Strage dei migranti a Crotone, il faro sui soccorsi. I pm: «Studieremo tutti i passaggi». FdI incalza Piantedosi

Il ministro agli immigrati: «Verremo noi a prendervi»

Martedì 28 Febbraio 2023 di Francesco Bechis
Strage dei migranti a Crotone, il faro sui soccorsi. I pm: «Studieremo tutti i passaggi». FdI incalza Piantedosi

Le indagini sull’ennesima tratta di morte, il traffico di uomini, donne, bambini rimasti uccisi tra le onde di Steccato di Cutro.

Ma anche i riflettori sulla catena dei soccorsi e gli anelli mancanti. E su questi, la polemica politica che monta e apre una crepa perfino nella maggioranza. Mentre ancora si contano le vittime - 65 quelle accertate ieri sera - finisce in tribunale e in Parlamento l’onda lunga della strage al largo delle coste calabresi. 

LE INDAGINI

L’inchiesta avviata dalla procura di Crotone verte su tre ipotesi di reato: omicidio colposo, naufragio colposo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Oltre ad accertare le responsabilità dietro il massacro - tre i presunti scafisti fermati - le indagini cercheranno però di ricostruire le falle nella macchina dei soccorsi nelle sei ore in cui si è consumato il disastro. 
Invita alla cautela il procuratore capo di Crotone Giuseppe Capoccia: «Stiamo ripercorrendo tutti i passaggi dall’avvistamento in poi per ricostruire cosa è stato fatto e confrontarlo con quello che si doveva fare e che sembra sia stato fatto». Per ora, una sola cosa è certa: «Le condizioni del mare erano terribili». 
Sul resto, è nebbia fitta, e a infittirsi sono anche i dubbi che ieri hanno innescato la polemica politica in Parlamento. I migranti, in quelle sei ore, potevano essere salvati? Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, non si sottrae alla domanda. «Sul tragico naufragio a Crotone e su eventuali lacune nei soccorsi c’è un’indagine in corso, nella quale bisogna avere fiducia e alla quale nessuno si sottrae» ha detto il titolare del Viminale in Commissione Affari Costituzionali al Senato, di ritorno da una missione a Parigi dove ha incontrato l’omologo Gérald Darmanin. «Ho una grande considerazione del lavoro che fanno i nostri soccorritori e non ho motivo per ritenere che ci possano essere stati degli errori o delle omissioni». 
In serata, ospite da Bruno Vespa a “Cinque minuti”, il ministro offre una sua ricostruzione delle sei ore all’attenzione dei giudici: «Credo che al primo avvistamento abbia seguito un modo di procedere dell’imbarcazione che non ha segnalato il distress e quindi poi si è arenata in una secca all’arrivo, dalle prime ricostruzioni sembra che non abbia chiesto aiuto». Spiegazioni che non hanno placato il fuoco di fila dalle opposizioni, tanto più all’indomani della bufera sul riferimento ai «genitori irresponsabili che fanno partire i figli». «Io ho detto fermatevi, verremo noi a prendervi, questo è il senso dei corridoi umanitari», raddrizza il tiro il ministro. 
In Parlamento però la bagarre prosegue. Con una novità: ieri anche dalla maggioranza hanno chiesto conto a Piantedosi della catena di soccorsi che non ha evitato il disastro in mare. 

LA POLEMICA

«Non è una richiesta che FdI lascerà alle opposizioni - ha detto il presidente della Commissione Alberto Balboni, un veterano del partito di Giorgia Meloni, «noi siamo i primi a chiederlo, perché non si può lasciare una nave piena di bambini in balia delle onde ma rifiutiamo la strumentalizzazione politica». 
Un pressing inedito verso un ministro espressione di un partito alleato - la Lega - che non è casuale, spiegano da FdI. Dai silenzi sul caso Donzelli alla nota polemica sulle nomine nelle partecipate (mentre Meloni era a Kiev), nelle scorse settimane da via Bellerio è mancato l’aiuto sperato. Di qui il contrappasso. L’informativa chiesta dalle opposizioni a Piantedosi e al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini (che ha la delega alla Guardia Costiera) ha dunque il benestare - neanche troppo tacito - di FdI, «se è successo qualcosa dobbiamo sapere..». 
Piantedosi da parte sua rilancia e chiama in causa l’Ue: «I nostri valori di solidarietà non possono fermarsi alla banchina di sbarco ma alle aspettative di vita del migrante». Un riferimento alla trattativa in corso con Bruxelles, in vista del Consiglio Giustizia e Affari esteri del 9 e 10 marzo che potrebbe aprire a una stretta sui soccorsi e il sistema dei rimpatri. Intanto però le traversate del Mediterraneo proseguono e con la bella stagione promettono di aumentare. Un nuovo, insidioso stress-test per il governo.

Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 12:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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