Ruby, due settimane fa l'ultimo regalo
dal premier: «La somma è alta»

Sabato 29 Gennaio 2011 di Massimo Martinelli
Ruby
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ROMA - “La somma grande”, dice Ruby al telefono. Forse il saldo per il suo silenzio. Fatto sta che l’ultimo incasso della giovane marocchina davvero recente: poco pi di due settimane fa. Cio il giorno prima della firma del mandato di comparizione che la procura di Milano ha notificato al premier, contestando il reato di concussione per il suo intervento in Questura per farla rilasciare e il reato di prostituzione minorile, per aver avuto rapporti con lei quando era minorenne. E intanto si scopre che a chiamarlo direttamente sul suo cellulare, la sera del fermo di Ruby, fu Michelle, la brasiliana che poi ospitò la stessa Ruby dopo il rilascio.



Le ultime accuse sono nero su bianco nelle pagine dell’invito a comparire per Nicole Minetti, la consigliera regionale accusata di aver reclutato le escort per la villa di Arcore. E mettono in luce anche alcune apparenti irregolarità nelle attività difensive degli indagati, tra i quali ci sono anche Emilio Fede e Lele Mora. Ad esempio il ruolo di Luca Giuliante, che in un primo momento aveva assunto la difesa di Ruby e poi aveva rinunciato lo scorso 29 ottobre, dopo aver appreso che lo stesso Mora, suo antico cliente, era indagato. E che quindi sorgeva un problema di incompatibilità. Eppure è sempre Giuliante il punto di riferimento di Ruby, almeno fino ad un paio di settimane fa, anche se lei, formalmente, ha dato un nuovo mandato al penalista Massimo Dinoia. Tanto che è sempre Giuliante a fare da tramite tra lei e il premier per quello che, secondo i pm, è il pagamento di una somma che potrebbe essere il prezzo del suo silenzio. Forse, addirittura, quei soldi che lei aveva annotato nella sua contabilità e che le hanno sequestrato. C’era scritto ”quattro milioni e mezzo da Silvio Berlusconi ke ricevo tra 2 mesi».



Come testimoniano le ultime telefonate intercettate, come quella del 7 gennaio scorso tra Ruby e Luca Giuliante.: Ruby: «Ti volevo dire una cosa, come si chiama l’altro avvocato?»; Giuliante: «Dinoia»; Ruby: «Dinoia. Io lo chiamo e non risponde, cioè a volte è staccato e a volte non risponde»; Giuliante: «Ma perché credo che sia all’estero»; Ruby: «Ti volevo chiedere un cosa, siccome io praticamente non ho modo di parlare con la persona che tutti e due conosciamo (sorridendo).. praticamente mi aveva dato una volta un aiuto tramite sempre l’avvocato.. avrei bisogno dello stesso aiuto, perchè comunque in questo periodo non sto lavorando»; Giuliante: «Ci penso io lunedì (10 gennaio, ndr), non ti preoccupare». Il lunedì successivo, 10 gennaio, Ruby richiama: «Allora novità?»; Giuliante: «Guarda, vedo Massimo (Dinoia, ndr.) domani pomeriggio per quella cosa che mi hai chiesto»; Ruby: «Ma ne hai già parlato con la persona diretta?». Giuliante: «No, lo faccio attraverso Massimo.. ti faccio sapere qualcosa domani sera, ti chiamo io». Passano due giorni e Ruby parla con la segretaria di Giuliante, Simona, che le chiede di cosa ha bisogno: Ruby: «No, beh, perchè lui doveva sentire sia Massimo che Ghedini, no?».



In effetti le cose si sono sbloccate,
come si evince da questa ultima telefonata, sempre del 12 gennaio, il giorno prima che i pm Boccassini, Forno e Sangermano firmino le 389 pagine di accuse al premier. Giuliante: «tu sei già andata da...?»; Ruby: «Sbrigo la cosa da?»; «Giuliante: «Sei già andata da Massimo?»; Ruby: «No, no.. vado da Lele a ’sto punto»; Giuliante: «No, no. no.. con Massimo eh. comunque ascolta: fai così..»; Ruby: «Dimmi»; Giuliante: «Fai quello che devi fare, poi ci vediamo in studio. Da me.. nel senso che ha proposito della richiesta che mi hai fatto, bisogna sempre muoversi di persona, e ne ho parlato ieri sera con Massimo, quindi diciamo che il problema io l’ho rappresentato a Massimo»; Ruby: «Comunque il discorso è che la somma è grande perciò.. comunque vabbè dai, vedo cosa devo fare e poi ci sentiamo dopo»: Giuliante: «passa in studio da me, ciao».



Che Ruby fosse già stata omaggiata dal premier, solo tre mesi prima, si evince da un’altra telefonata intercettata lo scorso 27 settembre scorso, quando la ragazza aveva parlato con una donna, presumibilmente dello staff del presidente del Consiglio. Ruby: «Salve, sono Ruby, avevo da riferirle un messaggio, se lo poteva riferire al Presidente»; Donna: «Mi dica»; Ruby: «Gli può dire, cortesemente per il lunedì quando sale se mi può contattare?»; Donna: «Dove, a Roma?»; Ruby: «No, no, no. A San Martino (villa San Martino ad Arcore, ndr.) e poi se lo può ringraziare per il regalo»; Donna: «Va bene»; Ruby: «La ringrazio»; Donna: «prego, prego».



E ancora, sempre nell’invito a comparire notificato a Nicole Minetti, c’è l’ultima versione, forse la più veritiera, sulle modalità con le quali fu richiesto l’intervento di Berlusconi per far rilasciare Ruby la sera del 17 maggio scorso, quando il capo di gabinetto Ostuni si sentì dire dal premier in persona che quella ragazza era la nipote di Mubarak. A mettere in allarme Berlusconi, chiamandolo sul suo cellulare privato, fu una escort: la brasiliana Michelle De Coinceicao, la stessa che poi si presentò davanti alla Questira di via Fatebenefratelli a Milano con Nicole Minetti e che ospitò la ragazza in casa sua. Lo ha raccontato lei stessa, davanti ai magistrati allibiti lo scorso 14 febbraio, poco più di due settimane fa: «Siccome la Rubi precedentemente mi aveva raccontato di essere stata il 24 febbraio 2010 ad Arcore presso la residenza del Presidente del Consiglio e mi parlava spesso di Emilio e della Nicole, poiché io avevo il numero del Presidente lo chiamai. Parlai col Presidente e gli chiesi conferma se conoscesse la Rubi, e Berlusconi disse di sì. Chiesi pertanto al Presidente del Consiglio se poteva trovare un avvocato per aiutarla in qualche modo perché gli riferii nel dettaglio che la Rubi era stata portata in Questura perché era stata accusata di furto. Dopodiché il Presidente mi disse se io avevo il numero di Nicole Minetti, io risposi di sì e il Presidente mi disse di chiamare la Minetti» Le chiedono: «Lei ha telefonato al Presidente del Consiglio perché lei era in possesso di un numero di cellulare del Presidente del Consiglio; le ha risposto lui personalmente?». E Michelle: «Si, certo». Le chiedono: «Ma perché lei aveva un numero del Presidente del Consiglio?». E lei: « Io ho conosciuto il Presidente del Consiglio tramite il mio ex fidanzato, e cioè A.D., peraltro la persona come ho già detto che mi ha portato in Italia. Quando è finita la nostra relazione io sono rimasta in mezzo ad una strada, non sapevo che cosa fare e siccome quando avevo conosciuto il Presidente Berlusconi mi aveva dato un suo recapito telefonico e sapevo che il mio ex amante era amico del Presidente Berlusconi, lo chiamai. Lui fu molto gentile e disponibile dicendo “Vedrò quello che posso fare”. Questo successe nel febbraio 2009. Mi sono recata ad Arcore il 9 febbraio 2009, sono stata ricevuta da Berlusconi».
Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 19:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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