Papa Francesco, il cardinal Mueller: «Intorno a lui un cerchio magico che decide le nomine. Su abusi privilegiati i suoi amici»

L'ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ha deciso di togliersi tutti i sassolini dalle scarpe dopo che nel 2017 fu congedato da Francesco

Venerdì 20 Gennaio 2023
Papa Francesco, il cardinal Mueller: «Intorno a lui un cerchio magico che decide le nomine. Su abusi privilegiati i suoi amici»

Sono accuse dirette e senza tanti giri di parole quelle lanciate da Gerhard Mueller, cardinale tedesco ed ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il tono e gli argomenti sono quelli del fine teologo, ma Mueller ha deciso senza ombra di dubbio di togliersi tutti i sassolini dalle scarpe dopo che nel 2017 fu congedato da Papa Francesco «senza fornirmi alcun motivo, ma del resto non lo fornì anche successivamente»

Una decisione, secondo il cardinale spiritualmente erede di Joseph Ratzinger, presa come tante altre con «stile frettoloso» e con «un modus operandi ha causato parecchia inquietudine all'interno del Vaticano in questi anni».

Nel libro «In buona fede», scritto con la vaticanista de Il Messaggero Franca Giansoldati (edizioni Solferino, in uscita la prossima settimana) Mueller indica l'esistenza di «un cerchio magico» a Santa Marta che decide tutto, anche le nomine.

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Le anticipazioni

«Vi è una sorta di cerchio magico che gravita attorno a Santa Marta formato da persone che, a mio parere, non sono preparate dal punto di vista teologico», dice l'ex Prefetto della Dottrina della Fede aggiungendo che «in Vaticano sembra che ormai le informazioni circolino in modo parallelo, da una parte sono attivi i canali istituzionali purtroppo sempre meno consultati dal pontefice, e dall'altra quelli personali utilizzati persino per le nomine dei vescovi o dei cardinali». Cita allora il caso di un vescovo italiano allontanato per le sue posizioni critiche sulle norme Covid. «Pur di non avere problemi con il governo italiano di allora, questo vescovo fu fatto dimettere» ma «un Papa non è il proprietario della Chiesa o l'amministratore delegato o il maggior azionista». Quindi un Papa che ascolta una ristretta cerchia di persone e che avrebbe un trattamento particolare per i suoi amici anche sulla delicata questione degli abusi.

 

I punti

Parlando in particolare del caso del vescovo argentino, mons. Gustavo Zanchetta, Mueller afferma che «ha potuto godere di uno status privilegiato in quanto amico del Papa. Di norma le amicizie non possono influenzare il procedere della giustizia, tutti devono essere trattati in modo uguale». Sulla stessa linea d'onda, dice l'ex custode della dottrina in Vaticano, il trattamento del caso di don Mauro Inzoli. Mueller parla anche del caso Becciu. «Francesco ha deciso di punirlo severamente dopo che qualcuno era andato da lui, a Santa Marta, per mostrargli un articolo» ma «come si fa ad agire in base a un articolo di stampa?». Infine la questione della messa in latino: la stretta decisa da Francesco è stata «uno schiaffo» per i tradizionalisti, «ha scavato fossati e ha causato dolore». «Agendo in questa direzione Papa Francesco sembra abbia dato ascolto a un gruppo di consiglieri senza tenere conto che quel provvedimento avrebbe assunto i contorni di una mera dimostrazione di potere», conclude Mueller.

Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 15:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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