Il cardinal Scola: «Non si può accogliere tutti, il M5S così non va lontano»

Giovedì 23 Agosto 2018 di Mauro Evangelisti
Il cardinal Scola: «Non si può accogliere tutti, il M5S così non va lontano»
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«È evidente che non si può accogliere tutti, il fenomeno dell’immigrazione va governato, purtroppo manca una politica europea». Il cardinal Angelo Scola, uno delle voci più ascoltate della Chiesa, rifiuta l’idea di una Italia razzista: «No, è sbagliato, semmai c’è rancore diffuso». Al Meeting di Rimini, lui che è sempre stato vicino a Comunione e liberazione e che aveva un legame solido con don Luigi Giussani (fondatore di Cl), non si tira indietro quando gli fanno notare che il partito più votato, il Movimento 5 Stelle, ha scelto di non venire in un luogo di incontro che ha sempre accolto tutti: «Sbagliano a rifiutare il dialogo, così non andranno lontano». L’occasione del colloquio è offerta dalla presentazione del suo libro, un’autobiografia scritta con Luigi Geninazzi, “Ho scommesso sulla libertà” (editore Solferino), in cui ripercorre la sua vita: è stato vescovo di Grosseto, rettore della Pontifica  Università Lateranense, patriarca di Venezia, arcivescovo di Milano. Ha avuto un rapporto molto forte con Giovanni Paolo II e con Ratzinger, nel libro afferma che il pontificato di Francesco è salutare, ma teme che «la cultura dell’incontro» rischi di rimanere solo uno slogan. Quando Bergoglio fu eletto Papa, si disse che il favorito a inizio Conclave fosse Scola: «Una fake news, ma da allora a causa dell’azione dei media sono stato messo ai margini da parte delle realtà dominanti». 

Quasi cinquant’anni fa fu ordinato sacerdote. Come è cambiata la Chiesa? 
«Il popolo fedele come lo chiama Bergoglio sta passando da un Cristianesimo di convenzione, a uno di convinzione. Questo è un elemento molto positivo ma come conseguenza un Cristianesimo di convinzione domanda un’assunzione di responsabilità a cui fino agli anni Settanta non eravamo abituati. Non mi sorprende dunque che la realtà della Chiesa italiana si sia infragilita da questo punto di vista». 

Sembra che la Chiesa abbia scelto una linea più popolare, eppure il popolo si è allontanato. 
«Ma il processo simile non è voluto, c’è nel cuore di tutti il desiderio di comunicare la fede come un’esperienza bella, ma questo purtroppo non può avvenire solo in forza di una buona volontà o di un desiderio. Bisogna che tutti quanti ci aiutiamo seguendo soprattutto l’insegnamento degli ultimi papi, ritorniamo capaci di dimostrare cosa c’entra Gesù con la mia vita di tutti i giorni. Cosa ce ne facciamo di una religione di un Dio incarnato, che si è fatto uomo, se poi questo non c’entra con l’amare, con il lavorare, con il riposare, con l’affrontare il dolore, l’amore, la morte?». 

In gioventù affrontò una grave malattia, oggi sta emergendo un nuovo oscurantismo, che diffida dalla medicina, dalla scienza, non crede ai vaccini, alimentato anche da una parte del M5S. Cosa ne pensa? 
«La cosa è dovuta non tanto a una cattiva lettura del rapporto tra fede e scienza, in questi ultimi decenni c’è stata una grande maturazione a questo livello, ma è dovuta a un infragilirsi dei costumi normali della vita che possono trovare delle scappatoie giustificative in queste forme di obiezioni che spesso sono gratuite e che in ogni caso, non si capisce bene dove conducano. Sono il segno della caduta dell’amicizia civica all’interno della nostra società. L’amicizia civica consente a una società di essere realmente tale». 

Prevale il rancore. Certi partiti lo alimentano?
«Questo può darsi. Purtroppo si strumentalizzano, in funzione del voto, situazioni di contraddizione. La parola rancore la userei al posto della parola razzismo: io non penso che in Italia esista il razzismo come fenomeno sociale. Ma possiamo diventare rancorosi quando non siamo appassionati al destino dell’altro perché non siamo fino in fondo responsabili del nostro destino, capaci di dare una risposta, e questo può sì suscitare rancore». 

Il Papa parla con forza di accoglienza. Ha sottovalutato l’insofferenza e la sofferenza degli italiani. Accogliere tutti è possibile? 
«Evidentemente no, il Papa non lo pensa e non lo ha detto. Sottolinea che stiamo facendo troppo poco. Il problema si pone su un altro livello: è un fenomeno che è in atto in tutto il mondo, non possiamo dominarlo, ma orientarlo. La chiesa fa la sua parte, ma poi il problema tocca alla politica e lì c’è una mancanza di politica dell’Europa. Bisogna insistere in questa direzione e avere una comprensione, fare evolvere, paure che possono essere comprensibili». 

Come giudica il fatto che M5S non sia qui al Meeting? 
«Io sono ospite, ma i responsabili del Meeting lo hanno spiegato, è stata una scelta dei 5 stelle. È un peccato, a me dispiace: non solo non si può fare politica, ma non si può costruire una vita buona, se si rifiuta il dialogo. Chi rifiuta il dialogo toglie, toglie... spero che il Movimento 5 Stelle si ravveda, altrimenti non avrà un grande futuro». 
Di fronte alle domande che nascono da una tragedia come quella di Genova, quale risposta possiamo trovare? 
«Per me la risposta è solo prendere in mano il Crocefisso e guardarlo; per chi non crede la risposta è lasciare parlare quella grande x, la questione del senso del vivere e del morire, che ha dentro il cuore. In realtà sono pochi i non credenti. In tanti dicono di esserlo, ma in fondo ci credono, in Dio». 
Ultimo aggiornamento: 15:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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