Un impero milionario e una faida familiare finita in tribunale. E' la vicenda che coinvolge il Gruppo San Carlo, l’impero delle patatine che nel 2022 ha avuto un fatturato di 323,8 milioni di euro. Alberto Vitaloni, 88 anni, è l’ex presidente del Gruppo.
Cosa è successo
Nonostante le sue condizioni di salute, racconta oggi il Corriere della Sera, Vitaloni continua a valutare le operazioni societarie. Alcune, secondo il figlio, sono milionarie. E vanno a vantaggio della sorella. Francesco sostiene anche di non sapere dove sia il padre. E nemmeno in quali condizioni versi e chi lo assista. Presumibilmente si trova in casa della sorella. Dove però gli è impedito l’ingresso. Ma non si tratta solo di una faida familiare. Nella storia ci sono due magistrati. Una è la dottoressa Rossana Guareschi, a cui il capo della Procura Marcello Viola ha appena deciso di affiancare il procuratore aggiunto Letizia Mannella «trattandosi di delicato procedimento penale che necessita di solerte trattazione».
«Gli hanno impedito di rivedere il figlio»
I due avvocati Mario Marino e Carlo Taormina dicono anche che Alberto ha espresso il desiderio di vedere il figlio. Che sarebbe stato espresso in una delle udienze del tribunale. Ma questo, è il ragionamento dei legali, gli è in qualche modo impedito. Perché? «L’unica risposta plausibile è che ad Alberto Vitaloni gli accertamenti clinici non arrecherebbero nessun danno, mentre ci sarebbero problemi seri solo per Susanna Vitaloni e i suoi famosi professionisti (medici, avvocati, notai, manager) che fingono che Alberto Vitaloni stia bene, facendogli sottoscrivere atti di Consiglio d’amministrazione che non comprende, facendogli firmare email scritte dai professionisti della figlia, insomma facendogli compiere ogni tipo di atto necessario a Susanna per mezzo di firme e sottoscrizioni varie, vergate flebilmente da mano tremolante e da soggetto totalmente incapace».
Gli acquisti immobiliari
Al centro della contesa anche alcune operazioni immobiliari. Per esempio l’acquisto di due case e due posti auto in via Corridoni per la spesa di quasi cinque milioni di euro. E quello di una villa con i terreni circostanti in provincia di Olbia per altri due. Vitaloni avrebbe «comprato e poi donato la nuda proprietà a Susanna, che nulla ha pagato». L’inchiesta potrebbe ridisegnare gli assetti di Unichips Finanziaria, la holding di controllo delle partecipazioni in cui oggi Susanna è a capo. C’è anche un terzo fratello, Michele, che però è disabile. Francesco dice che non sa dove si trovi, se a Milano o altrove. Anche su questo, è l’ipotesi di chi accusa, il personale incaricato di seguirlo potrebbe aver firmato, in fase di assunzione e pena sanzioni, giuramenti per il silenzio.
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