Niente Reddito di cittadinanza a chi lascia il lavoro e ai finti divorziati

Mercoledì 2 Gennaio 2019 di Andrea Bassi
Niente Reddito a chi lascia il lavoro e ai finti divorziati
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Il Reddito di cittadinanza avrà dei “filtri” anti-furbetti. È una delle novità contenute nella bozza della misura bandiera del Movimento Cinque Stelle. Il primo di questi paletti servirà ad impedire che un lavoratore si licenzi per poter ottenere il sussidio e, magari, poi continuare in “nero” la sua opera. La bozza del decreto sul Reddito prevede che non avranno accesso al sussidio «i nuclei familiari che abbiano tra i componenti soggetti disoccupati a seguito di dimissioni volontarie nei dodici mesi successivi alla data delle dimissioni», fatti salvi ovviamente i casi di giusta causa. Una norma ad hoc, poi, sarà inserita per evitare le separazioni o i divorzi di comodo. «I coniugi», si legge nella bozza del provvedimento, «permangono nel medesimo nucleo anche a seguito di separazione o divorzio, qualora continuino a risiedere nella stessa abitazione».

Dunque, fin quando saranno sotto lo stesso tetto due persone anche se separate o divorziate saranno considerate, ai fini del Reddito di cittadinanza, come marito e moglie. Un altro paletto anti-furbetti, poi, riguarda i figli. La si potrebbe definire una sorta di clausola “anti-bamboccioni”. Per impedire che i figli si stacchino dai nuclei familiari per incassare il reddito andando a vivere da soli ed evitando così che il reddito dei genitori inibisca l’accesso a quello di cittadinanza, la norma prevede che un figlio maggiorenne è considerato comunque a carico della madre e del padre se ricorre anche solo una di tre condizioni. La prima è che sia minore di 26 anni. In questo caso è sempre considerato sulle spalle dei genitori. Un modo anche per non erogare il Reddito agli studenti fuori sede. La seconda è che sia «nella condizione di essere a loro carico ai fini Irpef».

Da quest’anno sono considerati fiscalmente a carico i ragazzi fino a 24 anni che hanno un reddito fino a 4 mila euro, e quelli oltre i 24 anni che hanno un reddito massimo di 2.840 euro. Infine, terza condizione, il figlio è considerato comunque a carico dei genitori se, pur non abitando più con loro, non ha a sua volta figli. 

LE ALTRE NOVITÀ
Il Reddito di cittadinanza andrà anche ai cittadini stranieri di Paesi extraeuropei in possesso di un permesso di soggiorno e residenti in Italia da almeno cinque anni. È previsto anche che il Reddito non possa essere erogato a chi si trova in uno stato di detenzione, e a chi si trova ricoverato in strutture di cura i cui costi sono completamente a carico dello Stato. Confermate poi, tutte le altre indicazioni contenute nella bozza anticipata dal Messaggero il 31 dicembre scorso. I requisiti per l’accesso al Reddito sono stati resi più stringenti da parte del governo. Non si terrà conto solo dell’Isee complessiva che non potrà superare i 9.360 euro, ma anche un reddito familiare che non potrà oltrepassare i 6 mila euro (per un single) elevati in base alla composizione del nucleo familiare fino a un massimo di 12.600 euro. Altro paletto è il valore del patrimonio immobiliare che non potrà andare oltre i 30 mila euro, sempre ai fini Isee, mentre quello mobiliare non dovrà superare i 6 mila euro, elevati fino a 10 mila euro per un nucleo di tre persone, e di ulteriori 1000 euro per ogni figlio successivo al secondo, più altri 5 mila euro per ogni componente con disabilità. Non ci devono poi essere intestatari di auto nuove (immatricolate nei sei mesi precedenti la domanda) o di grossa cilindrata (sopra i 1600 cc), moto sopra i 250 cc e barche. Il reddito di cittadinanza, spiega sempre la bozza, sarà istituito «a decorrere dal mese di aprile 2019» e il sostegno decorrerà «dal mese successivo a quello della richiesta». Si potrà beneficiare del nuovo sostegno al reddito «per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi» rinnovabile «previa sospensione dell’erogazione per un mese prima di ciascun rinnovo». A fronte di circa 1,8 milioni di famiglie che vivono sotto la soglia di povertà, la platea con i requisiti per accedere a reddito e pensione di cittadinanza, come si legge in una prima bozza di relazione tecnica, sarebbe di oltre 1 milione e 375mila nuclei familiari, compresi quelli di stranieri se residenti da almeno 5 anni e in possesso di permesso di soggiorno.

