I No Green pass perdono forza, ma resta alta l'allerta per il G20 di fine ottobre

La protesta all'interno delle varie categorie professionali è ancora forte

Lunedì 18 Ottobre 2021 di Cristiana Mangani
I No Green pass perdono forza, ma resta alto l'allerta per il G20 di fine ottobre

Agitano le piazze ma con sempre meno convinzione. Il popolo del No Green pass sembra essere a un bivio: non è decollata la protesta totale.

In giro per l'Italia si sono visti piccoli fuochi, anche se in tanti - tra gli agitatori di professione - hanno cercato di attribuirsi il movimento e le loro proteste. Ma chi sono e come si sta evolvendo il gruppo che mischia tante anime diverse? Nell'ultimo fine settimana l'annunciato blocco dell'Italia non c'è stato.

No Green pass, chi sono?

 

I No vax, no Green pass, no tutto, hanno dovuto fare i conti con la realtà, e cioè che, se nelle piazze non scendono in campo i professionisti delle devastazioni e delle guerriglie, la protesta si riduce a un sit-in, a qualche migliaio di resistenti e a incontri dove il dissenso viene manifestato pacificamente. Basta guardare piazza del Popolo a Roma, dove Forza nuova, con i suoi leader Giuliano Castellino e Roberto Fiore, sono riusciti a mettere in secondo piano le esigenze di protesta dei no Green pass con la violenza organizzata e l'assalto alla sede dell Cgil. O ancora, Milano, con il sabato di fuoco, diretto dai centri sociali ma soprattutto dagli anarchici. 

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Questo non vuol dire che il movimento no Green pass abbia smesso di agitarsi o di reclutare scontenti del Certificato verde. La protesta all'interno delle varie categorie professionali è ancora forte e resta difficile per gli investigatori e per l'intelligence, tracciare un quadro della situazione generale, soprattutto perché si tratta di persone che mai hanno avuto a che fare con la giustizia.

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E infatti, si tratta perlopiù di persone che hanno “facce comuni”. Sono ristoratori, dipendenti pubblici, pensionati, mamme che lavorano, ex compagni di scuola. Insospettabili, in cerca di leader. Per questo ancora più pericolose e difficili da contenere perché pronte a stendersi davanti a un blindato per poter esprimere il proprio dissenso. L'assalto di piazza del Popolo con oltre diecimila no vax sul piede di guerra, ha trovato impreparate le forze dell'ordine e ha consentito a Forza nuova di cavalcare il malcontento, di appropriarsene. E lo stesso è successo a Milano con gli anarchici. Perché quello che non accetta l'obbligo del Certificato verde, ma che rifiuta anche il vaccino, è un no movimento ed è cresciuto a ridosso di grossi appuntamenti economici e poitici per il Paese. Sono pezzi di società civile che lamenta di non essere rappresentata da questo governo. Gente comune e, dunque, difficile da prevedere e tracciare. L'intelligence continua a escludere che ci sia una regia unica, un disegno destabilizzante preordinato. È pur vero, però, che se in Italia rimane così elevato il numero di non vaccinati, il rischio di dover avere ancora a che fare con questa massa agitata esiste. Anche perché cresce la difficoltà di individuare i loro possibili obiettivi, proprio per l'estemporaneità dei gesti e delle reazioni. Un terreno fertile dove gli agitatori di professione non fanno fatica a trovare seguaci.

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Inoltre, l'anima No vax non sembra disposta al dialogo. E così ti ritrovi quello che fino al giorno prima era un anonimo bidello di scuola, urlare a chi cerca di fargli domande: «Sei un giornalista? Allora ti taglio la gola». È successo ad agosto. E una scena simile si è verificata subito dopo a Roma. Sono aumentati i rischi per medici e infermieri. Tra gli arrestati dopo i disordini di piazza del Popolo c'era anche Biagio Passaro, ristoratore, diventato leader in un attimo grazie ai social e alla chat Telegram Io apro. E il suo caso non è unico. In uno scenario così trasversale, che racchiude mondi diversi, chiunque può riuscire a trovare dei varchi. 

Questa mattina, alcuni no Green pass e un gruppo di antagonisti genovesi stanno cercando di bloccare il varco portuale dei traghetti ma stanno facendo passare merci deperibili e persone. I tir che erano in coda al varco Etiopia sono stati dirottati su altri ingressi del porto. Mentra altri varchi e terminal sono liberi.

A Trieste, davanti al molo 4 la polizia sta sgomberando i presidi, usano gli idranti, ma i manifestanti no Green pass non sono intenzionati ad abbandonare e continuano a gridare “libertà, libertà”.

 

Quale lo scenario che si annuncia nei prossimi giorni? Le chat Telegram continuano a riempirsi di chi vuole urlare il proprio dissenso. E il popolo del contro tutto ha attivato anche una radio pirata che usa frequenze non in Fm 7210-7211,5 KhZ, in modulazione Usb, dove vengono ripetuti appelli alla disobbedienza civile, progetti di aggressione e reazione contro i provvedimenti decisi dal governo. Il vero nodo ora resta l'appuntamento per il G20 del 30 e 31 ottobre. Il Viminale sta predisponendo “zone rosse” e un cordone di sicurezza molto stretto intorno agli obiettivi sensibili e ai luoghi dove si svolgerà il vertice. Ma come avviene in tutte queste occasioni dove sono presenti i leader mondiali e si ragiona sui grandi temi economici, esiste il rischio che la protesta diventi più articolata, che dai vari fronti organizzati - anarchici, centri sociali, e anche estrema destra europea - arrivino i professionisti del dissenso. L'intelligence e le digos sono al lavoro.

Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 22:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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