Città del Vaticano Dopo il «niet» del Cottolengo – istituto simbolo della cura ai pazienti più deboli - di fare obiezione di coscienza e non applicare la nuova legge sul biotestamento, da Torino arriva il primo appello pubblico di un arcivescovo che incoraggia a seguire quell'esempio.
«Invito le comunità religiose, le istituzioni cattoliche, le associazioni e tutti i volontari che operano nel mondo sanitario e assistenziale della diocesi di Torino ad avere il coraggio di fare scelte di coerenza morale e di testimonianza anche andando controcorrente, quando si tratta di salvaguardare e promuovere la vita sempre dal suo primo istante al suo naturale tramonto».
Monsignor Cesare Nosiglia ha pochi dubbi sul fatto che questo momento «difficile e delicato» debba essere speso per «sostenere una cultura della vita che sia davvero tale. È un dovere questo proprio di ogni persona, in quanto fedele e cittadino chiamato ad assumersi le proprie responsabilità, e a prendere l’iniziativa affinché i valori della vita abbiano pieno riconoscimento anche nella cultura e nelle scelte politiche del nostro Paese».
Se le strutture ospedaliere del Cottolengo non seguiranno le «disposizioni anticipate di trattamento» per il fine vita, anche andando incontro a tutte le conseguenze di legge che tale scelta comporta, c'è da scommettersi che a breve seguiranno altre importanti adesioni. «Come credenti seguiremo il Vangelo».
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