiglio dei ministri dello scorso giovedì: «noi non torneremo indietro di un millimetro», assicura Di Maio di fronte alle ipotesi che circolano di una revisione dell'indebitamento nel prossimo triennio. E comunque se modifiche dovessero mai rendersi necessarie, ora «è troppo presto» secondo il ministro il ministro degli Affari europei Paolo Savona, in missione a Strasburgo. In una partita già difficile, aumentano la confusione due diverse esternazioni, entrambe targate Lega: la prima è firmata dal presidente della commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi, «straconvinto che l'Italia con una propria moneta risolverebbe gran parte dei propri problemi».

Parole che, prima, causano un tonfo dell'euro e, poi, obbligano il premier a correre ai riparti con parole rassicuranti. Come se non bastasse, il capogruppo dei leghisti di Montecitorio Riccardo Molinari, parlando con i giornalisti dopo aver incontrato il presidente del Consiglio, spiega (salvo ritrattare successivamente) che il caos sui mercati è 'colpà del reddito di cittadinanza, i cui confini sarebbero troppo indefiniti. Ma è appunto l'intera giornata a essere caratterizzata da botte e risposte. Alle affermazioni del presidente della commissione Juncker che ieri aveva evocato un rischio Grecia anche per l'Italia, oggi fa eco il numero due dell'Ue, Valdis Dombrovskis, che dall'Ecofin (dove Tria ha dato forfait proprio per scrivere il quadro macro della manovra) ribadisce come l'Europa, Austria compresa, sia pronta a applicare le regole del Patto di stabilità. Insomma, il governo italiano non può contare neanche sugli amici sovranisti: anche il ministro delle finanze di Vienna che ha la presidenza di turno Ue dell'Ecofin Hartwig Loeger chiede chiarimenti e invita Roma «al rispetto delle regole».

Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 10:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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