LE MISURE

Beneficiari
L’aiuto andrà
anche a 200 mila
nuclei stranieri


Il Reddito di cittadinanza andrà anche ai cittadini stranieri di Paesi extraeuropei in possesso di un permesso di soggiorno e residenti in Italia da almeno cinque anni. È una delle novità della bozza che va controcorrente rispetto alle dichiarazioni del governo. Era stato il ministro del lavoro Luigi Di Maio a parlare di una possibile esclusione degli extracomunitari. Una precisazione salutata, allora, con favore da Matteo Salvini. La relazione tecnica che accompagna il provvedimento stima in 259 mila i nuclei familiari composti da soli stranieri. Di questi solo 62 mila verrebbero esclusi dal Reddito, portando la platea a circa 200 mila nuclei. 

I requisiti
Oltre all’Isee si terrà conto
delle entrate familiari


Non solo un’Isee complessiva entro i 9.360 euro, ma anche un reddito familiare che non superi i 6 mila euro (per un single) elevati in base alla composizione del nucleo familiare fino a un massimo di 12.600 euro. Sono alcuni dei paletti previsti nella bozza del reddito di cittadinanza, che dovrebbe confluire in un unico decreto da varare a metà gennaio. Altro paletto un valore del patrimonio immobiliare non oltre i 30mila euro, sempre ai fini Isee, e mobiliare non oltre i 6mila euro, elevati fino a 10mila euro per un nucleo di tre persone, e di ulteriori 1000 euro per ogni figlio successivo al secondo, più altri 5 mila euro per ogni componente con disabilità. Non ci devono poi essere intestatari di auto nuove (immatricolate nei sei mesi precedenti la domanda) o di grossa cilindrata (sopra i 1600 cc), moto sopra i 250 cc e barche.

I tempi
Partenza ad aprile, durerà
18 mesi e sarà rinnovabile


Il reddito di cittadinanza sarà istituito «a decorrere dal mese di aprile 2019» e il sostegno decorrerà «dal mese successivo a quello della richiesta». Si potrà beneficiare del nuovo sostegno al reddito «per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi» rinnovabile «previa sospensione dell’erogazione per un mese prima di ciascun rinnovo». A fronte di circa 1,8 milioni di famiglie che vivono sotto la soglia di povertà, la platea con i requisiti per accedere a reddito e pensione di cittadinanza, come si legge in una prima bozza di relazione tecnica, sarebbe di oltre 1 milione e 375mila nuclei familiari. I calcoli sono stati fatti partendo dalle dichiarazioni sostitutive uniche ai fini Isee relativi al 2017. I costi si attestano a 6,1 miliardi nel 2019, che salgono a 7,8 miliardi nel 2020, a circa 8 miliardi nel 2021

Gli importi
Assegno di 500 euro
più altri 280 euro
per chi è in affitto


L’assegno non sarà di 780 euro, ma di 500 euro. Funzionerà come una integrazione al reddito. Se, per esempio, le entrate mensili sono di 200 euro, si aggiungeranno solo altri 300 euro. A 780 euro arriverà soltanto chi non abita una casa di proprietà ma deve pagare un affitto. In questo caso verrà riconosciuto un contributo fino a 280 euro al mese. Se la famiglia vive in una casa di proprietà, ma ha ancora sulle spalle un mutuo da pagare, allora sarà riconosciuto un contributo di 150 euro al mese. Un contributo analogo sarà assegnato agli anziani che percepiranno la pensione di cittadinanza e vivono in una casa presa in locazione
 

Ultimo aggiornamento: 17:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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