Walter Biot, un video incastra il capitano: avrebbe fotografato 181 atti. Caccia ai complici

Venerdì 2 Aprile 2021 di Cristiana Mangani e Giuseppe Scarpa
Walter Biot, un video incastra il capitano: avrebbe fotografato 181 atti. Caccia ai complici

Una microcamera piazzata nel suo ufficio Politica militare e programmazione dello Stato maggiore della Difesa, mentre fa le foto con il suo smartphone Samsung 9 a 181 documenti classificati. Pensava di essere solo Walter Biot, 55 anni, capitano di fregata della Marina militare italiana, finito in carcere per spionaggio. Scattava foto e immaginava che nessuno lo vedesse.

E invece, il suo «atteggiamento sospetto» ha allarmato l'Ufficio di controllo della minaccia asimmetrica di via XX settembre che ha segnalato il comportamento dell'ufficiale. Così che il 16 marzo scorso vengono collocate delle telecamere nell'ufficio incriminato e vengono chiamati i carabinieri del Ros. Dopo soli 15 giorni Biot è già stanato. Il video delle sue malefatte viene consegnato agli investigatori e contiene i momenti nei quali fotografa i documenti classificati. Anche quando passa il materiale su una pen drive che nasconde all'interno di una scatola di medicinali.

Walter Biot: «Ho preso il denaro, ma l'ho fatto perché ho una figlia gravemente malata. Ha bisogno di cure»


GLI 007
A quel punto è tutto pronto per l'incontro. Sull'altro fronte delle indagini si sta muovendo l'Aisi, diretto da Mario Parente. Il servizio di intelligence ha sotto controllo i due spioni russi. Li sta monitorando da tempo. E quando Biot incontra Dmitrij Ostroukhov in un parcheggio nella zona di Spinaceto, a due passi da un supermercato, i carabinieri decidono che è il momento di intervenire. Nella scheda sd, il capitano di fregata ha trasferito materiale classificato: 9 documenti riservatissimi e 47 immagini di materiale Nato Secret, valutate come segreto. In cambio ottiene una valigetta piena di banconote da 50 euro, per un totale di 5 mila euro complessive.

 


Il gip Angela Minunni non ha dubbi sul comportamento dell'ufficiale di Marina e ieri ha deciso di convalidare l'arresto in carcere, chiesto dalla pm Gianfederica Dito. «L'indagato - scrive il giudice nell'ordinanza - non si è posto alcuno scrupolo nel tradire la fiducia delle istituzioni di appartenenza al solo fine di conseguire un profitto di natura economica». Come ufficiale della sicurezza gestiva flussi di informazione coperti da segreto, perché - aggiunge il gip - «preordinati alla sicurezza dello Stato». Biot si occupava anche di tutti gli assetti italiani della Difesa, di operazioni programmate in teatri operativi esteri, con particolare riguardo a operazione Nato e Onu.
L'ufficiale di marina - che avrebbe già avuto una condanna in passato per omicidio colposo dopo un incidente stradale - viene descritto dal magistrato come un «professionista». Anche se di errori ne ha commessi. Su indicazioni dei due cittadini russi, però, ha evitato di comunicare al cellulare e, nonostante nella sua casa siano stati trovati 4 smartphone, i due non si sarebbero mai parlati al telefono.
Una condotta, la sua, che per il gip denota una profonda capacità di destreggiarsi in un contesto così delicato: «Estrema pericolosità del soggetto stante la professionalità dimostrata nel compimento delle azioni - rileva ancora l'ordinanza -. Desumibile dagli apparecchi, dalle tempistiche e dagli accorgimenti adottati. Quali ad esempio l'inserimento della scheda sd nel bugiardino di una confezione di farmaci così come il fatto che dai telefoni in suo possesso non emergono appuntamenti o contatti con l'agente russo. Elementi sintomatici dello spessore criminale dell'indagato che non si è posto alcuno scrupolo nel tradire la fiducia dell'istituzione di appartenenza al solo fine di conseguire profitti di natura economica».


LA PERQUISIZIONE
Adesso il Ros sta lavorando sui cellulari sequestrati nella casa di Pomezia. Dimitrij Ostroukhov e il suo capo, Alexey Nemudrov, nel frattempo, si sono imbarcati su un volo per Mosca: hanno ricevuto il provvedimento di espulsione dall'Italia, salvandosi dall'arresto grazie all'immunità diplomatica. Restano, comunque,diversi gli aspetti ancora da chiarire. Va accertato - come evidenzia il giudice Minunni - «chi fossero i reali destinatari del materiale segreto e se vi fossero ulteriori soggetti responsabili». Insomma, se oltre a Biot altri ufficiali infedeli possano aver venduto documenti riservati a un altro Stato. Sulla vicenda è probabile che anche la procura militare decida di aprire un'inchiesta. E nei prossimi giorni i magistrati militari incontreranno i colleghi della procura ordinaria.

Ultimo aggiornamento: 17:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci