Reithera, arriva l’esenzione (solo fino al 30 settembre) per chi ha la doppia dose

Giovedì 5 Agosto 2021 di Graziella Melina
Reithera, arriva l’esenzione (solo fino al 30 settembre) per chi ha la doppia dose

I volontari che hanno partecipato alla sperimentazione del vaccino Reithera possono tirare un sospiro di sollievo.

Per accedere ai luoghi pubblici oppure per viaggiare, non dovranno preoccuparsi del green pass. Almeno per ora. Il governo ieri ha infatti deciso di esonerare dalla certificazione verde, ma solo per 60 giorni, chi ha completato la vaccinazione sperimentale. Mentre invece chi ha ricevuto una sola inoculazione, se vorrà avere il green pass, dovrà fare l’eterologa, cioè farsi somministrare una seconda dose di uno dei vaccini autorizzati dall’Ente regolatorio europeo (Ema).

La sperimentazione di Reithera

 
Per il migliaio di persone vaccinate con Reithera, che da diverso tempo chiedono di poter aver il green pass, finalmente arrivano risposte certe. «Me lo auguravo e sono contento - ammette Massimo Bellani pensionato, 70 anni a settembre, uno dei volontari che ha accettato di testare il vaccino a Pisa - Era da tanto che aspettavamo di sapere come fare per aver il green pass». Quando si prospetta la possibilità della certificazione verde per i vaccinati, anche Bellani aveva infatti provato a capire come richiederlo. 

 


LA STORIA DI MASSIMO
«Ho telefonato al dipartimento di medicina sperimentale dell’Università di Pisa dalla quale dipende questa sperimentazione e ho chiesto di poterlo avere». Ma la risposta è stata categorica: niente green per chi partecipa ad una sperimentazione. «Ho due dichiarazioni rilasciate dall’ospedale – ripeteva incredulo - una attesta che ho fatto il vaccino e un’altra indica la mia risposta agli anticorpi. È tutto in regola». Ma senza una indicazione definitiva da parte del governo, la trafila che lo aspettava sarebbe stata la stessa di un no vax. 
«Prima di tornare mercoledì in Italia dalla Svizzera, ho dovuto fare il tampone. E poi, avrei dovuto rifarlo anche per andare al cinema, al teatro o allo stadio». Bellani non si è mai scoraggiato. «Sono deluso per la lentezza della burocrazia. Ma credo nelle vaccinazioni. E se tornassi indietro lo rifarei. Spero tanto che diano il via libera a un vaccino nazionale. Se si può produrre in Italia perché bisogna andare a comprarlo in America?». Le prospettive per i volontari di Reithera ora sono definite. «Questa decisione è un modo per uscire da una situazione imbarazzante – rimarca Mauro Pistello, ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all’Università di Pisa e vicepresidente della Società italiana di Microbiologia – I volontari si sono dimostrati orgogliosi di partecipare ad uno studio italiano, ma alla fine erano rimasti senza una certificazione verde». 


Resta ora qualche interrogativo. «Partendo dal concetto che una dose non è sufficiente – spiega Pistello – per portarli a un livello di protezione significativa e potergli dare il green pass ora dovranno fare l’eterologa. Ma così facendo, queste persone di fatto escono dallo studio di Reithera. Si tratta, dunque, di una decisione che in qualche modo impedisce di valutare la protezione conferita da una singola dose». Anche se qualche dubbio sulla efficacia di una singola iniezione gli scienziati ce l’avevano già. «La situazione attuale vede la diffusione della variante delta, e noi sappiamo che questa mutazione non viene protetta da una singola dose. Quindi è chiaro che quello studio è morto sul nascere”. Per chi ha fatto due dosi, il problema del green pass si ripresenterà presto. 
Graziella Melina

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Ultimo aggiornamento: 7 Agosto, 11:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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