Padre Georg e lo strappo con Papa Francesco che gli può costare caro: l’ipotesi che lasci l’Italia

Da tempo si specula se Papa Francesco abbia in serbo qualcosa di concreto oppure no

Venerdì 6 Gennaio 2023 di Franca Giansoldati
Padre Georg e lo strappo con Papa Francesco che gli può costare caro: l ipotesi che lasci l Italia

Con tutti i sassolini nelle scarpe che il segretario particolare di Benedetto XVI si è tolto accusando Papa Francesco di essersi mosso in modo scomposto nei confronti del suo predecessore fino a causargli dolore, in Vaticano si fanno scommesse sul suo futuro. Bergoglio lo terrà in curia concedendogli un ruolo, oppure lo spedirà in Germania alla guida di una diocesi minore? Il capo (progressista) dell’episcopato tedesco Georg Baetzing - proprio due giorni fa, a funerale di Ratzinger ultimato - metteva le mani avanti e, sull’ipotesi di un ritorno di Georg Gaenswein nella squadra dei vescovi rispondeva sinteticamente che non dipendeva tanto da lui, ma dal diretto interessato e da chi a Roma prende le decisioni.

Senza aggiungere nessun’altra frase di incoraggiamento o benvenuto. Di fatto cosa succederà all’arcivescovo Gaenswein, 66 anni da poco compiuti, è un rebus anche per Francesco. Se da una parte è troppo giovane per essere mandato in pensione - poiché il pensionamento si raggiunge a 75 anni – dall’altra è alto il rischio che possa finire nel cimitero degli elefanti come è capitato ad altri fedelissimi di Ratzinger, costretti a reinventarsi una funzione secondo una specie di spoil-system all’americana. Solo che stavolta tutto va applicato alle dinamiche del pontificato in corso, poco incline al mantenimento dello status quo. Da tempo si specula se Papa Francesco abbia in serbo qualcosa di concreto oppure no. 

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LE REGOLE

In passato le regole che venivano applicate da un pontificato all’altro prevedevano una collocazione dignitosa per gli ex collaboratori più stretti, tuttavia, vista la situazione politica della Chiesa, spaccata tra conservatori e progressisti, è difficile immaginare che Bergoglio possa ripescare Gaenswein affidandogli un incarico episcopale in Germania, dove è già in corso un redde rationem tra le due fazioni senza esclusione di colpi. Quando morì Giovanni Paolo II, nel 2005, il nuovo pontefice – Benedetto XVI – non ebbe indugi a garantire un passaggio dignitoso a don Stanislao, l’allora segretario storico di Wojtyla, assegnandogli la diocesi polacca di Cracovia. Successivamente lo fece anche cardinale. L’agenzia tedesca Kna ha suggerito un’altra alternativa per Gaenswein: quella di nominarlo reggente di un santuario bavarese. Un po’ ciò che accadde con il fedele assistente di Giovanni XXIII, monsignor Loris Capovilla, che fu nominato prima arcivescovo di Chieti e poi “delegato pontificio” per il santuario di Loreto da Paolo VI. Qualcun altro, invece, ipotizza un incarico lontano dall’Europa, magari in una nunziatura sperduta, anche perché don Georg parla correntemente quattro lingue e potrebbe essere perfetto come ambasciatore vaticano. In questa girandola di opzioni è spuntata anche la via dell’insegnamento di diritto canonico in una delle tante università pontificie, anche se formalmente Gaenswein sarebbe ancora un sacerdote dell’arcidiocesi di Friburgo, nella Germania sud-occidentale, dove venne ordinato nel 1984.

 

GLI INCIDENTI

Fino al 2020 ricopriva l’incarico di Prefetto della Casa Pontificia, ma Papa Francesco lo ha liquidato a seguito di due incidenti di percorso: la pubblicazione dell’introduzione di un libro vaticano di teologi in cui Ratzinger criticava la scelta di avere inserito uno studioso da sempre contrario a Benedetto XII, e, soprattutto, quella del libro scritto da Ratzinger e dal cardinale Robert Sarah a difesa del celibato dei preti, avvenuta in un momento in cui in Vaticano era in corso il Sinodo sull’Amazzonia dove si discuteva anche di questo tema. 

Ultimo aggiornamento: 7 Gennaio, 13:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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