Roma, l'allarme dei presidi: «Così torniamo in Dad, impossibile fare lezione»

Giovedì 24 Giugno 2021 di Lorena Loiacono
Roma, l'allarme dei presidi: «Così torniamo in Dad, impossibile fare lezione»

Proprio come in un pollaio, nelle aule scolastiche non c'è più posto per nessuno. Tra i banchi non c'è più spazio e, per chi resta fuori, la lista d'attesa è sempre più lunga. Neanche il Covid, con l'imposizione del distanziamento, è riuscito a suo modo a risolvere il problema delle classi pollaio. A Roma, infatti, le aule scoppiano.

Non è cambiato nulla rispetto al pre-Covid, quando comunque con 30 alunni si faceva fatica a far lezione: adesso è impossibile. E così a settembre, se dovesse restare il vincolo del metro di distanziamento tra gli alunni, negli istituti superiori torneranno i turni per la presenza, la didattica online e i gruppetti separati con la necessità di trovare la vigilanza per non lasciare solo nessuno. Quest'anno infatti, proprio come lo scorso anno in piena pandemia, nonostante l'emergenza sanitaria non ci sono state deroghe al regolamento nella composizione delle classi che arrivano a superare i 25 ragazzi per classe fino a 30 e oltre.

LE DECISIONI
In attesa di capire che cosa si deciderà a settembre per la scuola, in tema di distanziamento in classe e obbligo di mascherina, gli istituti superiori si preparano a dover fare di nuovo i conti con la didattica a distanza: «Ho classi da 29 ragazzi dichiara la preside del liceo Righi, Monica Galloni è chiaro che se devo distanziarli di un metro dovrà rimetter in piedi i turni in presenza. Ho anche 35 studenti in lista d'attesa, cosa posso fare? Se avessi potuto avrei attivato un'altra sezione, ma non posso».
Aule sovraffollate anche al liceo classico Mamiani: «le prime classi sono tutte con 27 fino a 30 alunni spiega la dirigente Tiziana Sallusti - più i ripetenti, ovviamente, andiamo ancora più su. Ma non posso fare altrimenti, visto che comunque c'è anche la lista di attesa quindi non posso lasciare fuori ancora più studenti. Faremo i turni, tra distanza e presenza. Possiamo contare su aule spaziose ma ce ne sono anche tante piccole, non bastano per tutti».

LE DIFFICOLTÀ
Un problema numerico che, in termini didattici, si trasforma in difficoltà oggettive: «Inevitabilmente aumentano anche le difficoltà quest'anno, visto che i ragazzi del primo anno vengono da due anni di scuola media in grave in pandemia. Dovremmo seguirli di più ma con 30 alunni in classe sarà complicato». I problemi sono tanti, anche per chi ha classi sovraffollate ma non eccessivamente: «Abbiamo mediamente 25 ragazzi per classe - spiega Stefano Sancandi, dirigente scolastico del liceo Primo Levi - in media con il passato: non c'è stato un miglioramento del rapporto numerico, per snellire le classi. Quindi, se tutto dovesse restare così, con il distanziamento, a settembre la scuola potrà ospitare il 60-70% degli studenti. Il resto va in didattica a distanza, praticamente come abbiamo concluso l'anno. Gli studenti potrebbero stare tutti in classe solo se la condizione epidemiologica lo consentirà. Ma non abbiamo numeri certi».

LE SOLUZIONI
Sarà complicato anche per gli istituti che svolgono molte ore di laboratorio, dove il numero degli studenti in presenza deve essere ridotto: «Ho classi con due o tre disabili, quindi il numero complessivo è ridotto rispetto ai 30 alunni delle altre scuole spiega Danilo Vicca, preside del liceo artistico Enzo Rossi ma sono comunque tanti perché nei laboratori si va in 12 al massimo. Gli altri restano in classe a svolgere i compiti assegnati, con un docente del potenziamento che deve essere chiamato per vigilare. Spero che non ci sarà bisogno di lasciare nessuno a casa ma, se resta il distanziamento, almeno un 20% dei ragazzi andrà a distanza».
 

Ultimo aggiornamento: 12:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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