Vaticano, con l'Obolo di San Pietro pagati anche gli avvocati per le cause di pedofilia negli Usa

I denari che dovevano essere impiegati per la carità, frutto della raccolta dei fedeli di tutto il mondo, servivano per saldare le fatture dell'avvocato americano Jeffrey Lena, che ha assistito la Santa Sede per difendere vescovi e preti pedofili

Giovedì 27 Ottobre 2022 di Franca Giansoldati
Vaticano, con l'Obolo di San Pietro pagati anche gli avvocati per le cause di pedofilia negli Usa
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Città del Vaticano - Nel processo in corso in Vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, un cardinale per la prima volta testimoniera' in aula sul capo d'accusa a carico di un altro cardinale. Inoltre è affiorato che i soldi dell'Obolo di San Pietro sono stati impiegati, in passato, anche per pagare parcelle milionarie agli avvocati che difendevano la Chiesa per cause di pedofilia negli Stati Uniti

In pratica i denari che dovevano essere impiegati per la carità, frutto della raccolta dei fedeli di tutto il mondo, servivano per saldare le fatture dell'avvocato americano Jeffrey Lena, che ha assistito la Santa Sede per difendere vescovi e preti pedofili, contro le vittime che chiedevano giustizia.

Alla domanda se una fattura pagata con l'Obolo potesse ammontare «a un milione e mezzo», il funzionario vaticano oggi nel tribuale del Papa ha ammesso che si trattava di «una cifra plausibile». Naturalmente sempre tutto autorizzato dal Papa.

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SUBORNAZIONE

Il vescovo di Como, neo cardinale Oscar Cantoni, ha dato infatti la sua disponibilita' in merito alla deposizione sulla presunta "subornazione di testimone" di cui deve rispondere il cardinale Angelo Becciu ai danni di monsignor Alberto Perlasca, ex capo dell'Ufficio Amministrativo, fra i testimoni-chiave del processo. Cantoni sara' sentito nell'udienza del primo dicembre prossimo, alle ore 15.00, ha riferito oggi il presidente del Tribunale, Giuseppe Pignatone.

Secondo l'accusa, durante la fase istruttoria del processo, il cardinale Angelo Becciu
avrebbe cercato di far ritrattare a monsignor Perlasca le deposizioni accusatorie chiamando in aiuto il superiore gerarchico diocesano, appunto il vescovo di Como Oscar Cantoni.

Perlasca è una figura chiave di tutta la vicenda e si è costituito parte civile nel processo, giunto alla 33esima. Sulla subornazione di testimone Becciu, in una udienza precedente, quella del 19 maggio, aveva respinto l'accusa: «Dai giornali leggevo che Perlasca faceva dichiarazioni sul mio conto e ci soffrivo. E' un sacerdote che avevo aiutato nei suoi momenti difficili, e che dicesse certe cose mi faceva male. Sapevo del vescovo Cantoni (all'epoca non era ancora stato fatto cardinale nrd) che era a Roma e gli feci sapere che era mio desiderio parlargli. Conoscevo Cantoni, sapevo che era stato consigliere spirituale di Perlasca, mi e' sembrato la persona piu' adatta. Non ho insinuato niente se non che aiutasse Perlasca a ritrovare una sua serenita'. Non sapevo di preciso quello che dicesse, ma leggevo sui giornali». In quella udienza il presidente Giuseppe Pignatone chiese a Becciu: «Ha chiesto a monsignor Cantoni di far cambiare a Perlasca la sua posizione processuale?». E l'imputato aveva risposto di no.

 

PEDOFILIA

In passato i fondi dell'Obolo di San Pietro, dove confluiscono le offerte dei fedeli di tutto il mondo, sono stati usati anche per coprire perdite di bilancio della Santa Sede. A confermarlo oggi in aula è stato uno dei testimoni d'accusa nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato vaticana, Fabrizio Giachetta, contabile presso l'Ufficio amministrativo. Per poter utilizzare l'Obolo a tale fine si chiedeva sempre l'autorizzazione del Papa.

«La Segreteria di Stato non ha soldi propri. La Segreteria di Stato gestisce fondi, tra cui anche l'Obolo di San Pietro. Tanti anni fa, quando emergeva una perdita di bilancio, si faceva un appunto al Santo Padre, che autorizzava a provvedere con i fondi dell'Obolo. Questo perche' e' l'unico fondo di cui il Santo Padre puo' disporre liberamente: altri hanno una finalita' specifica e non possono essere utilizzati al di fuori di quella finalita».

Sempre rispondendo alle domande delle difese, Giachetta ha riferito che con i fondi dell'Obolo, «a volte si' a volte no», venivano saldate le fatture dell'avvocato americano Jeffrey Lena, che ha assistito la Santa Sede ance in importanti cause sui casi di pedofilia negli Stati Uniti. Alla domanda se una fattura pagata con l'Obolo potesse ammontare «a un milione e mezzo», il funzionario Vaticano ha risposto che si trattava di «una cifra plausibile».


Un altro dipendente della Santa Sede, Fulvio Cesaretti, ha confermato che "esisteva in Segreteria di Stato un ufficio Obolo distinto da altri uffici, che era dotato di piu' dipendenti, aveva un responsabile, ed era coordinato da monsignor Alberto Perlasca. Si e' parlato anche del cosiddetto «custode delle medaglie pontificie» e del fatto che all'interno dell'Ufficio amministrativo c'era un magazzino dove queste medagli venivano custodito e un armadio contenente quelle d'oro. «Io non ho la chiave», ha comunque precisato Cesaretti, spiegando che per eventuali vendite era necessaria l'autorizzazione dei superiori, che Perlasca chiedeva al Sostituto per gli Affari generali. La consegna delle medaglie a Terzi per il cosiddetto "squaglio" - l'utilizzo per produrre
altri oggetti - avveniva invece anche "senza documentazione". Altri testimoni sentiti oggi, il bancario Mochele Mifsud, e l'ex direttore generale dell'Enasarco, Carlo Bravi, quest'ultimo sugli investimenti dell'ente previdenziali nel fondi gestiti dal finanziere Raffaele Mincione.

Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 21:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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