Migranti, doppio decreto: confisca delle navi Ong e sì agli ingressi regolari. La stretta per chi si accorda con gli scafisti

Piantedosi prepara la stretta per chi si accorda con gli scafisti: sequestri e multe. Presto un provvedimento “flussi” per i migranti economici e intese bilaterali

Mercoledì 16 Novembre 2022 di Alberto Gentili e Gabriele Rosana
Migranti, doppio decreto: confisca delle navi Ong e sì agli ingressi regolari

 «L’immigrazione va gestita in ambito europeo. Si deve passare da un sistema, come quello attuale, basato su partenze irregolari, a un sistema con ingressi sicuri e regolati». Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, incontrando i capigruppo della maggioranza alla vigilia dell’informativa di oggi in Parlamento, ha illustrato la strategia del governo sul fronte immigrazione. Strategia che sarà in due mosse.
La prima: un decreto per regolare l’attività delle navi Ong, con multe, sequestro e confisca delle imbarcazioni che non avranno svolto vere e proprie operazioni di salvataggio.

Ma si saranno messe d’accordo con gli scafisti per il trasbordo in mare dei migranti partiti dalle coste africane. La seconda: un decreto flussi per i migranti regolari, richiesti dal mondo agricolo e produttivo, che verrà accompagnato da nuovi accordi bilaterali con i Paesi africani di transito e di partenza.

Piantedosi nel vertice ha inoltre denunciato l’«affanno» del sistema di accoglienza: «Non c’è solo la questione degli sbarchi», ha spiegato agli esponenti della maggioranza, «oltre 100mila persone sono assistite nei nostri centri, con alti costi economici e con un impegno che mette a dura prova gli apparati dello Stato». Dunque, «non ci possiamo far carico da soli degli sbarchi sulle nostre coste. Serve un impegno europeo». Una vera redistribuzione.

Il ministro degli Interni ha anche annunciato che presto le norme sugli sbarchi verranno cambiate. Le misure più probabili, visto che le sanzioni penali non hanno avuto grandi effetti, sarà la confisca o il sequestro delle navi che non rispetteranno il decreto interministeriale di divieto di ingresso nelle acque territoriali e non avranno eseguito le operazioni di salvataggio in coordinamento con le autorità italiane. A queste verranno anche applicate multe da 10mila a 50mila euro. In sintesi: non porti chiusi tout court, ma porti aperti solo per le Ong che avranno salvato «veri naufraghi in mare», senza intese con gli scafisti.
Il responsabile del Viminale oggi in Parlamento racconterà tutti i passaggi del duello nei giorni scorsi con le quattro navi Ong, in primis con l’Ocean Viking approdata alla fine nel porto francese di Tolone. Piantedosi, che rivendicherà «il corretto comportamento del governo», spiegherà che Roma non ha cercato alcun braccio di ferro con Parigi e ha offerto ai migranti l’assistenza che si poteva dare. Insomma, dopo l’intervento di Sergio Mattarella volto a ricucire i rapporti con Emmanuel Macron, il ministro garantirà che «non è stato fatto nulla per innescare lo scontro con la Francia: non era e non è nel mio interesse, né in quello del governo».

La conferma dell’appeasement arriva dal ministro della Difesa, Guido Crosetto al termine di un vertice a Bruxelles: «La crisi con la Francia è già rientrata. Si è discusso su un tema: succede nelle famiglie, succede nei condomini, può succedere anche tra Paesi». La soluzione? Il bis della missione Sophia: «Un’operazione europea o internazionale per la sicurezza del Mediterraneo».
Che il clima sia cambiato dopo l’intervento del Quirinale è dimostrato dalle parole dell’ambasciatore francese a Roma: «Macron e il capo dello Stato italiano si sono parlati e hanno riaffermato l’importanza della nostra relazione», ha detto Christian Masset. Per poi aggiungere: «C’è un momento di tensione sul tema dell’immigrazione. Ma anche se si tratta di un problema complesso, è chiaro che la soluzione è nella cooperazione, che vuol dire solidarietà, responsabilità e rispetto del diritto».

 

LE MOSSE A BRUXELLES

Del dossier migrazione si parlerà oggi a Bruxelles nella riunione degli ambasciatori dei Paesi Ue. Obiettivo: provare a superare lo stallo che si protrae da anni. Dopo il punto sollevato dal vicepremier Antonio Tajani durante il Consiglio Esteri di lunedì, alla riunione del Coreper che inizia questa mattina nella capitale belga, il tema sarà al centro di uno scambio tra gli sherpa dei governi. «È il primo passo di un calendario serrato per identificare misure a breve termine su cui metterci d’accordo», spiega una qualificata fonte diplomatica. «Un piano d’azione complessivo», cui la Commissione starebbe già lavorando e che «dovrà poi proporre nel giro di poche settimane» con lo scopo di salvare il meccanismo volontario sui ricollocamenti, da una parte, e rafforzare il controllo delle frontiere dall’altra. Con una stretta sul codice di condotta delle navi delle Ong e maggiori responsabilità per i Paesi di cui esse battono bandiera.

Gli ambasciatori si confronteranno pure sulla convocazione di una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri e dell’Interno ipotizzata dall’Italia, da tenersi prima del prossimo summit dei leader di dicembre. Finora solo la Germania ha sollevato più di un dubbio. «Attenzione», mettono in guardia a Bruxelles, «Berlino rischia di essere un interlocutore ancora più ostico della Francia, via via che andremo avanti».

Ultimo aggiornamento: 16:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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