Roma, variante indiana: boom di stranieri ricoverati, è allarme

Venerdì 21 Maggio 2021 di Camilla Mozzetti
Roma, variante indiana: boom di stranieri ricoverati, è allarme

È un’incidenza che tende gradualmente a scendere quella sui ricoveri negli ospedali ma c’è un altro aspetto da tenere in considerazione: i pazienti che ancora si trovano nei reparti Covid e anche nelle Terapie Intensive.

Non solo italiani, non solo romani.

Nelle ultime settimane almeno nei grandi ospedali della Capitale, primari ed anestesisti hanno registrato la presenza - tutt’altro che banale - di pazienti stranieri, asiatici per lo più e quindi indiani e pachistani che da anni vivono a Roma ma che hanno sempre lasciato aperto un “canale” con il proprio Paese di origine. E benché il virus abbia iniziato a “mordere” di meno queste persone complice la scarsa vaccinazione lo contraggono lo stesso - anche in variante - e finiscono poi in ospedale. 

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Gli scenari

È il caso del policlinico Umberto I dove la presenza degli stranieri è corposa almeno nella Terapia Intensiva: «A fronte di 25 persone ricoverate - spiega Francesco Pugliese, direttore del Dea e ordinario di Anestesia e rianimazione alla Sapienza - stiamo curando 7 persone asiatiche che vivono nella Capitale ma sono nate e cresciute in India o in Pakistan». Non è un numero irrilevante perché si tratta del 30% dei pazienti che versano in gravi condizioni. «Pensiamo che l’andamento dei ricoveri di persone straniere - conclude Pugliese - sia legato a un duplice aspetto: la scarsa vaccinazione tra comunità che pur risiedendo nella Capitale non si sono immunizzate e gli stili di vita che le stesse persone adottano ad esempio nel vivere in molti in un unico appartamento per cui diventa difficile poi pensare anche alla ricostruzione dei contatti avuti». 

Il nodo del tracciamento

Analoga riflessione la espone Massimo Andreoni primario di Tor Vergata e direttore della Società italiana di malattie infettive. «Anche da noi l’incidenza dei ricoveri di persone straniere è un po’ più alta rispetto alle scorse settimane e dunque rispetto alla percezione di una riduzione complessiva su ingressi e ricoveri c’è un aumento specifico molto legato al fatto che queste persone sono meno coperte dal vaccino perché non lo hanno fatto e diventa difficilissimo tracciarne i contatti». 

Generalmente la pressione sugli ospedali va riducendosi giorno dopo giorno: a ieri nel Lazio si contavano 1.323 persone nei reparti ordinari Covid più 205 in Terapia Intensiva. Una settimana fa il dato era più alto: i ricoveri ordinari erano 1.599 e le occupazioni nelle Terapie intensive 231. Ieri poi a fronte di un aumento di tamponi (più 2.600 sul giorno precedente) i nuovi positivi erano 471 (meno 87 rispetto a giovedì) Nella Capitale, con 258 casi nuovi, «il livello di rischio scende a “basso” », fanno sapere dall’Unità di crisi regionale. Motivo per cui riprenderà la chirurgia programmata in molti ospedali già dalla prossima settimana.
 

Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 11:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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