Vescovo (amico del Papa) condannato per abusi, il Vaticano affida al difensore le indagini nel seminario

Lunedì 27 Giugno 2022 di Franca Giansoldati
Vescovo (amico del Papa) condannato per abusi, il Vaticano affida al difensore le indagini nel seminario
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Città del Vaticano – E' l'ennesimo testa-coda nella gestione del pasticciato caso del vescovo Gustavo Zanchetta, l'amico personale di Papa Francesco che venne spostato dalla Argentina al Vaticano, cinque anni fa, per sottrarlo alle inchieste in corso nella sua ex diocesi di Orano. Le indagini della magistratura argentina portarono ad una condanna a quattro anni e mezzo di reclusione per abusi sessuali su giovani seminaristi. L'ultimo capitolo di una ingarbugliata sequenza di decisioni imbarazzanti riguarda la misteriosa nomina di padre Javier Belda Iniesta - il canonista che ha difeso Zanchetta nel processo canonico aperto in parallelo al tribunle della Congregazione per la Fede. Sarà lui a condurre l' investigatio praevia dentro al seminario in cui sono stati rilevati gli abusi e dove le vittime si sono dovute fare forza per denunciare il potente vescovo argentino che vantava una amicizia inossidabile con il pontefice. L'ex difensore di Zanchetta ora si trova nelle vesti di investigatore e dovrà ascoltare le vittime che hanno portato l'abusatore in prigione

A mettere in luce questa vistosa anomalia sono stati due giornali e un blog, Il Tribuno de Salta, Crux e Silere non Possum. Tutti rilevano che questo passaggio è avvolto dalla massima segretezza. Non solo. Ad oggi  non è mai stato reso noto il risultato del processo canonico a carico di Zanchetta poichè la sentenza della Congregazione della Fede resta inspiegabilmente coperta dal segreto. Inoltre nonostante sia stato condannato in Argentina per abusi, Zanchetta non è mai stato ridotto allo stato laicale. 

La vicenda ha iniziato a fare discutere quando, cinque anni fa, il presule argentino - piuttosto chiacchierato in diocesi - viene spostato da Papa Francesco in Vaticano per affidargli un incarico da dirigente all'Apsa. In parallelo gli mette a disposizione la residenza di Santa Marta, fornendogli, di conseguenza, anche il passaporto vaticano. Insomma, trattato con i guanti bianchi.

Intanto nel 2018 sono state rese pubbliche le prime accuse contro di lui. E spuntarono fuori persino fotografie scabrose sul suo cellulare, così come len prime testimonianze delle vittime. Ad informare il Papa furono il cardinale Mario Poli di Buenos Aires e anche il nunzio in Argentina. Francesco parlando con i giornalisti, durante un volo di ritorno da una visita apostolica, disse che aveva avuto modo di parlare con il suo amico vescovo e che credeva nella sua innocenza. Qualche mese fa, però, il tribunale di Orano ha emesso una sentenza di colpevolezza per il reato di abuso sessuale continuato aggravato su due ex seminaristi. Dall'aula del tribunale Zanchetta è stato portato direttamente in cella, in manette, anche se poi ha ottenuto subito i domiciliari e ora è ricoverato in una clinica privata a causa dello stress e dell'ipertensione.

«Non posso né confermare né smentire di essere parente di qualche testimone, quello che posso dirvi è che in questo caso non avrebbe nulla a che fare con il fatto di essere stato testimone in un altro caso», ha detto Belda Iniesta a Salta12. Aggiungendo di condurre una indagine preliminare nel seminario «per determinare se alcuni fatti sono plausibili e imputabili a qualcuno. Ma cerchiamo di capire che non tutti i possibili crimini canonici commessi nella regione devono essere collegati al caso di monsignor Zanchetta». Il sito Silere non possum ha diffuso i documenti con i quali Belda Iniesta avrebbe avuto il mandato dalla Santa Sede. 


 

Ultimo aggiornamento: 15:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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