Morta la bimba malata adottata da un medico: si è spenta a 8 anni, aveva una sindrome rara

Lunedì 5 Gennaio 2015
Giuseppe Melchionda con Donatella

BARI - Con i medici, le suore e gli infermieri dell'ospedale aveva trascorso tutti i suoi compleanni e tutti i suoi Natale.

Anche la Befana zitta zitta arrivava nella sua stanza, nella Casa Sollievo della Sofferenza, a San Giovanni Rotondo, e le lasciava i doni sul lettino.

Così sono trascorsi i quasi otto anni di Donatella affetta da una malattia rara, la sindrome di Bruck, e affidata dai giudici al primario del reparto dell'ospedale.

Donatella è morta e i suoi funerali sono stati celebrati oggi: medici e infermieri si sono stretti intorno alla piccola bara abbracciandosi e piangendo. Donatella è stata costretta a letto, attaccata al respiratore e alimentata artificialmente, per tutti i sette anni di vita, il 14 febbraio prossimo avrebbe compiuto otto anni. A pochi mesi dalla nascita, la piccola fu ricoverata nell'Unità di rianimazione I dell'ospedale dove è sempre rimasta e il medico responsabile del reparto Giuseppe Melchionda, poichè i genitori della piccola anche per problemi famigliari non potevano prendersi cura di lei, un paio di anni fa aveva chiesto al Tribunale l'affidamento di Donatella, amata da tutti in ospedale.

«Il mio saluto e i miei ringraziamenti - ha detto mons.Michele Castoro nell'omelia - vanno a tutti coloro che si sono occupati di lei, oltre che alla mamma di Donatella, qui presente. Un saluto particolarissimo e una gratitudine immensa rivolgo al dottor Melchionda e a tutto il personale del reparto che ha accolto Donatella come una loro figlia». «Melchionda - ha aggiunto il presule - è stato il suo padre putativo, i medici e gli infermieri sono stati i fratelli e le sorelle. E un ringraziamento va anche a suor Noemi, caposala del reparto, che è stata la sua mamma adottiva. Quello che conta della vita, ed è questa la lezione che ci ha lasciato Donatella, non è l'efficienza fisica. Quello che conta è l'amore che noi sappiamo donare».

Donatella per tutti, subito dopo il ricovero in ospedale, da paziente si è trasformata in una figlia. La piccola era ricoverata nella Casa Sollievo della Sofferenza dal 26 ottobre del 2007, perchè colpita da patologie gravissime e da una malattia rara congenita, la sindrome di Bruck, che non le hanno consentito nessuna forma di autonomia nemmeno quella respiratoria. In questi anni è stata tenuta in vita dalle macchine dell'ospedale e alimentata artificialmente.

La bambina, pur essendo attaccata ad un respiratore, era vigile, guardava la tv, interagiva e giocava a modo suo con le persone che si occupavano di lei. Ben presto il personale del reparto è diventato la sua famiglia. Quando nel giugno del 2009 Benedetto XVI andò in visita a San Giovanni Rotondo, tutti si prodigarono perchè il Papa potesse incontrare Donatella. La portarono di fronte al Papa su di un lettino, Benedetto la accarezzò e la benedisse. Era stato realizzato un letto speciale per permettere a Donatella di uscire dalla Rianimazione, sempre collegata al macchinario.

È stata anche sottoposta con esito positivo a un intervento chirurgico alle gambe per consentire di stare più comodamente nel suo letto. «Nei miei tanti anni di vita - ha sempre detto in questi anni suor Noemi parlando di Donatella - ho conosciuto molti bambini ma l'aver incontrato questa bimba è stata un'esperienza unica, bellissima». Tutti nell'ospedale hanno avuto sempre in questi anni un pensiero per Donatella, continuando a sperare di poterla vedere un giorno camminare. Sperare è stata una buona cura perchè Donatella, alla quale era stata pronosticata una vita molto breve, ha continuato a lottare. Fino a ieri.

Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 10:54

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci