Migranti, il piano soccorsi della Difesa: «Ci sarà un "112" del mare». Ecco il progetto Diism

Oggi Cdm a Cutro: all’ordine del giorno il decreto flussi e le norme anti-scafisti

Giovedì 9 Marzo 2023 di Francesco Bechis
Migranti, il piano soccorsi della Difesa: «Ci sarà un "112" del mare». Ecco il progetto

Un cervello digitale, operativo h24. A una manciata di chilometri da Roma. Il nome non è dei più immediati. Diism: Dispositivo interministeriale integrato per la sicurezza marittima. L’immediatezza è nella sua missione: monitorare senza sosta le imbarcazioni nel Mediterraneo, mobilitare i soccorsi in tempo reale per chi ne avesse bisogno. Proprio quel che sarebbe servito ai settanta migranti morti al largo di Cutro, dieci giorni fa.

Nel mazzo di proposte del governo Meloni riunito oggi in Calabria per voltare pagina sulle politiche migratorie ce n’è una che viene soppesata in ambienti della Difesa italiana. 

IL PROGETTO
Lanciato nel 2007 sotto il governo Prodi, il Diism è una centrale operativa della Marina italiana attiva a Santa Rosa, il complesso militare sulla Via Cassia costruito dall’Italia nel 1936 per ospitare il principale centro delle comunicazioni della Regia Marina. Una stanza costellata di monitor dove un gruppo di tecnici della Marina sotto la regia del Cincnav, il Comando in capo della squadra navale, ricevono e convogliano in un’unica centrale le segnalazioni delle navi italiane e di altre imbarcazioni al largo delle nostre coste. O meglio, dovrebbero farlo. Perché tra un rinvio e l’altro, il decreto attuativo non è arrivato e la stanza di controllo delle operazioni marittime non è mai davvero diventata pienamente operativa né è riuscita ad assolvere alla sua missione iniziale: coordinare tutti i ministeri investiti di una delega marittima e i loro organi di riferimento, dalla Guardia Costiera (infrastrutture) alla Guardia di Finanza (Economia) nel monitoraggio delle segnalazioni dal Mediterraneo. Incluse richieste di aiuto o alert da parte di Frontex, l’agenzia europea delle frontiere che per prima ha avvistato il barcone di Cutro. 

Nel governo, si discute in questi giorni di riattivare il vecchio programma e riportare in vita il Diism, costato all’epoca una fortuna, per mettere la sala hi-tech di Santa Rosa a disposizione delle operazioni SAR al largo delle coste italiane. L’idea, abbozzata al ministero della Difesa, è rafforzare il coordinamento delle unità navali (civili e militari) dello Stato in queste operazioni. Un coordinamento che ha mostrato i suoi limiti nelle sei ore in cui si è consumato il naufragio calabrese tra il 24 e il 25 febbraio. Il progetto, insomma, prenderebbe la forma del primo “112 del mare” italiano. E potrebbe coordinarsi, oltre che con Frontex, con il Cise (Common information sharing environment), la rete dell’Ue che incrocia i dati non classificati di tutti i sistemi di monitoraggio del mare degli Stati membri. Il dossier è sul tavolo, si vedrà se riuscirà a prendere vita. Restano da superare le comprensibili remore dei diversi corpi, dalla Gdf alla Guardia Costiera, all’idea di lavorare sotto uno stesso tetto a Santa Rosa. 

Intanto, cresce l’attesa per il pacchetto di norme che a Palazzo Chigi, d’intesa con Viminale e Farnesina, hanno studiato in questi giorni per dare una risposta, da Cutro, al traffico di esseri umani. Sarà un unico decreto «recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare». 

IL VERTICE IN CALABRIA
Nel menù un inasprimento delle pene per i trafficanti con una nuova aggravante in caso di morte dei migranti. Allo stesso tempo, il Cdm introdurrà una semplificazione normativa e burocratica per chi chiede di entrare legalmente in Italia. Da un lato i corridoi umanitari dal Nord Africa per chi ha diritto all’asilo e la protezione internazionale. Dall’altro i migranti “economici” cui fa riferimento il decreto flussi: l’ipotesi è di alzare già per il 2023 da 83mila a 100mila i permessi di lavoro concessi. Per i Paesi extra-comunitari che si dimostreranno più collaborativi nella gestione dei rimpatri e nella lotta all’immigrazione irregolare, l’idea è di assegnare delle quote privilegiate per i permessi in Italia. Sullo sfondo, prosegue il lavoro per stringere - “rendere efficienti”, correggono da Chigi - le norme italiane sui permessi e l’accoglienza. In regia c’è la Lega che ha depositato alla Camera una proposta di legge in discussione oggi: sul tavolo, una serie di misure che, di fatto, riportano in vita in parte i “decreti sicurezza” di Matteo Salvini. È questo un test insidioso per il governo in trasferta a Cutro in un giorno in cui Meloni vorrà dare segnali distensivi sul fronte immigrazione lontani dal pugno duro leghista. In Parlamento è il capogruppo del Carroccio Riccardo Molinari a lanciare la sfida a FdI sui nuovi provvedimenti: «Vedremo se li voterà o no». 
 

Ultimo aggiornamento: 08:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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