Roma, duemila tamponi al S. Raffaele: aumentano i pazienti positivi

Domenica 7 Giugno 2020 di Alessia Marani
Roma, duemila tamponi al S. Raffaele: aumentano i pazienti positivi

Alla San Raffaele, la clinica di via della Pisana, al Portuense, quartiere a Sud Ovest di Roma, decretata zona rossa per la presenza del Covid dal prefetto, la Asl Roma 3 e le speciali unità dei medici del pronto intervento per l'emergenza coronavirus, le Uscar, hanno già effettuato oltre 700 tamponi. I casi positivi sono saliti a 35.

Ma dai pre-test se ne attendono ancora di più man mano che arriveranno le risposte dai laboratori che lavorano anche di notte. La situazione dagli esperti è definita «preoccupante». La sanità laziale conta che per circoscrivere e tracciare l'intero focolaio nel centro di riabilitazione che fa capo allo stesso gruppo che ha avuto analoghi problemi a Rocca di Papa, Cassino e Montecompatri, i tamponi effettuati saranno almeno duemila, quanti gli abitanti di un paese di provincia. «Questo cluster non ci voleva, non bisogna mai abbassare la guardia - spiega l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato -. Stiamo risalendo a tutti i contatti dei positivi, amici, parenti, colleghi, avuti fino a 14 giorni prima del contagio. E anche ai dimessi in quel periodo. Un lavoro enorme, meticoloso. Li andremo a cercare uno a uno. Non tralasceremo nulla».

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La Asl ha richiesto l'elenco degli accessi a partire dal 1 aprile nonché le presenze dei lavoratori e il registro della rilevazione delle temperature. Per i dipendenti negativi che non hanno un domicilio adeguato dove trascorrere la sorveglianza sanitaria, sono stati messi a disposizioni hotel dedicati.

Nella giornata di ieri il Lazio ha, così, registrato il picco crescente di positivi dopo l'avvio della Fase 2, ossia 28 di cui 24 ascrivibili proprio al cluster della Pisana. Dei contagianti nella casa di cura, 9 sono dipendenti, 2 esterni - entrambi familiari di operatori sanitari - e 20 sono degenti, dei quali 18 già trasferiti e 2 in trasferimento allo Spallanzani e nei Covid hospital. È stato confermato il decesso di un paziente anziano affetto da parkinson e diabete, risultato positivo al tampone naso-faringeo.

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«Al momento la priorità è la salute pubblica - aggiunge D'Amato - ma avvieremo un audit molto dettagliato per capire come il virus possa essere penetrato all'interno della struttura nonostante le rigide disposizioni anti-Covid. Vanno vagliate eventuali negligenze o non rispetto delle raccomandazioni, si tratterà di un'inchiesta molto circostanziata perché per il gruppo San Raffaele non è la prima volta». Il fascicolo è destinato a finire nelle mani dei carabinieri del Nas. 

La pista più battuta è che un manutentore che aveva già lavorato precedentemente nel centro riabilitativo di Rocca di Papa finito sotto indagine della Procura per l'alto numero di decessi e contagi, e sposato con un'operatrice sanitaria, anche lei positiva, possa avere veicolato il virus fino alla Pisana. L'impiego dei dipendenti in più strutture è una delle criticità nella lente degli ispettori. «Il rischio che comportano gli accessi dall'esterno nei presidi sanitari rimane un tema cruciale», dice D'Amato. Ieri la Asl 3, con una nota a firma del commissario Giuseppe Quintavalle affermava che «l'ipotesi più accreditata del caso indice è relativa ad alcuni operatori sanitari, ma si resta in attesa della conclusione dell'indagine epidemiologica».

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Dal San Raffaele sottolineano la «massima collaborazione con le autorità sanitarie», convinti che ad avere importato il Covid sia stato piuttosto uno dei pazienti trasferiti da un altro ospedale, «ci risulta che gli operatori si siano positivizzati dopo i degenti, ma in ogni caso aspetteremo l'esito dell'analisi epidemiologica che dovrebbe concludersi oggi», fanno sapere. Non a caso è stato, intanto, avviato dalla Asl uno screening anche presso l'European Hospital, struttura di provenienza di alcuni contagiati dove inizierà un periodo di osservazione nei reparti e tutti i degenti e lavoratori saranno sottoposti a tampone periodicamente.

La probabilità che un paziente possa essersi infettato in maniera autonoma è ritenuta la meno probabile poiché si fanno i tamponi in uscita prima del trasferimento.

A meno che non si sia trattato di falsi-negativi. Anche il San Raffaele che è un Irccs, un Istituto di ricovero e cura a scopo scientifico, esegue tamponi in accettazione in via sperimentale, che potrebbero non avere funzionato. I parenti di una donna arrivata dall'European Hospital il 12 maggio per la riabilitazione sono certi che abbia contratto il Covid alla Pisana. «Al 99,9 per cento visto che lei era stata trasferita dopo due tamponi negativi e anche il test». La signora, asintomatica e con bassa carica virale, adesso è al Covid Columbus, volevano rimandarla a casa, ma non c'erano le condizioni per assisterla.

«Al momento il focolaio è circoscritto e l'ipotesi maggiormente accreditata circa il caso indice è riferita ad alcuni operatori, siamo però in attesa delle conclusioni dell'audit. Da domani - spiega Alessio D'Amato - l'indagine epidemiologica verrà estesa in prima battuta ai pazienti e ai loro contatti stretti dimessi dalla struttura nelle ultime tre settimane ovvero a partire dal 18 di maggio. Potranno recarsi per i test, in sicurezza, da domani mattina in uno dei due drive-in della Asl Roma 3 situati presso l'ex ospedale Forlanini (entrata piazza Carlo Forlanini) e il secondo in via di Casal Bernocchi, 73. Verrà fatto contestualmente anche un recall telefonico da parte della Asl - conclude - e si risalirà a tutti i contatti. Li andremo a cercare uno a uno. Al momento i casi positivi sono stati tutti trasferiti dalla struttura e rimaniamo in attesa dell'esito degli ultimi tamponi».

 

Ultimo aggiornamento: 13:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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