Naufragio Cutro, cosa sappiamo: l'aereo che vede il barcone, la telefonata alle 4.10, la mail di Frontex

Non è scattato il dispositivo "Sar" che serve per la ricerca e il salvataggio delle persone

Mercoledì 1 Marzo 2023 di Stefania Piras
Naufragio Cutro, cosa sappiamo: prima telefonata alle 4.10, la mail di Frontex, i (presunti) mancati soccorsi

Naufragio di migranti a Steccato di Cutro - Cè uno scontro sulla ricostruzione della strage in mare che ha visto un barcone con 180 persone (o forse più) a bordo andare alla deriva nelle acque di Steccato di Cutro (costa calabrese) e 67 vittime, tra cui 14 tra bambini e adolescenti morti annegati. C'è anche un'indagine aperta e le notizie sono ancora parziali: gli orari, gli avvisi e cosa non abbia funzionato nella catena dei soccorsi scattati dopo una telefonata disperata. Il naufragio di migranti è avvenuto domenica notte. Ci sono diverse autorità che hanno avuto contezza della presenza di quella barca. I protagonisti sono Frontex, l'agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (serve a presidare i confini dell'Unione europea), la Guardia Costiera e la Guardia di Finanza. Perché si è mossa per prima la Guardia di Finanza che non è solitamente deputata ai soccorsi? Ci sono stati ritardi? Ci sono state mancanze e intoppi nella comunicazione? Cerchiamo di ricostruire le fasi di questa vicenda attraverso le dichiarazioni dei protagonisti e dei verbali compilati ieri dagli investigatori che hanno ascoltato i sopravvissuti. 

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Frontex: «Spetta agli Stati classificare l'evento come Sar»

«Sono sempre le autorità nazionali competenti a classificare un evento come ricerca e soccorso». È quanto precisa l'agenzia europea Frontex in una dichiarazione ricordando di aver «immediatamente informato il Centro di coordinamento internazionale dell'operazione Themis e le altre autorità italiane competenti dell'avvistamento, fornendo la posizione dell'imbarcazione, le immagini a infrarossi, la rotta e la velocità». Cosa ha visto l'aereo di Frontex? «A bordo era visibile una sola persona. L'imbarcazione navigava da sola e non c'erano segni di pericolo, aveva una buona galleggiabilità. C'era una significativa risposta termica dai portelli aperti (rilevata da una telecamera termica a bordo dell'aereo). Questo fatto e altri indicatori hanno insospettito gli esperti di Frontex. Sebbene fosse visibile una sola persona a bordo, infatti, l'imbarcazione era sommersa in modo significativo, il che indicava che un gran numero di persone poteva trovarsi sotto il ponte. Solo in seguito è stato confermato che a bordo c'erano 200 persone».

Lo precisa Frontex commentando la dinamica dei fatti relativi all'allerta diramato all'Italia. 

La prima segnalazione a 40 miglia dalla Calabria

Il motore del barcone "Summer Love" diretto verso l'Italia si fonde a notte fonda il 27 febbraio dopo tre giorni di navigazione. La prima a intercettare l'imbarcazione, dunque, è l'agenzia europea Frontex a 40 miglia dalla costa calabrese. Frontex recupera diverse informazioni: sa che probabilmente ci sono molte persone a bordo e sa anche che c'è un'utenza telefonica turca. Si trova davanti un caso di sospetto scafista. L'agenzia segnala la barca all'Icc, International coordination centre, a cui vengono segnalati possibili reati, come appunto i casi sospetti di traffico di migranti o di contrabbando. La segnalazione arriva anche alla Guardia di Finanza che pure si occupa di questo tipo di reati e che fa parte dell'Icc. Frontex gira la segnalazione anche alla Centrale operativa della Guardia Costiera di Roma ma non sembrano scattare i presupposti per la "Sar". Per conoscenza, la mail viene inviata anche ad altri 26 indirizzi, tra i quali quello dell' Italian maritime rescue coordination centre (Imrcc) e alla centrale operativa della Guardia di Finanza. La Capitaneria di Porto di Crotone sostiene di aver ricevuto una segnalazione ma che non sia stata una segnalazione di emergenza. «Non mi risulta che si trattasse di una segnalazione di distress, sapete che le operazioni le conduce la Guardia di finanza finché non diventano comunicazione di Sar (di salvataggio, ndr). Io non ho ricevuto alcuna segnalazione», ha spiegato il comandante Vittorio Aloi entrando a rendere omaggio alle salme nel Palasport di Crotone.

