MODENA - Sale il sole nella notte di Vasco. Un'alba spettacolare sulle note di Così parlò Zarathustra per accompagnare l'entrata in scena del rocker più amato che, in preda allo stupore nel suo giaccone giallo, resta senza parole di fronte alla marea di facce che lo fronteggia. È una sera da non dimenticare, la sera più grande della sua vita che pure gli ha dato un bel po' di soddisfazioni e riconoscimenti, sicuramente molti più di quelli che si sarebbe aspettato, lui bad boy che si era tuffato nella musica prendendo la carriera per le corna. Dopo quarant'anni, quanti ne festeggia, è diventato il rocker del consenso: piace a tutti e le dimensioni della corrida di Modena lo racconta in modo sfacciato, mentre prova a spiegare tutto quello che gli sta succedendo. Eccolo prendere la sua storia e srotolarla dall'inizio alla fine, da scavezzacollo reietto a eroe senza avversari, ingigantito da un magnifico superschermo che ne rimanda il primo piano, come se quattro decenni di vita potessero passare in sole tre ore e mezzo. C'è qualche invenzione circense, come i fuochi finali, e c'è qualche gag (come il flash mob durante Rewind, con la nuvola di reggiseni bianchi con stampata la frase tormentone della canzone: «fammi godere»).
Ultimo aggiornamento: 09:47
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