Fondi russi ai partiti, Mantici (ex dirigente del Sisde): «Ingerenza americana, hanno aspettato 5 anni per parlare»

L'ex capo: «Queste operazioni ci sono sempre state e non sono una coincidenza»

Giovedì 15 Settembre 2022 di Marco Ventura
Fondi russi ai partiti, Mantici (ex dirigente del Sisde): «Ingerenza americana, hanno aspettato 5 anni per parlare»
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»»«Sono i tempi a essere sospetti.

Non c'è dubbio che la scelta di rendere pubblico adesso, a pochi giorni dal voto in Italia, quello che era stato scoperto e analizzato cinque anni fa, è un'ingerenza, anche se nel merito non c'è poi da stupirsi. Che grandi potenze paghino per influenzare le opinioni pubbliche e i partiti di paesi che ritengono sensibili è un dato storico: lo fanno tutti, da sempre». Alfredo Mantici, ex capo degli analisti del Sisde e oggi professore di Indagini, investigazioni e cyber security alla Unint, valuta con occhio smaliziato ed esperto le rivelazioni d'oltreoceano. «Nel 1948, la DC riuscì a vincere contro il Fronte popolare anche grazie agli enormi finanziamenti della CIA, mentre il PCI prendeva valigie e valigie di dollari dall'Unione Sovietica. Quindi la notizia di questi giorni non è niente di nuovo e non deve sorprenderci».

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Allora il problema qual è?
«L'Italia è o no nell'elenco dei venti Paesi? Sembra di no. Se la risposta fosse sì, essendo questo documento datato 2017, se il Dipartimento di Stato intende farlo uscire a due settimane dalle elezioni in Italia, questo è un tentativo di ingerenza americana sull'elettorato italiano. Altrimenti lo avrebbero reso pubblico allora. I tempi dell'uscita sono sospetti rispetto alla data di redazione del documento. L'Italia è l'unico paese che va al voto il 25 settembre. E questa roba esce il 12!».
Può essere che al Dipartimento di Stato non abbiano considerato questa coincidenza?
«Certo che l'ha considerata e il partito che eventualmente verrà indicato, nella speranza ipotetica di Washington, dovrebbe essere danneggiato dalla rivelazione. Può anche darsi che il nome del partito o dei partiti esca dopo le elezioni, per condizionare la formazione e l'attività del governo, nella ipotesi che siano uno o due partiti della coalizione vincente».
Questa coincidenza non rischia di tradursi in un boomerang?
«Sì, se i media sollevano un problema sul tentativo di ingerenza. Non su chi è stato pagato nel 2017, ma su chi nel 2022 ha divulgato la notizia. Se il Dipartimento di Stato viene a sapere qualcosa e lo dice subito non c'è nulla di strano, ma se lo dice 5 anni dopo».
Potrebbe dipendere dalla linea di Biden, di voler rendere pubbliche le rivelazioni d'intelligence invece di tenerle riservate?
«Davvero voi giornalisti credete che si renda tutto pubblico? Si rende pubblico quello che fa comodo».
Altre situazioni analoghe in passato?
«Non esistono nel mondo dell'Intelligence solo le fonti e gli informatori, ma gli agenti di influenza, persone appartenenti a un servizio straniero che lavorano in Italia non tanto per acquisire informazioni classificate, ma per manipolare il processo decisionale e politico o il processo amministrativo. Signori che frequentano gli ambienti politici e dell'alta finanza e avendo a disposizione enormi quantità di denaro, tentano di orientare le scelte nei campi della difesa, alta tecnologia o politica pagando. Nell'archivio Mitrokhin risultavano pagamenti per interpellanze parlamentari contro gli americani, fatte da deputati di centro che chiedevano scandalizzati se un certo poligono fosse stato inquinato dall'uranio impoverito e ci fossero cancri nella popolazione. Tutto questo serviva a manipolare l'azione di governo e l'opinione pubblica. Lo fanno tutti, a ovest e a est. Gli agenti di influenza sono difficili da scoprire, non sono gli agenti che si espongono per rubare segreti, ma chi va a pranzo e cena e in cambio di una congrua mazzetta ottiene che venga fatto ciò che chiede. I russi in questo sono maestri».
Che cos'altro la colpisce?
«L'isteria e le accuse esagerate. Nessuno è pulito. Va bene analizzare il fenomeno, commentarlo, attribuire le giuste responsabilità, ma se trovi un finanziamento di 5mila euro dato da una multinazionale energetica per un convegno, ed è facile trovarlo, non è che sia la Terza guerra mondiale. Chi conosce il mondo sa come va, si reagisce con le contromisure adeguate».
Come?
«Pagando qualcuno in Russia che parli male di Putin. Io vengo dal mondo dell'intelligence, reagirei con operazioni di intelligence».
 

Ultimo aggiornamento: 16:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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