La senatrice Puppato contro tutti:
il Pd è diventata una palude

Venerdì 26 Settembre 2014 di Giorgio Gasco
La senatrice Puppato contro tutti: il Pd è diventata una palude
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MESTRE - La parola d’ordine è unità. Ma nel Pd il timore di una frattura è tutt’altro che sommerso. A Roma, Renzi tra accelerazioni e frenate, sembra giocare come il gatto col topo con i compagni della minoranza del partito. In Veneto si cerca di tenere le fila per evitare troppe discussioni e proteste. Ma il campo da attraversare per arrivare al voto regionale del 2015 è minato. Basta una parola, una richiesta intimativa sui metodi di scelta, per accendere una pericolosa miccia.

Mercoledì il deputato e segretario regionale Roger De Menech ha convocato a Roma deputati e senatori veneti per iniziare il cammino verso le primarie con le quali di dem sceglieranno il candidato governatore da contrapporre al centrodestra orientato a riproporre il leghista Luca Zaia. L’intenzione è quella di ottenere un’investitura plebiscitaria per uno dei tre candidati finora ai blocchi di partenza: l’eurodeputata Alessandra Moretti, in evidente "pole position", la deputata Simonetta Rubinato, il senatore Giorgio Santini.

Sul tavolo dell’incontro romano è arrivata una lettera del capogruppo in consiglio regionale Lucio Tiozzo. Parole pesanti per sancire il giudizio dei dem dell’assemblea veneta sulle regole delle primarie. «Chi perde - scrive Tiozzo a De Menech - si scordi di avere vantaggi successivi come essere candidato a consigliere» oppure ottenere risarcimenti di più alto livello. Nessun nome, ma le cronache portano ad un indirizzo preciso: la trevigiana Laura Puppato, ora senatrice, prima capogruppo come Tiozzo, poi candidata a presidente del Consiglio alle primarie vinte da Renzi, infine "promossa" a capolista alle politiche.

La miccia è accesa e l’interessata non si lascia sfuggire la replica. «Un originale modo di concepire la realtà - annota "allibita" la Puppato - Le persone che si spendono in una lunga campagna per le primarie avendo una importante base di consenso in Veneto, automaticamente non potranno neppure rappresentare la loro provincia in Consiglio regionale. Tiozzo diventa una specie di tagliatore di teste per i coraggiosi e generosi che si spendono per il Pd. Guai a chi partecipa! Ma siamo pazzi?». La Puppato non risparmia bordate e ritiene che l’ultimatum del compagno di partito affonda le radici «nella palude mai risanata del centralismo che non ha amato e non ama le primarie e che tenta in ogni modo di impedirle, e nasce da un eccesso di anni di presenza in politica e questo, evidentemente, non fa bene alla logica e al buon senso». Ovviamente, viene rispedita al mittente anche l’accusa di avere ottenuto la candidatura a capolista come risarcimento del dopo-primarie. «Il ragionamento di Tiozzo è falso - dice la Puppato - Tanto che il Pd non mi ha candidata capolista per la mia performance nazionale». E anche se fosse accaduto «cosa ci sarebbe stato di sbagliato o di male? Tabacci, con un suo partito alle spalle, ha avuto metà dei miei consensi e nessuno si è sognato di toglierlo dalle liste per la Camera». E allora perché è stata candidata? La senatrice mette sul tavolo i dati di un sondaggio Swg successivo alle primarie a premier «dal quale risulta che ero l'unica candidata spendibile con un valore aggiunto in Veneto per il Pd. Infatti ho raddoppiato i risultati di interesse e consenso rispetto al secondo, Flavio Zanonato, tra i non elettori Pd, recuperando un terzo in più dei voti tra gli elettori abituali di centrosinistra».

Tanto basterebbe per tentare di diventare l’anti-Zaia. «Ho posto una condizione al Pd sulla quale basare la mia candidatura - sottolinea la senatrice - Sarebbe una bella sfida avviare in Veneto il laboratorio per un nuovo centrosinistra aperto a 5Stelle. Nessuna risposta». Allora resterà a Palazzo Madama per buona pace di Tiozzo? «Mai dire mai».
Ultimo aggiornamento: 14:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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