Matera – I miliardari se non divideranno le proprie risorse con i poveri si «scaveranno la fossa» nell'aldilà.
Papa Francesco sogna una Chiesa che «riesca ad asciugare le lacrime ai poveri». «Com’è triste anche oggi questa realtà, quando confondiamo quello che siamo con quello che abbiamo, quando giudichiamo le persone dalla ricchezza che hanno, dai titoli che esibiscono, dai ruoli che ricoprono o dalla marca del vestito che indossano. È la religione dell’avere e dell’apparire, che spesso domina la scena di questo mondo, ma alla fine ci lascia a mani vuote. A questo ricco del Vangelo, infatti, non è rimasto neanche il nome. Non è più nessuno».
L'esercito dei tanti Lazzaro in questi ultimi anni è aumentato a dismisura a causa delle «ingiustizie, le disparità, le risorse della terra distribuite in modo iniquo, i soprusi dei potenti nei confronti dei deboli, l’indifferenza verso il grido dei poveri, l’abisso che ogni giorno scaviamo generando emarginazione, non possono lasciarci indifferenti».
Anche ieri ad Assisi, dove è andato per la Economy of Francesco, il Papa aveva parlato del mondo economico e finanziario, invitandolo a mettere mano all'attuale modello di sviluppo prima che non sia troppo tardi. L'attuale situazione mondiale richiede nuovi paradigmi economici che mettano al centro i poveri, l'ambiente e il lavoro. Sulla stessa linea, due settimane fa, in Vaticano ha voluto ospitare l'assemblea generale di Confindustria per incoraggiare un patto basato contro «ogni forma di sfruttamento», garantendo il posto di lavoro alle donne incinte visto che spesso vengono licenziate, a salari giusti ed equi ai lavoratori, con l’invito agli imprenditori a non perdere “contatto” con la vita dell’azienda.
«La pandemia – aveva detto - ha messo a dura prova tante attività produttive, tutto il sistema economico è stato ferito. E ora si è aggiunta la guerra in Ucraina con la crisi energetica che ne sta derivando. In queste crisi soffre anche il buon imprenditore, che ha la responsabilità della sua azienda, dei posti di lavoro, che sente su di sé le incertezze e i rischi»