Città del Vaticano - Il Vaticano non smetterà di fare pressing sugli Stati per favorire l'accoglienza dei migranti, per fare rispettare gli accordi sui rifugiati, per fare osservare, in buona sostanza, i principi della Dottrina Sociale della Chiesa che impongono ai cristiani di aprire le porte a chi bussa in stato di necessità. Lo ha ribadito Papa Francesco stamattina ai membri dell’International Catholic
Migration Commission (ICMC), in occasione del Consiglio
Plenario, che si conclude oggi a Roma. «Insieme dobbiamo incoraggiare gli Stati a concordare risposte piu' adeguate ed efficaci alle sfide poste dai fenomeni migratori; e possiamo farlo sulla base dei
principi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa».E ancora. «Dobbiamo impegnarci -
ha scandito - per assicurare che alle parole codificate nei due
Patti, seguano impegni concreti nel segno di una
responsabilita’ globale e condivisa».
Secondo Francesco, «per liberare gli oppressi, gli scartati
e gli schiavi di oggi, e’ essenziale promuovere un dialogo aperto e sincero con i governanti, un dialogo che fa tesoro
dell’esperienza vissuta, delle sofferenze e delle aspirazioni
del popolo, per richiamare ciascuno alle proprie
responsabilità».
Il tema è al centro delle preoccupazioni del pontefice. «I processi avviati dalla comunità' internazionale verso un patto globale sui rifugiati e un altro per una migrazione sicura, ordinata e regolare rappresentano uno spazio privilegiato per realizzare tale dialogo». Il Papa incoraggia i cristiani ad offrire contributi validi: «Mi rallegro che molte delle Conferenze episcopali qui rappresentate stanno camminando in questa direzione, in una comunione di intenti che testimonia al mondo intero la sollecitudine pastorale della Chiesa verso i nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati». Infatti, ha osservato, «le molteplici iniziative avviate nei cinque continenti rappresentano declinazioni esemplari dei 4 verbi - accogliere, proteggere, promuovere e integrare - con i quali ho voluto esplicitare la risposta pastorale della Chiesa di fronte alle migrazioni contemporanee».
«Auspico - ha concluso - che quest’opera continui, animando le Chiese locali a prodigarsi per le persone che sono state costrette a lasciare la propria patria e che diventano troppo spesso vittime di inganni, violenze e abusi di ogni genere. Grazie all’esperienza inestimabile, accumulata in tanti anni di lavoro, la Commissione puo’ offrire un’assistenza qualificata alle Conferenze episcopali e alle Diocesi che stanno ancora cercando di organizzarsi per meglio rispondere a questa sfida epocale».
Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 08:11
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il tema è al centro delle preoccupazioni del pontefice. «I processi avviati dalla comunità' internazionale verso un patto globale sui rifugiati e un altro per una migrazione sicura, ordinata e regolare rappresentano uno spazio privilegiato per realizzare tale dialogo». Il Papa incoraggia i cristiani ad offrire contributi validi: «Mi rallegro che molte delle Conferenze episcopali qui rappresentate stanno camminando in questa direzione, in una comunione di intenti che testimonia al mondo intero la sollecitudine pastorale della Chiesa verso i nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati». Infatti, ha osservato, «le molteplici iniziative avviate nei cinque continenti rappresentano declinazioni esemplari dei 4 verbi - accogliere, proteggere, promuovere e integrare - con i quali ho voluto esplicitare la risposta pastorale della Chiesa di fronte alle migrazioni contemporanee».
«Auspico - ha concluso - che quest’opera continui, animando le Chiese locali a prodigarsi per le persone che sono state costrette a lasciare la propria patria e che diventano troppo spesso vittime di inganni, violenze e abusi di ogni genere. Grazie all’esperienza inestimabile, accumulata in tanti anni di lavoro, la Commissione puo’ offrire un’assistenza qualificata alle Conferenze episcopali e alle Diocesi che stanno ancora cercando di organizzarsi per meglio rispondere a questa sfida epocale».