Il vaccino Pfizer, con un intervallo di 8 settimane tra la prima e la seconda dose, garantisce livelli di anticorpi più alti.
Pfizer, dosaggi e anticorpi
I livelli di anticorpi sono diminuiti dopo la prima dose, ma i livelli di cellule T - un diverso tipo di cellula immunitaria - sono rimasti invece elevati: un intervallo di tempo più lungo, tra prima e seconda dose, porta a un minor numero di cellule T in generale ma a una proporzione più elevata di un tipo specifico, chiamato cellule T helper, che serve a garantire la memoria immunitaria. «Questo studio – ha dichiarato il ministro dei vaccini, Nadhim Zahawi - fornisce ulteriori prove che questo tipo di intervallo si traduce in una forte risposta immunitaria. Esorto quindi ogni adulto a prendere entrambe le dosi del vaccino per proteggere se stesso e chi ci circonda, stiamo cercando di offrire a milioni di persone più vulnerabili un vaccino di richiamo da settembre proprio per mantenere questo tipo di protezione».
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A dicembre, quando in Gran Bretagna i vaccini sono stati somministrati agli anziani, il Comitato congiunto di vaccinazione e immunizzazione (JCVI) ha raccomandato un intervallo di 12 settimane tra le dosi. Poi è stato ridotto a otto settimane a maggio, con l'aumento delle forniture di vaccini. «La raccomandazione originale di JCVI era di 12 settimane – ha spiegato la professoressa Susanna Duanchie, dell'Università di Oxford, a capo del gruppo di ricerca - e si basava su molte conoscenze provenienti da altri vaccini che spesso hanno un intervallo più lungo tra le dosi, per fornire al sistema immunitario la possibilità di dare coperture più alte. Ma ora penso che otto settimane siano necessarie contro la variante delta. Sfortunatamente, non vedo il virus indietreggiare, quindi è necessario bilanciare le dosi di vaccino per ottenere la migliore protezione possibile».