Migranti sulla nave tedesca, la provocazione di Berlino: «L’Italia li soccorra subito». Piantedosi chiede alla Germania di accoglierli

Mille persone a bordo della Humanity 1. Meloni: «Imbarcazione pirata»

Mercoledì 2 Novembre 2022 di Cristiana Mangani
Migranti, braccio di ferro governo-Ong: mille persone senza un porto, 3 navi bloccate in mare
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La Germania entra a gamba tesa nella gestione delle Ong e dei migranti e, in una nota diffusa ieri, risponde per iscritto all’Italia esponendo «la propria interpretazione del diritto in tema di immigrazione». Per il Governo Federale «le organizzazioni civili impegnate nel salvataggio di migranti forniscono un importante contributo al salvataggio di vite umane nel Mediterraneo. Salvare persone in pericolo di vita è la cosa più importante», scrivono. E, dunque, l’Italia deve soccorrerli.
 

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La comunicazione parla anche di 104 minori a bordo della nave tedesca.

Caso in cui l’intervento del nostro paese diventa obbligatorio. L’Italia lo sa bene e inserisce la sua replica a Berlino proprio in questo quadro. La nota di risposta è della Farnesina, d’intesa con il ministero dell’Interno. L’Italia non si sottrae al soccorso di fragili e bambini, ma le Ong restano dove sono. Il ministero degli Esteri rimbalza la richiesta della Germania e sollecita «un quadro compiuto della situazione a bordo della “Humanity 1” in vista dell’assunzione di eventuali decisioni. In particolare - viene sottolineato -, è stato richiesto di conoscere al più presto informazioni di dettaglio sulle persone presenti a bordo della nave, sulle zone marine in cui ha operato la nave, se vi siano persone vulnerabili a bordo e se sia stata già avanzata richiesta di protezione internazionale.

 

Da parte italiana si continuerà naturalmente a monitorare la situazione a bordo di questa e delle altre navi e a fornire l’assistenza di emergenza che si dovesse rendere necessaria». I soccorsi sì, ma nel rispetto delle regole, viene ribadito da Viminale e Farnesina.

LA DIRETTIVA
All’origine della querelle c’è la direttiva del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi con la quale intimava alle navi umanitarie di tenersi alla larga dalle acque italiane. In quei giorni erano 2, la Humanity 1 e la Ocean Viking. Si è aggiunta successivamente la Geo Barents e ora sono 985, complessivamente, i migranti soccorsi in mare in stand by sulle tre imbarcazioni che incrociano a poche miglia dalle coste siciliane. Tante le richieste da parte delle Ong di un porto a Italia e Malta. Richieste che sono tutte andate a vuoto.
 

«Battono bandiera tedesca e norvegese - ha detto chiaramente il ministero dell’Interno una decina di giorni fa - Vadano lì a cercare un porto sicuro». La risposta di Berlino, ieri, quindi, è sembrata una chiara provocazione più che il rispetto di un patto di reciproca collaborazione, così come più volte è stato concordato da una parte dei paesi europei. Ed è la prima volta che la reazione è così netta e tranchant. 

TAJANI A BERLINO
Oggi il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sarà a Berlino per il vertice sui Balcani occidentali e per la ministeriale G7, ed è certo che affronterà la questione con il suo omologo tedesco. Del resto, quale sarà la politica di Palazzo Chigi sull’immigrazione, lo ha espresso chiaramente la premier Giorgia Meloni. «Qui dobbiamo ricordare che cos’è il diritto del mare, tante volte invocato a sproposito - ha dichiarato a Bruno Vespa nel suo ultimo libro, parlando di immigrazione -. Se una nave Ong batte bandiera, poniamo, tedesca, i casi sono due: o la Germania la riconosce e se ne fa carico o quella diventa una nave pirata».

Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 15:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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