Salvini: «Con Orban cambio la Ue»

Martedì 5 Giugno 2018 di Cristiana Mangani
Salvini: «Con Orban cambio la Ue»
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 È il primo appuntamento in Europa per il nuovo governo giallo-verde: il Gai di Lussemburgo, il vertice dei ministri di Giustizia e Affari interni, dove si decidono le sorti dei paesi che affacciano sul mare. Matteo Salvini non potrà esserci perché si vota la fiducia in Senato, ma al suo posto andranno, con un preciso mandato, il direttore del Dipartimento dell'immigrazione Gerarda Pantalone, il vice capo di gabinetto Emanuela Garrone, e l'ambasciatore italiano a Bruxelles, Maurizio Massari. La posizione del ministro è di totale chiusura verso negoziati che ci danneggiano ulteriormente. «Diremo no a questa riforma del Trattato di Dublino - dichiara - perché quello degli sbarchi e dell'accoglienza di centinaia di migliaia di non profughi non può continuare a essere un problema solo italiano. O l'Europa ci dà una mano concretamente, oppure sceglieremo altre vie. Ho avuto una telefonata cordiale con il primo ministro ungherese Viktor Orban, lavoreremo per cambiare le regole di questa Unione europea».

LA BULGARIA
Il documento sul tavolo delle trattative prevede una modifica del Regolamento che si basa sulla posizione di mediazione proposta dalla Bulgaria. Ed è peggiorativo per l'Italia, visto che stabilisce che il ricollocamento dei migranti non avvenga automaticamente, come invece stabilito nel piano votato dal Parlamento europeo. La distribuzione ci sarebbe solo nel caso in cui venisse superata la soglia del 150 per cento delle quote previste. E dopo approvazione della Commissione.

Salvini sta studiando il dossier immigrazione, e alla cancelliera Angela Merkel che ha teso una mano, replica: «Che l'Italia sia stata lasciata da sola è evidente. La nostra delegazione dirà no, perché l'Europa qualche mese fa ci ha promesso aiuto, e invece la direzione sta andando in un altro senso: ci penalizza a favore dei paesi del Nord e dell'Est Europa. Lavoreremo con il ministro degli Esteri e delle Politiche comunitarie per sensibilizzare i vicini, perché altrimenti assomigliamo a un condominio dove gli italiani pagano di più degli altri condomini ma non hanno gli stessi servizi». Dichiarazione che sembra contrastare con quella detta in serata, secondo la quale potrebbe nascere un accordo con Orban e il fronte di Visegrad.

«Le altre vie possibili» per reagire, il responsabile del Viminale le sta cercando tra le leggi e gli accordi internazionali, nelle esperienze di chi lo ha preceduto. È una strada in salita e sembra averlo capito. Anche se torna in auge l'ipotesi dei respingimenti e della chiusura dei porti alle navi delle Ong, che scelgono di portare i migranti in Italia anche se vengono recuperati in acque maltesi. Tentativi di reazione che restano difficili da attuare.

VOTO A FINE GIUGNO
Dalla giornata di oggi a Lussemburgo non uscirà una decisione definitiva, ma sarà solo un confronto tra ministri. La vera posizione del Consiglio si avrà il 28 e il 29 giugno, quando si svolgerà un vertice a Bruxelles per discutere della riforma dell'eurozona e di migrazioni, della situazione in Libia e dell'accordo sul nucleare. «La posizione del no a priori alla riforma - interviene l'europarlamentare di Possibile Elly Schlein, relatrice della riforma del Regolamento di Dublino per il gruppo dei Socialisti e Democratici - non ha altra utilità se non quella propagandistica. Se vuol fare gli interessi dell'Italia, Salvini si sieda a negoziare e abbia il coraggio di chiedere ad Orban di fare la propria parte. Capisco sia difficile, quando sino a ieri applaudiva alla costruzione di muri, ma il tempo della propaganda è finito». Obiettivo di molti potrebbe essere quello di far saltare il tavolo delle trattative e arrivare alle elezioni del Parlamento europeo del 2019 senza aver trovato un accordo.

In attesa di vedere come andranno le cose, il ministro sembra aver abbassato i toni.

Ha aggiornato gli incontri al ministero con i direttori del Dipartimento e ha dichiarato: «C'è un'ottima squadra, non smonteremo il lavoro del mio predecessore. Se qualcuno ha fatto qualcosa di utile, di intelligente, anche se aveva una maglietta diversa, non riconoscerlo sarebbe sciocco. Non arrivo al ministero con la clava per cambiare tutto. Arrivo in punta di piedi per studiare, ascoltare, capire».

Ultimo aggiornamento: 11:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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