Mini Imu e Tares: caos sui pagamenti, assalto ai Caf

Martedì 14 Gennaio 2014 di Luca Cifoni
Mini Imu e Tares: caos sui pagamenti, assalto ai Caf
Il 24 gennaio la scadenza, non rinviabile, per il pagamento della mini-Imu. Ma è anche il termine ultimo fissato dal governo per il pagamento della maggiorazione Tares, sempre relativa al 2013, nei Comuni in cui non si è già provveduto. Insomma gennaio si conferma un mese complicato per i contribuenti e per chi come Caf e commercialisti di imposte si occupa per lavoro. L’accavallarsi dei diversi adempimenti genera confusione, tanto più che le date non sempre coincidono perfettamente. Ad esempio a Roma la scadenza per il versamento della Tares è autonomamente fissata al 16 gennaio.

C’è di più: la legge di stabilità da poco approvata dal governo prevede che le amministrazioni comunali (o per loro conto le società che erogano i servizi) inviino agli utenti un modulo precompilato proprio per quanto riguarda la Tares. L’importo di questo tributo infatti è calcolato non sulla rendita catastale (a differenza della mini-Imu) ma sulla superficie, che potrebbe non coincidere esattamente con quella a suo tempo dichiarata dal cittadino: motivo per cui risulta problematico fare il conteggio da soli.



I DUE ADEMPIMENTI

Nella Capitale l’Ama, la società che si occupa della raccolta dei rifiuti, ha annunciato che stanno per essere spedite le ultime 250 mila comunicazioni Tares, con i relativi bollettini, dopo un altro milione e mezzo già inviate. In ogni caso a coloro che pagheranno entro il 24 gennaio non saranno addebitati interessi: decisione quanto mai opportuna visto il rischio di confondere le due scadenze. Ma se al 24 gennaio mancano ancora dieci giorni, la situazione è già calda. I Caf, centri di assistenza fiscale, segnalano una straordinaria affluenza di cittadini che devono appunto versare la mini-Imu (sono circa 10 milioni in tutta Italia) o che magari chiedono informazioni anche sulla maggiorazione Tares, sconosciuta a quasi tutti visto che si applica per il 2013 per la prima (e ultima) volta. «Siamo operativi dal 7 gennaio e in città come Roma, Napoli, Bologna Milano siamo presi d’assalto» spiega Valeriano Canepari, coordinatore della consulta dei Caf.



In Comune i due adempimenti hanno il fatto di riferirsi allo scorso anno. La mini-Imu è sostanzialmente una quota residua dell’imposta abolita per le abitazioni principali, e per alcuni immobili agricoli: si paga in quei Comuni che avevano deliberato un’aliquota più alta di quella standard nazionale (4 per mille relativamente alle prime case) e corrisponde proprio al 40 per cento della maggiorazione decisa a livello locale: in media 40-42 euro secondo le stime degli stessi Caf. La maggiorazione Tares invece è una sorta di appendice della tassa sui rifiuti, che è stata introdotta con il decreto salva-Italia di fine 2011 e si riferisce ai servizi indivisibili forniti dai Comuni. L’importo è di 30 centesimi a metro quadrato.



CONTEGGI MACCHINOSI

Per la mini-Imu, al di là del conteggio che è un po’ macchinoso ma comunque fattibile se si dispone della rendita catastale e dell’aliquota decisa dal Comune, alcuni problemi si presentano al momento di pagare effettivamente. La compilazione del modello di pagamento (F24 o bollettino postale) contiene alcuni margini di incertezza, data l’anomalia di questo tributo: è probabile che il fisco sia ampiamente indulgente in caso di errori esclusivamente formali.



C’è anche il dubbio legato all’importo minimo, quello sotto il quale il tributo non è dovuto. Esiste una soglia fissata a livello nazionale, pari a 12 euro per contribuente, ma i Comuni hanno la possibilità di abbassare questo valore e così contabilizzare anche un insieme magari consistente di micro-pagamenti. Per il cittadino il rischio è non effettuare un versamento invece dovuto. Dunque si tratta di controllare se le varie amministrazioni sono intervenute su questo punto, ma la verifica non è sempre così immediata.
Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 14:05

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