Ocse: 15enni italiani tra i meno capaci in Europa a gestire i soldi

Giovedì 7 Maggio 2020 di Lorena Loiacono
Ocse: 15enni italiani tra i meno capaci in Europa a gestire i soldi
Non solo leggere e far di conto, gli studenti devono saper anche gestire i loro soldi. E non lo sanno fare abbastanza. L’Italia mostra una competenza finanziaria tra 15enni inferiore alla media Ocse, pari ai risultati della Repubblica Slovacca. Un ragazzo su 5 non raggiunge neanche i livelli minimi. Neri Paesi dell’ocre il 54% dei 15enni possiede un conto corrente, in Italia si scende al 44%. Sulle competenze vanno meglio i ragazzi delle regioni del Nord, rispetto ai coetanei di Sud e Isole, e ancora una volta sono più alti i punteggi dei ragazzi dei licei rispetto a quelli degli istituti professionali. Dove prendono le informazioni gli adolescenti? In famiglia e su internet. La scuola, su questo fronte, può la differenza

LO STUDIO OCSE PISA 2018

A rivelare le competenze finanziare dei 15enni italiani è l’indagine internazionale PISA, promossa dall’OCSE con cadenza triennale che, dal 2000,  rileva le competenze in Lettura, Matematica e Scienze e dal 2012 anche la Financial literacy. Nel 2018, al terzo ciclo di indagine financial literacy, hanno partecipato circa 117.000 studenti nelle scuole dei 20 paesi ed economie..

In Italia hanno partecipato 9.122 studenti, rappresentativi di un totale di più di 500.000 studenti quindicenni frequentanti Licei, Istituti tecnici, Istituti professionali e Centri di formazione professionale. Un campione rappresentativo di cinque macro-aree geografiche: Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud e Sud Isole. 

CHE COSA MISURA LA SCALA PISA PER FINANCIAL LITERACY

Lo studio misura il livello di conoscenze e abilità finanziarie degli studenti di quindici anni, che sono al giorno d’oggi necessarie per il futuro passaggio dal mondo della scuola a quello dell’università, al mondo del lavoro o a quello dell’imprenditoria. Le domande fanno riferimento a situazioni di vita reale che coinvolgono questioni e decisioni finanziarie dalla scelta della ricarica telefonica più conveniente alle donazioni per associazioni benefiche, senza sicurezza. Il livello base, in una scala da 1 a 5, è il livello 2. In Italia un ragazzo su 5 non raggiunge il livello minimo, la media Ocse è 1 su 7.

SOTTO LA MEDIA OCSE E CON UN FORTE IL DIVARIO NORD SUD

L’Italia ottiene un punteggio medio di 476 punti, inferiore a quello del- la media OCSE pari a 505: non si differenzia da quello della Repubblica Slovacca e resta al di sotto dei punteggi raggiunti dai Paesi europei come Spagna e Francia. Notevoli differenze, in Italia, riguardano i punteggi ottenuti nella literacy finanziaria tra le aree del Nord e quelle del Sud. Gli studenti del Nord Ovest e del Nord Est ottengono risultati più elevati, rispettivamente 496 e 498, di quelli dei loro coetanei del Sud e del Sud Isole rispettivamente 455 e 448. I risultati degli studenti del Centro raggiungono quota 481: inferiori a quelli dei quindicenni del Nord Est e superiori a quelli dei loro coetanei del Sud e del Sud Isole. 

MEGLIO I LICEI

Non solo Nord-Sud, un divario importante si rileva anche tra le diverse tipologie di scuole: gli studenti dei Licei, con un punteggio di 508, ottengono risultati migliori degli studenti che frequentano le altre tipologie di istruzione. Seguono i quindicenni degli Istituti tecnici con 476 e gli Istituti professionali con 405 e chiudono gli studenti della Formazione professionale con 400. 

UNO SU 5 NON RAGGIUNGE LA SUFFICIENZA

In Italia, il 79% degli studenti raggiunge almeno il Livello 2. La percentuale di studenti in grado di risolvere i compiti più complessi, i top performer Livello 5, è del 4,5% ed è meno della metà di quella registrata a livello medio OCSE che raggiunge 10,5%.

Circa uno studente su cinque non possiede le competenze minime necessarie per prendere decisioni finanziarie responsabili e ben informate. 

Anche in questo caso si conferma il divario tra gli studenti del Nord rispetto ai coetanei del Sud. Nel Nord Est e nel Nord Ovest si osservano le percentuali più elevate di studenti che raggiungono almeno il Livello 2, rispettivamente l’87% e l’85%, e di conseguenza quelle più contenute di studenti low performer. Il Centro è sostanzialmente in linea con il dato medio nazionale, mentre nel Sud e nel Sud Isole si registrano le percentuali più elevate di studenti low performer, rispettivamente il 28% e il 31%. Anche la percentuale di studenti top performer diminuisce dal Nord, dove si attesta al 6,9% nel Nord Ovest e al 6,2% nel Nord Est, al Sud del paese con 2,4% al Sud e 2,1% nelle Isole. Mentre il Centro è in linea con il dato nazionale pari al 4,5%. 

Divari ancora più ampi si osservano tra le diverse tipologie di istruzione. Nei Licei troviamo la percentuale più elevata di studenti top performer pari al 7% e, al tempo stesso, quella più bassa di low performer che raggiunge il 10%. Negli Istituti tecnici la percentuale di top performer scende al 3%, mentre il 18% degli studenti non raggiunge il livello 2; meno dell’1% degli studenti degli Istituti professionali e della Formazione professionale sono top performer, mentre circa il 50% degli studenti sono low performer. 

LE COMPETENZE IN LETTURA E MATEMATICA AIUTANO

Tra matematica, lettura e financial literacy esiste una forte relazione positiva: in media, nei paesi OCSE, circa l’80% della variabilità dei punteggi in financial literacy degli studenti è spiegata dai loro risultati in matematica e lettura; cioè gli studenti più bravi in matematica e lettura hanno anche performance migliori in financial literacy. Anche in Italia si osserva quest’associazione, anche se in misura minore: il 73% della variabilità dei risultati in FL è associata al rendimento degli studenti in matematica e lettura.

MEGLIO I RAGAZZI, UN FENOMENO TUTTO ITALIANO

Nella maggior parte dei paesi/economie che hanno partecipato alla rilevazione della literacy finanziaria in PISA 2018 non compaiono differenze di genere. In sei Paesi invece si evidenzia una differenza di genere: a favore delle ragazze in Bulgaria, Georgia, Indonesia e a favore dei ragazzi in Italia, Perù e Polonia. 

In Italia la differenza di genere a favore dei ragazzi è più marcata, con 15 punti in media, rispetto agli altri Paesi. Una differenza che si riscontra a partire dagli studenti mediamente bravi e aumenta tra quelli più bravi.

LE INFORMAZIONI MIGLIORI ARRIVANO DA MAMMA E PAPA’

Tra i paesi OCSE, in media, gli studenti che dichiarano di rivolgersi più spesso ai genitori o di utilizzare Internet per avere informazioni su questioni finanziarie ottengono risultati migliori in financial literacy rispetto agli studenti che dichiarano di farlo in misura minore. Chi invece dichiara più spesso di ricevere informazioni su aspetti finanziari da amici, docenti, TV o radio o riviste ha un punteggio peggiore in financial literacy rispetto agli studenti che dichiarano di usare meno queste fonti di informazioni. 

I risultati italiani sono coerenti con quelli internazionali, con qualche variazione nelle diverse macro-aree geografiche.
Tra i paesi/economie OCSE i ragazzi e le ragazze, in media, sembrano preferire fonti di informazione differenti: i ragazzi dichiarano di rivolgersi più frequentemente agli amici, di consultare riviste o di seguire programmi tv o radio; le ragazze dichiarano più frequentemente di rivolgersi ai genitori. Una differenza che esiste anche int Italia dove i ragazzi preferiscono acquisire informazioni su materie finanziare da amici e riviste, mentre le ragazze preferiscono la famiglia, i docenti e il Web 

INTERESSE COMPOSTO, QUESTO SCONOSCIUTO

Ci sono termini famigliari, per gli studenti, ed altri che restano decisamente sconosciuti. Agli studenti sono stati presentati 18 termini relativi al mondo economico e finanziario e dovevano indicare se negli ultimi dodici mesi ne avevano mai sentito parlare o imparato qualcosa a scuola. In media tra i paesi/economie OCSE gli studenti conoscono il significato di 7,3 termini; in Italia gli studenti conoscono in media 6,4 termini. 

Il termine che si conosce di più è “stipendio” con una media OCSE del 71% e del 69% in Italia. Il termine che si conosce di meno è “interesse composto” con una media OCSE del 24% contro il 9% in Italia 9%. A  livello internazionale il termine sconosciuto per tutti è “diversificazione”: con il 16% di media sia OCSE sia in Italia. 
Ultimo aggiornamento: 20:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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