 

Cosa comunica esattamente Frontex?

Frontex scriveva sabato notte (ore 23 circa) che l'imbarcazione «naviga regolarmente a 6 nodi e in buone condizioni di galleggiabilità con solo una persona visibile sulla coperta della nave». Frontex è in grado di capire anche l'entità dell'imbarcazione: le mappe termiche segnalano se quel mezzo è pieno. Dalle rilevazioni capiscono, dunque, che la barca potrebbe ospitare altre persone oltre quella visibile perché appare un colore intenso, e quindi, una "densità" riferibile ai migranti stipati sotto coperta. «Nelle ultime ore di sabato - ricostruisce l'agenzia - un aereo di Frontex che monitorava l'area di ricerca e soccorso italiana nell'ambito dell'operazione congiunta Themis ha avvistato un'imbarcazione diretta verso la costa italiana». «Una persona - prosegue l'agenzia Ue, che ha sede a Varsavia - era visibile sul ponte. La barca navigava da sola e non c'erano segni di pericolo. Tuttavia, le termocamere a bordo dell'aereo di Frontex hanno rilevato una significativa risposta termica dai portelli aperti a prua e altri segni» che indicavano che la probabile presenza di «persone sotto il ponte», cosa che «ha destato i sospetti degli esperti di sorveglianza di Frontex».

Si muove solo la Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza invia i suoi mezzi per quella che sembra più essere un'attività di polizia (law enforcement), di repressione di reati che di soccorso. Perché ? Perché non viene attivato il "Sar", il soccorso, perché non ci sono richieste di aiuto. E quindi la Guardia Costiera rimane ferma. Le Fiamme Gialle attivano il loro pattugliatore e una vedetta ma il mare è molto mosso e tornano indietro. I mezzi dei militari servono però per pattugliare e non per salvare persone. Il dispotivo Sar non è scattato, ripetiamo. Il caicco (la Summer Love su cui viaggiano i migranti che stanno per naufragare è una barca a motore in legno) di lì a qualche ora incontrerà una secca che lo disintegrerà.

La telefonata alle 4.10

Tra le persone a bordo «purtroppo nessuno ha chiesto aiuto. La prima telefonata è arrivata alle 4 del mattino al 112 e l'operatore si è attaccato subito al terminale, ha localizzato la richiesta all'altezza di Steccato di Cutro e ha subito fatto partire un'auto - riferisce il procuratore capo Giuseppe Capoccia in un'intervista a Repubblica  - poi è stata avvisata la Guardia costiera, ma era troppo tardi. La barca era già a cento metri dalla costa, esattamente dove gli scafisti intendevano arrivare nel tentativo di sbarcare i migranti e allontanarsi. Quella secca è stata fatale». Sono 2 carabinieri del radiomobile della Compagnia di Crotone i primi ad intervenire, alle 4.30, dopo il naufragio del barcone carico di migranti. I militari hanno salvato 2 persone e recuperato 17 corpi. «Ci siamo avvicinati, immergendoci in acqua, notando la presenza di due corpi privi di conoscenza, sotto l'imbarcazione ed in pericolo di essere schiacciati...una donna era già deceduta, mentre un uomo era in sofferenza respiratoria» si legge nella relazione agli atti dell'inchiesta riportata dall'Ansa. Solo dopo sono arrivati alcuni pescatori, e, successivamente, 118, Gdf, Polizia, Guardia Costiera e personale del Centro di accoglienza. 

Il caicco si infrange, i soccorsi disperati  

Dopo la richiesta di soccorso telefonica scatta l'allarme e quindi il "Sar". Intervengono i carabinieri che si tuffano in acqua e anche un pescatore, quasi due ore dopo. Poi un'altra testimonianza: alle 5.40 Antonino Grazioso, pescatore crotonese, riceve una chiamata dalla Guardia Costiera che gli chiede di correre in spiaggia, a Steccato di Cutro, a controllare se si vedano in lontanza barche. Intervistato dal Corriere della Sera, Grazioso dice che abita a 500 metri dalla spiaggia e che quella notte il mare era molto mosso. «Appena arrivato ho visto tanta gente gridare, cercando di raggiungere la spiaggia. Mi sono avvicinato e ho scorto tanti di loro ormai senza vita trascinati dalle onde. Ho iniziato a tirar fuori dall'acqua quanti più cadaveri potevo. Poi sono arrivati anche due marinai della Guardia Costiera, una donna e un uomo». 

Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 09:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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