Migranti, caos in Libia: tempi più rapidi per la missione anti scafisti

Martedì 1 Settembre 2015 di Alberto Gentili
Migranti, caos in Libia: tempi più rapidi per la missione anti scafisti
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«Non sostenibile».

Theresa May, il ministro britannico dell'Interno, ha definito così la situazione attuale dell'immigrazione nel suo paese. Ma parla della libera circolazione tra i paesi dell'Unione europea. Quindi anche dei tanti italiani: a Londra ne vivono 250mila, più o meno quanti in tutta Venezia. E così il tema di questi giorni - la tragedia dei migranti - si allarga aprendo un altro fronte, che mette a dura prova le regole che l'Europa si ha dato.

Niente campane a festa e neppure squilli di tromba. Il sostegno di Angela Merkel, quel dire che «l'Italia va aiutata» nel fronteggiare l'ondata di migranti, per Matteo Renzi «è ormai agli atti da tempo». Tant'è, che a palazzo Chigi si parla di «asse forte e solido» tra Berlino e Roma. Sia sul fronte politico, dove la Cancelliera tedesca a il premier italiano sono determinati a contrastare quelle che il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, definisce «minoranze populiste di destra».

Traduzione: Matteo Salvini in Italia, i movimenti neonazisti in Germania. Sia sul fronte della trattativa che, in sede europea, dovrà portare al superamento del trattato di Dublino. Il regolamento, scritto ormai 25 anni fa, che impone ai Paesi di primo approdo (Italia e Grecia in primis) di tenere nel proprio territorio i migranti con diritto d'asilo. «Finalmente non siamo più soli a invocare una politica europea sull'immigrazione», sostiene Sandro Gozi, sottosegretario all'Europa, «siamo riusciti a portare Berlino e altre capitali del Nord come Stoccolma sulle nostre posizioni».

E' una partita che Germania e Italia giocano su più tavoli. Onu compreso. Su quello europeo la Merkel - che ha usato la parola magica ”flessibilità” - ha già provveduto ad atti concreti, come la sospensione di fatto delle regole di Dublino accogliendo i profughi siriani arrivati in territorio tedesco, senza rispedirli nei Paesi dove erano sbarcati. E ieri la Cancelliera ha lanciato un primo avvertimento ai partner europei più riottosi: «Se non riusciremo a ottenere un'equa distribuzione dei rifugiati, allora naturalmente metteremo in discussione Schengen». Uno stop alla libera circolazione dei cittadini europei sarebbe un problema per molti ex Paesi dell'Est che più di altri fanno la faccia feroce con i profughi.

L'obiettivo, condiviso dal presidente della Commissione Jean-Claude Junker, è quello di varare una politica comune di immigrazione e il diritto d'asilo europeo. «Avremo un'unica politica europea d'asilo», ha detto Renzi un paio di giorni fa. Traduzione: chi otterrà il riconoscimento dello status di rifugiato nel Paese di sbarco, potrà poi spostarsi sull'intero territorio dell'Unione. «A questo bisogna aggiungere», spiega Gozi, «un maggiore controllo delle frontiere esterne e un'efficace azione nei rimpatri».

LA PARTITA A BRUXELLES

Di questo si parlerà a Bruxelles il 14 settembre al vertice straordinario dei ministri degli Interni e della Giustizia. Ed è qui che Juncker, con il sostegno di Germania e Italia, tenterà di rilanciare sull'obbligatorietà delle quote dei migranti da ridistribuire negli Stati membri. E proverà ad accelerare i rimpatri dei migranti “economici”. In più è previsto il rilancio della missione di polizia contro gli scafisti: in attesa della risoluzione dell'Onu, che per essere varata necessita della richiesta di intervento di tutte le fazioni libiche (domani nuovo round negoziale a Ginevra), l'Europa dovrebbe dare il via libera alle operazioni congiunte contro gli scafisti. Ma solo in acque internazionali.

La guida della missione sarà affidata all'Italia. Un paio di mesi fa il governo ha stanziato 26 milioni e ha destinato mille uomini, due navi e quattro aerei «all'ispezione, sequestro dirottamento dei barconi carichi di clandestini».

Ma per ora l'operazione è ferma alla fase uno: «L'individuazione e il monitoraggio delle reti di migrazione», attraverso un lavoro di intelligence. Con il sì di Bruxelles, la missione a guida italiana potrebbe scattare fuori dalle acque territoriali libiche. Lo slogan di Renzi: «Bloccheremo i trafficanti d'uomini per sempre».

In più a novembre un vertice a Malta tra Europa e Africa, annunciato la settimana scorsa dalla Merkel, punterà a ridefinire le politiche di cooperazione con i Paesi africani più coinvolti dai flussi migratori. La promessa del premier italiano: «Andremo negli Stati di provenienza per valutare le richieste di asilo, evitando i viaggi della morte». Un obiettivo condiviso da Bruxelles e dalle Nazioni Unite.

Ultimo aggiornamento: 14:53

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